Il punto

shallow focus photography of red and white hanging christmas tree decor
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23 dicembre.

Facciamo un po’ il punto della situazione.

Il mese di dicembre è stato emotivamente provante come e più di sempre. Chi mi conosce sa quante cose mi siano successe in questo mese negli anni, sia positive che negative, e se le negative lasciano cicatrici, le positive in certi momenti diventano carichi di malinconia. Io non vivo nel passato, ma il passato è parte di chi sono ed è sempre molto presente.

Anche oggi, che scrivo, porta con sé i suoi ricordi. È il giorno in cui fu seppellito mio padre. È il primo giorno in cui, un altro anno, ero di nuovo a casa dopo il secondo incidente alla gamba.

Eppure, l’ho sempre detto e scritto, io sono legato al Natale e nulla riesce a recidere questo legame, neanche il rischio che c’è stato, fino a poco tempo fa, di non festeggiarlo con nessuno.

Le nuove regole me lo permettono e, anche se a questo punto qualcuno potrebbe dirsi soddisfatto di aver risolto il proprio piccolo orticello, io continuo a segnalare quanto di sbagliato ci sia nella gestione di tutto da mesi a questa parte. Che qualche regola mi favorisca, per una volta, non cambia la generica pessima valutazione dell’insieme. Non per me, almeno.

A volte mi fermo a pensare a quanto si vede di me sui social e a quanto, nell’ultimo mese e anche nell’ultimo anno, sia stato trasmesso il mio lato più stanco e provato. Non ho da giustificarmi ovviamente con nessuno perché se c’è una cosa che quest’anno dovrebbe averci insegnato è che tutti abbiamo il diritto di stare male e che la nostra salute mentale dovrebbe essere al primo posto insieme a quella fisica, cosa che non è.

Ma, ovviamente, io sono anche altro. Un’amica – per ora – virtuale dice che diffondo luce e io spero davvero che nonostante tutto sia ancora vero. Personalmente dubito lo sia mai stato, ma se lo è, spero continui a esserlo.

Perché, sia chiaro, io della bellezza che ho intorno sono conscio. Delle tante persone che mi vogliono bene. Delle tante cose belle che ho. Delle mie fortune. Ma essere consci della bellezza non sempre è sufficiente. E anche questo è normale e dobbiamo ricordarcelo.

Così come bisogna ricordarsi ciò che ha condiviso ieri Costanza in una sua story: “se ti senti solo non significa necessariamente tu sia solo”, che in inglese suona meglio perché usa parole diverse “if you’re feeling lonely it doesn’t mean you are alone”. Non sempre è facile ricordarselo.

In questo mese molte persone si sono fatte sentire con discrezione ma con amore e sono grato a tutte loro. C’è anche, prevedibilmente, chi ha dimostrato non solo di non conoscermi, ma di avere priorità ben diverse da quelle che io ritengo anche solo vagamente accettabili. Ringrazio anche questi, perché mi aiuteranno a valutare alcune mie scelte.

E ringrazio anche le persone con cui mi sento più o meno regolarmente e la cui presenza è una luce costante racchiusa in una notifica. Che siano a Ovada o in Veneto, in Germania o in Nuova Zelanda, a Milano o a Busto Arsizio, in Toscana o in Sardegna, a Napoli (con tanto di deliziosi biscotti spediti). in Lazio o in Sicilia. Che ci siano da tanto o che siano conoscenze che stanno prendendo il loro tempo.

E penso che il 2021, quanto e più degli altri, porterà con sé alcune decisioni, non so quali definitive e quali temporanee. Valutare su cosa valga la pena concentrarmi, con chi valga la pena condividere. Capire e decidere, soprattutto, cosa mi fa stare bene. Cosa, delle cose a cui potenzialmente tengo, vale gli aspetti negativi che porta con sé. Lo devo, prima di tutto, a me stesso.

Ad esempio: se vedere che i problemi di una persona a cui tengo si stanno risolvendo mi fa stare bene e mi toglie un peso mentale, beh, vuol dire che quella persona mi fa bene. Cose così.

Io, nel frattempo, ho quasi chiuso l’anno trovandomi con le carte di credito e il codice fiscale spariti. Una carta di credito usata per 300 euro. Il codice fiscale utilizzato in stazione (con relativa chiamata a casa della questura, che voleva informazioni). (Sì, ho già fatto denuncia, sì, i soldi dovrebbero tornarmi indietro, ma sì, è anche un’enorme rottura di palle, soprattutto rischiare di trovarsi senza accesso ai propri soldi sotto Natale).

Natale, si diceva. Alla fine sarà con due delle persone a cui voglio più bene e sono grato anzitutto a loro per questo. Non era scontato. Così come non lo era che mio fratello ieri sera mi chiamasse per chiedermi se avevo risolto o se volevo passare da lui. Per niente dovuto e per questo ancora più apprezzato. Non sarò con altr* che avrei voluto accanto. Materialmente impossibile, ma ammetto che la cosa mi pesa non poco. Soprattutto quest’anno.

Intanto ho fatto tutti i regali che dovevo. Qualcuno verrà (virtualmente) consegnato domani, ma è il meno. I miei, quelli che mi sono arrivati (e di cui ringrazio ogni singola persona che mi ha pensato anche solo per un biglietto), li aprirò domani sera, in piena tradizione.

Per capodanno ancora non so. Vedremo.

Cosa farò nelle prossime due settimane (nelle intenzioni, ovvio)? Modellini e Lego, di sicuro. Andrò a letto tardi e mi sveglierò a mattina inoltrata. Finirò il mio primo Diorama (preparatevi alle foto del Wip una volta fatto). Registrerò uno o due capitoli dell’audiolibro. Giocherò. Spero anche di leggere. Non penso guarderò molte cose, la voglia non è mai tornata in pianta stabile se non per poche specifiche cose. Chissà, magari scriverò. Ho voglia di scrivere, anche se ancora non so cosa e in che forma.

Vorrei dire che mi ricaricherò e spero davvero di farlo, ma onestamente il non poter girare quanto vorrei e il non poter vedere molte persone mi limita parecchio. Ma ci provo, giuro che ci provo.

Intanto oggi è l’ultimo giorno di lavoro, poi due settimane come sopra.

Vediamo come va.

A me e a voi che siete arrivati fin qui.

Proviamo a tirare fuori il meglio o il meno peggio dal qui e ora, ok? Non chiediamoci di più. Solo di provarci. È già molto.


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Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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