Ieri e oggi
Giro di boa. Si dice di quando si arriva a metà di un qualcosa e ci si appresta a tornare.
Molte volte si sa che un certo momento o evento sono il fatidico giro, certe volte no. Lo si scopre dopo. O semplicemente non si pensa che quello un giorno, a posteriori, lo si vedrà come tale.
Tipo il 18 settembre del 1996. Quella notte sapevo soltanto che la mia vita non sarebbe stata più la stessa. Sapevo solo quanto male faceva. Quasi nient’altro.
Non pensavo, quel giorno, che quello era stato l’ultimo giorno della mia vita in cui mia madre era presente e che da quel momento ci sarebbero stati solo giorni senza. Prima e dopo. C’è sempre un prima e un dopo.
Il fatto è che per molti e nel sentire comune (tanto comune che non ci si pensa, a dire il vero) il prima dura sempre più del dopo. Chi perde un genitore, a meno che avvenga quando si è giovani, avrà comunque potenzialmente vissuto una maggior parte della sua esistenza avendolo in vita che altrimenti. Non ci si pensa, ribadisco, ma è così. Per molti. Non per tutti, lo so, ma per molti.
Ecco, io da oggi non sono più in quei molti. Oggi e da oggi avrò vissuto più giorni senza mia madre nella mia vita che avendola. Da oggi, per definizione, la mia normalità non è più l’averla avuta, ma il non averla.
Per definizione.
So che può sembrare strano fare questo calcolo, ma per me no. Per me che ricordo date, ricorrenze, eventi, è la normalità, per quanto assurda possa sembrare.
E una parte di me ne ha bisogno, per non permettermi comunque di dimenticare. Perché si può ripetersi in eterno che non dimenticheremo nulla, ma non è vero. Certo, tutto può rimanere latente in noi, ma i ricordi più vecchi? Quelli si affievoliscono. Diventano le loro ombre. Fotogrammi di film senza i momenti prima e quelli dopo. Istanti non collocabili nel tempo.
A volte mi sforzo ancora di ricordare la sua voce. Mi sembra di riuscirci. Ancora. E il profumo, quello sì, ma io e gli odori ben leghiamo.
Ma da oggi tutto è più lontano.
Fino a ieri ero un uomo che da ragazzo ha perso la madre.
Oggi sono un uomo che una volta ha avuto una madre.
Sottigliezze, diranno molti.
Seghe mentali.
Per me, semplicemente, la mia vita.