Incazzato

A middle finger in skeleton form - Un dito medio scheletrico

Premessa: non siete d’accordo con quello che c’è scritto qui? Nessun problema, smettete di seguirmi qui e su qualunque social. Non rispondetemi. Non stavolta. Perché in questo momento del vostro parere non mi importa nulla.

Sono incazzato.

Sono furente.

Sono al limite della tolleranza.

Sono imbestialito.

Perché, semplicemente, ormai è chiaro che siamo in mano a persone che non hanno alcun tipo di pianificazione e di idea su come uscirne.

Ci hanno chiesto di stare in casa, di essere responsabili, di rinunciare a tutto e l’hanno fatto promettendoci che nel frattempo si sarebbero presi cura del resto, avrebbero valutato come permetterci di ricominciare, anche se lentamento.

Noi abbiamo mantenuto la nostra parte. Sì, tutti (e non iniziate a rompere i coglioni citando i pochi casi che non l’hanno fatto perché i numeri su dove avvengono i contagi parlano chiaro). Abbiamo mantenuto la nostra parte come nostro investimento personale in vista di quanto ci è stato promesso e garantito. Abbiamo sacrificato tutto (c’è gente che non ha più un lavoro e non lo avrà, c’è chi è lontano da chi ama da mesi, c’è chi sta per morire di depressione) e in cambio siamo stati lasciati a terra.

Slogan. Parole che lasciano il tempo che trovano. Menzogne (sì, menzogne).

Tutti i più importanti esperti hanno sempre detto che la quarantena doveva essere il mezzo per prendere tempo in vista di provvedimenti più importanti. UN MEZZO. Perché la quarantena non può essere infinita, non può protrarsi per sempre, altrimenti diventa un altro modo di farci morire: di fame, di solitudine, di depressione, di violenza domestica.

Due mesi dovevano essere sufficienti per prendere decisioni e invece il risultato lo stiamo vedendo: non ci sono. Non c’è un piano di screening. Non c’è un piano di test. Non si sa neanche come cazzo faranno le famiglie che dovranno riprendere a lavorare ma hanno i figli a casa.

E poi c’è quella parolina. “Congiunti”. Dire che puoi vedere i congiunti significa riportarci indietro di 70 anni. O forse sottolineare che non ne siamo mai usciti. I miei congiunti sono persone che non vedo da anni, quando va bene, o con cui ho rapporti soprattutto virtuali. Non sono, con il bene che posso volere loro, le persone che mi mancano.

Le persone che mi mancano sono altre e nessuna di queste rientra nel termine congiunti, il che significa che io posso morire per questo stato (il minuscolo è voluto) e che, tra l’altro, per questo stato va bene che io rischia di infettare dei nonni anziani (se li avessi) ma non un amico o un partner. Significa che se non sei sposato, se non hai una famiglia di sangue non conti un cazzo. La tua esistenza non significa nulla. Il tuo benessere non ha alcun significato.

Così come non ha alcun significato l’esistenza di chi lavora nello spettacolo o nello sport. Nessuna menzione, nessun sostegno, nessuna prospettiva. Sono cazzi loro. Possono morire. Possiamo morire.

Sta venendo chiaramente detto che ci sono morti di serie A e di serie B. Che la morte per virus è inaccettabile e la morte per depressione o solitudine o di fame sì.

Questo è.

Per cui sì, sono furente, incazzato, imbestialito perché mi sta venendo detto che devo sacrificarmi, devo soffrire in nome di un bene più grande di cui sostanzialmente neanche faccio parte. E lo devo fare confidando che chi mi ha già mentito e si è dimostrato inaffidabile ora sappia cosa fare.
“Sì, l’ultima volta ti ho mentito, ma ora sono sincero, come fai a non credermi?”.

Mi state dicendo che la mia vita non conta.

Mi state dicendo che la mia vita è secondaria.

E lo state dicendo agli ammalati di cancro che si vedono posticipate le terapie. Lo state dicendo a chiunque abbia patologie che hanno bisogno di cure che non riescono ad avere. Lo state dicendo a chiunque stia soffrendo.

Lo state dicendo anche ai tanti ammalati di Covid-19 che non vengono curati e trattati a dovere, che non vengono seguiti, che non sanno se e quando saranno guariti.

Lo state dicendo a tutti e vi nascondete dietro una responsabilità che non può e non deve essere sulle nostre spalle.

E tutti quelli che rispondono “vi aspettavate le feste il 4 maggio”: andate a cagare, coglioni imbecilli. Ci aspettavamo un piano. Ci aspettavamo responsabilità. Ci aspettavamo il rispetto di un patto che noi abbiamo rispettato. Ci aspettavamo informazioni su screening, test sierologici, tamponi, modo di gestione SERIO e non a cazzo di cane.

Per cui sia chiaro: io, da questo momento, non ho più tolleranza. I vaffanculo sono pronti per tutti. Anche per le bimbe di Conte, che onestamente questa Sindrome di Stoccolma ha rotto il cazzo e non fa più neanche ridere.

Perché io, il mio, l’ho fatto e ora mi sento dire che non conto un cazzo.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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