Fine (davvero?)

In realtà, sette mesi fa, ero stato ottimista. Pensavo che l’editing, per quanto lungo, non avrebbe pesato nella mia mente quanto la scrittura.

Niente di più lontano dal vero, povero illuso. Così come il tempo necessario era stato parecchio sottovalutato.

Perché, ricordiamocelo, la prima parte del romanzo iniziò a prendere forma nel 2011. Otto anni fa. E il mio stile, in otto anni, è cambiato mostruosamente.

Così rimettere mano a qualcosa di scritto in tanto tempo non è stato indolore. Ha significato cambiare interi paragrafi. Ripulire. Tagliare.

Da quando l’ho terminato a stasera ho tagliato quasi mille parole, a occhio e croce. Su 220.000 (ora 219.000). Sì, oltre duecentomila sono tante. Tantissime. Ma quella era la storia che ho dovuto raccontare. Ed ora è lì, nero su bianco.

Dopo mesi a correggere ho dovuto fare una cosa che non avevo previsto. Rileggerlo di nuovo.

Perché dovevo essere sicuro filasse tutto, perché dovevo tornare non solo a controllare la storia, ma a leggerla e viverla ed essere sicuro che tutto quadrasse.

Ho finito poche ora fa.

Non è perfetto. Non credo mi sia possibile creare qualcosa di perfetto, sempre che esista la perfezione.

Non so neanche se sia bello. Spero di sì. Ma non lo so, non penso di poterlo dire io.

So che è la storia che è nata ed è una storia che ho riletto volentieri, sistemando lo stile dove non mi quadrava, anche se probabilmente continuerei a metterci mano senza sosta.

L’ho letta volentieri, non perché era mia, ma perché mi ha fatto piacere.

E questo, forse, è ciò che conta di più.

Sto già mandandolo a chi si è offerto volontario per leggerlo. Chi ha dimostrato di esserci, di tenerci, di volermi aiutare in questo.

Poi non so che accadrà.

Il sogno è trovare un editore, anche se non ho neanche idea di che passi fare.

Vedremo.

Intanto, e stavolta è vero, per la prima volta in otto anni non avrò il pensiero che devo lavorare al libro.

Non a scriverlo, non a rileggerlo.

È nato.

È lì fuori.

Chissà, forse un giorno non sarà neanche più solo mio.

Io, ora, mi riposo, in attesa di rendermene veramente conto.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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3 risposte

  1. Cristina Cattania ha detto:

    Congratulazioni! È già un bel traguardo. In bocca al lupo per il prosieguo! 🙂

  2. Giulia Schiavi ha detto:

    Congratulazioni per la tua creatura! Spero sinceramente di vederla un giorno su uno scaffale in libreria!

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