Dicembre

Il mese di dicembre, da parecchi anni a questa parte, ha con me un rapporto conflittuale. Personalmente amato il periodo natalizio. Ho adorato New York in versione festiva (e come si può non farlo), amo Londra nella stessa veste (e anche qui, come potrebbe essere altrimenti).

Ho ricordi splendidi legati al Natale, tradizioni che sono nel passato ma a cui rimango legato, anche memorie di giorni di questo mese che, comunque, rimangono e rimarranno sempre speciali.

Poi, però, ci sono le contraddizioni. I tanti momenti difficili o peggio che questo mese ha portato con sé. Alcuni, addirittura, che si sommano nello stesso giorno e si sovrappongono tra positivi e terribilmente negativi.

Così, tra qualche settimana, assieme al compleanno di Miss Sauron ci saranno due anniversari difficili da gestire, entrambi nello stesso giorno.

E tra poche ore, insieme al ricordo di un giorno imprescindibilmente speciale, ce n’è uno ben peggiore e, domani, saranno dieci anni.

Dieci anni da quella telefonata che iniziò tutto. Dieci anni da quel mattone che fece crollare non so più quante cose.

Dieci anni dal giorno in cui mi avvisarono che mio padre era al pronto soccorso. Emorragia cerebrale. E, ma in quel momento non lo sapevo, diciassette giorni da vivere.

Dieci anni.

Poi mi domando il perché dell’umore altalenante di questi giorni. A volte mi faccio tenerezza da solo. 

A volte.

Dieci anni.

Ci provo, dicembre. Io ci provo. Ma quest’anno, ti prego, mettici un po’ del tuo per aiutarmi.

Che in questi dieci anni non è che l’hai fatto poi molto.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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