Batwoman: 1×01 Pilot

Quando era stata presentata nel corso del cross-over Elseworlds, Batwoman aveva lasciato diversi dubbi relativi all’effettiva resa del personaggio, che purtroppo questo pilot di nome e di fatto non aiuta a dissipare.

La scelta di fare un passo indietro e partire da una vera e propria origin story finisce per non pagare, destabilizzando le aspettative di uno spettatore che ha già visto il personaggio di Kate Kane in azione e se lo ritrova invece in questa nuova presentazione con tutti gli eventi ancora da dipanarsi: per quanto non siamo soliti amare i flashback fini a loro stessi, un utilizzo accurato degli stessi – che comunque non mancano per altri scopi narrativi – avrebbe probabilmente permesso di ottenere un ritmo più serrato smorzando quell’effetto narrativo che la voce fuori campo invece accentua.

Così come la scelta del titolo, non si può dire che la trama di questa series première brilli per originalità nelle sue scelte, oltre a sfoggiare l’ormai consueto disprezzo di CW/Arrowerse per le trame ben scritte e i personaggi non ridotti ad avatar mono o al massimo bidimensionali.

L’introduzione dello sciamano/mentore con uno scarso uso della lingua inglese urla vendetta, così come sanno di visto e rivisto le scene nel passato tra Kate e la vecchia fiamma Sophie. Il ritorno a Gotham poi non migliora certo la situazione: nel giro di poche decine di minuti vengono introdotti i cloni locali di personaggi già visti nelle altre serie Arrowverse, da un Luke Fox che prenderà il posto di Cisco/Felicity a una sorella/infermiera che fa il verso a Caitlin fino alla stessa Sophie, la cui situazione sentimentale è pronta per ricalcare quasi fedelmente quella della Iris delle prime due stagioni di Flash.

Se non possiamo quindi urlare all’innovazione per quanto riguarda i presupposti, dobbiamo quanto meno sottolineare che i comparti visivi e sonori fanno uno sforzo in più affinché Batwoman possa distinguersi da quelle che l’hanno preceduta: il fatto che alcuni esterni siano stati girati a Chicago aiuta in tal senso, cercando – per quanto sia possibile – di strizzare l’occhio al Batman di Nolan.

Il tentativo è evidente anche nel design del costume che, pur essendo ancora temporaneo, ricorda molto quello di Batman Begins rendendo però, al contempo, la versione supereroistica di Kate ancora troppo anonima per poter essere valutata appieno.

Sul fronte della villain, abbiamo apprezzato l’aver rivelato subito il rapporto tra Alice e Kate, pur se comunque telefonatissimo: le potenzialità perché possa costruirsi un personaggio interessante ci sono, ma tutto dipenderà da come si dipanerà la trama negli episodi seguenti. A primo acchito ci sembra che Rachel Skarsten (interprete di Black Canary nell’antica e non particolarmente rimpianta serie di Birds of Prey) possa regalare qualche soddisfazione, ma al momento sembra ancora poco a suo agio col personaggio.

Difficile infine non notare quanto l’inserimento della serie nell’esistente Arrowverse richieda ancora più sospensione dell’incredulità del solito: BatmanBruce Wayne sono spariti da tre anni, il che significa che per più di metà della serie di Arrow erano attivi a Gotham, ma né nella capostipite né in Flash si è mai fatta menzione di uno dei due alter-ego; paradossalmente è stato citato Batman nell’universo parallelo di Supergirl, ma mai su Terra-1. 

Per quanto si possa giocare sul concetto che il Cavaliere Oscuro è spesso ritenuto una leggenda, la scelta narrativa stona parecchio rispetto alla continuità esistente e anche, per fare un confronto, al modo in cui lo stesso personaggio è stato gestito nella ben migliore Titans.

Ecco, l’esistenza di Titans e di Doom Patrol è forse il problema maggiore di questa nuova serie: DC Universe ha mostrato cosa si può fare affrontando i personaggi in modo più credibile e maturo, scrivendoli con sensatezza e affidandoli ad attori se non eccelsi quanto meno sufficienti; Batwoman si sforza di migliorare lo standard delle sue serie sorelle, ma lo fa con ciò che ha a disposizione che non è, purtroppo, molto: Ruby Rose è ben calata nel ruolo e le scene d’azione non sono male, ma il cast di contorno è a dir poco anonimo e la scrittura ha i difetti già citati.

Non diciamo che è tutto da buttare, ma non ci sentiamo certo di affermare che, curiosità a parte, ci siano altre vere spinte per seguire settimanalmente una nuova serie supereroistica.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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