Capire

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Quando ero ragazzo, mia madre ebbe una sequenza di traumi non da poco. Perse suo fratello nell’85 e fu operata di cancro al seno l’anno seguente.

Il tutto portò a una forma di depressione che, prima molto grave, l’accompagnò comunque per buona parte della sua vita, motivo per cui quando si parla di depressione, pur non avendola – probabilmente – vissuta in prima persona sono molto sensibile all’argomento e so perfettamente quanto sia fondamentale non sottovalutarlo.

Depressione o meno, però, mi ricordo perfettamente che dopo l’85, quando arrivava la mezzanotte dell’ultimo dell’anno lei scoppiava a piangere.

Io, pur essendo un ragazzino, sapevo perché. Sapevo che l’idea di aver perso suo fratello tornava a farsi viva, sapevo – a seguire – del dolore dei traumi. Sapevo, ma mi feriva comunque.

Mi feriva che mia madre piangesse in un momento in cui eravamo tutti insieme, in cui festeggiavamo, in cui c’erano suo marito, suo figlio, la sua migliore amica.

E ricordo che un anno le dissi “però quest’anno non devi piangere, ok?”, facendola reagire in un modo infastidito che, di nuovo, mi irritò.

Sapevo, ma non capivo.

Poi negli anni è successo sempre meno. Non so se le ferite si siano semplicemente cicatrizzate, se si sia sforzata per me o per noi, se poi piangesse in altri momenti. Non lo so.

Ma so una cosa.

Sbagliavo.

Innocentemente, ma sbagliavo. Sbagliavo a pensare che quelle lacrime significassero che non era felice di essere lì con noi, che noi non fossimo abbastanza. Quelle lacrime erano il dolore delle ferite che tornavano. Erano la mancanza. Erano soprattutto la consapevolezza di non poter più condividere.

Ed è giusto così.

Fa male, ma è giusto.

Si può sapere il bello che si ha, ma soffrire per ciò che ci è stato tolto. Siamo capaci di provare emozioni complesse ed è giusto che ce ne rendiamo conto.

L’ho imparato. Ora lo so. So che si può essere grati di qualcosa ma soffrire per ciò che ci manca. So che si può riconoscere la bellezza e proprio per questo patire per assenza o mancanza di condivisione.

So che se piango al pensiero di quanto mi manchi Stitch non significa che non ami le mie pesti di meno.

So che se penso con nostalgia a momenti del passato non significa svilire ciò che vivo ora (oddio, proprio ora magari no, ma ci siamo capiti).

So che il nostro cuore è così capiente da poter permettere di provare amore e odio, gioia e dolore. pienezza e mancanza allo stesso tempo.

Ora lo so.

E vorrei poter dire a mia madre che ora ho capito. E che aveva ragione lei.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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