1. Da dove si inizia?
La sindrome del foglio bianco è conosciuta a chiunque abbia provato a scrivere in modo più o meno regolare qualcosa di diverso da una lista della spesa (stavo scrivendo “biglietto d’auguri”, ma in realtà a volte arriva pure lì, non negatelo, lo so io e lo sapete voi): ti trovi qui, su una pagina vuota che vuoi riempire di parole che possano apparire almeno vagamente sensate e non sai da dove iniziare.
Ecco, uno penserebbe che dopo sedici anni di blog questa cosa sia ormai passata, ma ovviamente non è così, soprattutto quando ti approcci nuovamente a una sfida come quella del post al giorno.
Come si inizia? È meglio un post su un argomento a caso? O forse una sorta di manifesto di intenzioni, neanche fossi un politico? O, ancora, un riepilogo tipo “negli episodi precedenti”?
Ecco, forse il riepilogo non è una brutta idea. Un punto della situazione di dove sono, cosa sto facendo, in che fase della mia vita mi trovo, per quanto io possa davvero saperlo. Non perché chi legge debba essere particolarmente interessato a me in quanto persona (o forse sì, qualcuno magari sì), ma perché i post di questo blog sono sempre stati e sempre saranno strettamente legati a chi sono e forse una sorta di contestualizzazione è il caso di darla.
Iniziamo con una frase importante: sto bene. Generalmente bene. Ci sono dei picchi di felicità ed entusiasmo e dei momenti di umore nero e sconforto e problemi da affrontare, ma nell’insieme sto bene ed è un qualcosa che va adeguatamente riconosciuto, soprattutto dopo gli anni passati.
Sto bene anzitutto perché il percorso psicologico che ho intrapreso ormai quindici mesi fa mi ha permesso di ricostruirmi, come già dicevo in un post passato. È stata una delle scelte più sensate e importanti della mia vita e non sarò mai abbastanza fiero di me per averla fatta.
Sto bene anche perché c’è una nuova persona nella mia vita, da alcuni mesi, e l’impatto che ha avuto su di me si vede nelle mie foto e nel mio sguardo: la frase che più mi sento dire da quasi tutti è “il tuo sguardo è cambiato, hai una luce diversa”. Hanno ragione. Ovviamente non è che il suo arrivo sia stato l’unica causa di quello sguardo, non avessi fatto il mio percorso, non fossi stato pronto a viverla, sicuramente non starei così, ma a volte l’universo si muove affinché tutto vada a congiungersi. Sia chiaro, non sono tutte rose e fiori: viviamo un rapporto complicato per vari motivi e, al contempo, io stesso sto scoprendo aspetti di me che sono radicati nel passato e che devo sistemare. Ma sto bene anche per questo.
E sto bene perché ho perso 15kg. Una frase che potrebbe stonare coi miei discorsi relativi all’accettazione del corpo, ma è l’esatto opposto: non ho perso quei chili perché ho deciso di mettermi a dieta. Li ho persi perché si è spezzato un meccanismo interno che alimentava negatività. Probabilmente ne parlerò in futuro, potrebbe essere un’idea.
Che altro? Il lavoro procede, ma è piuttosto noioso al momento, tanto che mi guardo sempre intorno alla ricerca di nuovi progetti.
Astronomiti, lo sapete, è morto ormai da tempo, non per mia volontà.
L’ultima speranza dei Vertex ha raggiunto 4.000 ascolti, che restano una notevole soddisfazione (grazie ancora a tutti!).
Polo Nerd conclude lunedì la quarta stagione, che è stata la più ingarbugliata per vari motivi e per questo motivo sono riuscito a gustarmi molto meno.
NerdVision prosegue la sua strada su ClubHouse e con gli assurdi episodi con le Bionde: si è costruito una sua piccola nicchia e va bene così.
In tutto questo ho una gran voglia di creare qualcosa di nuovo, di sentire quell’energia degli ingranaggi mentali che lavorano per produrre. Motivo per cui sono qui. Per provare a dare loro un’oliata e a farli ripartire.
È tutto?
Direi certamente di no, ma forse è un buon punto di partenza.
Questo, almeno in parte, sono io oggi.
Si parte.