Supernatural: 14×01 Stranger In A Strange Land
Con un titolo ispirato sicuramente più al brano degli Iron Maiden che al classico romanzo di Robert A. Heinlein, la quattordicesima (!) stagione di Supernatural parte, dopo il consueto recap, con uno scostamento temporale di tre settimane dal finale della precedente, il necessario per dare allo spettatore la sensazione del tempo trascorso e per fare il punto della situazione.
L’Arcangelo
Michael, nel corpo di Dean, è lo straniero del titolo, non tanto sperduto quanto si sarebbe portati a pensare: profugo di un altro universo, l’arcangelo coglie a piene mani l’opportunità di – per usare le sue stesse parole – ottenere un mondo migliore, con l’obiettivo di riuscire dove ha in precedenza fallito (e alla grande, considerando che il fallimento in questione ha significato la quasi totale distruzione della Terra di quell’Universo).
Nelle tre settimane trascorse dallo scontro finale con Lucifer, Michael ha attraversato il pianeta ponendo a innumerevoli individui la stessa domanda (che sembra stranamente e ironicamente derivata dal Lucifer di Tom Ellis): cosa vuoi davvero?
Un interrogativo che può sembrare banale, ma che nasconde un criterio di selezione e deduzione piuttosto importante: a parte che chiunque, messo davanti a una domanda tanto generale e al contempo personale, faticherebbe a rispondere, quanti sono davvero pronti a dire la verità, in primis a loro stessi? Se un fedele dell’islam, come nell’episodio, risponde “pace e amore”, è davvero ciò che vuole o quello che è convinto sia giusto rispondere?
Ma, soprattutto, le obiezioni di Michael a questa risposta sono valide? In realtà no. Nel momento in cui viene chiesto ciò che si desidera, rispondere sinceramente non significa affermare anche che si è fatto o si farebbe tutto il possibile per ottenerlo: solo che quello è il proprio sogno o desiderio. Rinfacciare, come fa l’arcangelo, gesti che lo negherebbero è esclusivamente un modo per valutare moralmente e controllare la persona a lui di fronte.
Michael sta cercando individui da salvare e acquisire, evidentemente, in un proprio esercito, ma i loro desideri devono essere semplici, diretti, immediati. Non perché, come afferma, per questo siano più puri, ma perché sono inevitabilmente più manipolabili: da qui la scena finale, che apre parecchi scenari per il futuro.
Da sottolineare la bella prova di Jansen Ackles, libero finalmente di interpretare un ruolo diverso dal solito e di svestire i panni del burbero-ma-buono assumendo quelli di un bastardo-vestito-bene: ottima anche la scelta di assorbire, nella resa del nuovo personaggio, alcuni tratti dell’interpretazione di Christian Keyes, ospite precedente dell’arcangelo.
Gli Umani
Molto è cambiato al bunker nelle settimane trascorse. I profughi della realtà precedente rimasti ospiti sono ormai una forza organizzata di caccia a mostri e demoni: ciò che i Cacciatori avrebbero potuto diventare se fossero stati in grado di organizzarsi. A capo, figura ormai mitica per umani e non, Sam, la cui evoluzione è sempre più organica ed evidente. L’ex ragazzo dal buon cuore e a volte fin troppo ingenuo è ormai un uomo indurito, con sulle spalle il peso non solo delle nuove lotte ma anche della disperazione per la scomparsa del fratello. Nonostante si possano ravvisare similitudini tra il Sam di questa première e il Dean dell’inizio della scorsa, le somiglianze sono solo di facciata: dove il dolore del maggiore dei Winchester si esprimeva in rabbia e disperazione nei confronti del mondo, quello di Sam lo spinge a buttarsi a capofitto nella missione e nel cercare di essere presente ovunque e per chiunque, al punto dall’esaurirlo fisicamente e mentalmente.
In quest’ottica, il confronto in macchina con Mary è la chiave di lettura perfetta, anch’esso speculare rispetto a quanto avvenuto nell’analogo episodio della tredicesima stagione: lì era Sam a voler alimentare la speranza e chiedere al fratello di non chiudersi, qui è la madre a spiegare all’uomo – che non vuole illudersi – il motivo per cui non può e non possono permettersi di non sperare.
Mi aggrappo a qualcosa di positivo, perché non posso permettermi di affogare nel negativo. Non possiamo permettercelo. Lo dobbiamo a Dean.
Il cambiamento del personaggio è evidente nello scontro con Kip e i suoi demoni: se una volta probabilmente avrebbe cercato di mediare, ora l’uomo non ha più tempo da perdere e, pur se a fatica, annienta gli ostacoli che ha di fronte.
Non ci sarà un nuovo re dell’Inferno. Né ora, né mai. E chi ha problemi al riguardo dovrà passare da me.
Una frase che in altri momenti sarebbe suonata quasi da sbruffone e che invece ora è perfettamente adeguata. Quasi da re, si potrebbe pensare.
Nel frattempo, in una stanza si trova una sorpresa imprevista e della cui utilità ci permettiamo di dubitare: Nick, l’ospite di Lucifer, è vivo e libero dalla possessione dell’Arcangelo. Oltre a curarlo, Sam e gli altri lo stanno trattenendo sperando di carpire informazioni dalla sua memoria, al momento senza molto successo. Difficile dire se la presenza del nuovo/vecchio personaggio di Mark Pellegrino assumerà maggior rilievo più avanti, ma al momento sembra soprattutto un modo per mantenere l’attore nel cast. A differenza, però, di Ackles, Pellegrino sembra ancora fare un po’ di fatica a sganciarsi dal personaggio originale e non si ha sempre la netta distinzione tra il prima e il dopo.
Gli Altri
Al momento solo due creature soprannaturali fanno parte del cast ed entrambi sembrano notevolmente in difficoltà, ma solo uno dei due con motivazioni valide.
Jack è senza poteri da quando Lucifer ne ha divorato la grazia. Ridotto a essere un normale umano dal corpo poco più che adolescente e un’età oggettiva di un anno, il ragazzo fa fatica ad adattarsi: essendosi sempre appoggiato a poteri quasi divini, non ha alcuna dimestichezza con l’umanità e fa ancora più fatica a trovare un campo su cui potersi rendere utile. La frustrazione del ragazzo fa sì che Sam accetti di portarlo in missione, una scelta che si rivela da subito azzardata e fin troppo superficiale, tanto che abbiamo sperato per un po’ che la cattura del ragazzo e di Maggie fosse un piano e non una debole scelta di sceneggiatura. Il fatto, comunque, che sia già stato detto che la sua grazia tornerà col tempo apre le porte a un ritorno a piena potenza del Nephilim. Nel frattempo, dal punto di vista emotivo, mentre il rapporto con Sam sembra essersi in qualche modo raffreddato più per gli impegni dell’uomo che per mancanza di volontà, il legame col Bobby dell’altra dimensione sembra essersi notevolmente rafforzato, così come – sembra – quello tra quest’ultimo e Mary.
Castiel sembra, al momento, il personaggio peggio sfruttato. Nonostante sia tornato da tempo in possesso della sua grazia, l’angelo sembra ormai l’ombra di ciò che era e si fa sottomettere facilmente da un numero di demoni che anni fa avrebbe annientato con un gesto. La sua presenza sembra necessaria solo a richiamare Sam e mostrarne lo scontro con Kip, oltre che a dare un minimo di sostegno emotivo al giovane figlioccio Jack. Troppo poco per un personaggio così importante e che deve trovare al più presto una sua dimensione.
Torna, infine, Jo, ma sarà da capire in che ruolo e con che frequenza la vedremo comparire in futuro.
Sviluppi
Dopo un solo episodio sarebbe presuntuoso e inutile cercare di intuire la direzione di una stagione, ma possiamo fare qualche supposizione sulle possibilità. La scelta di rendere Dean un mero contenitore è coraggiosa e interessante, oltre a permettere a Ackles di giocare un po’ con le interpretazioni, ma ci chiediamo se durerà per l’intera stagione: lo zoccolo duro dei (e soprattutto delle) fan difficilmente gradirebbe 20 episodi senza le interazioni tra i Winchester che sono il marchio della serie ma, allo stesso tempo, dopo quattordici stagioni è indispensabile percorrere nuove strane per non arrivare a stancare.
Le possibilità quindi sono sia che si proceda così fino a maggio, sia che avvenga qualcosa che espella Michael dal corpo di Dean per inviarlo altrove o, ancora, per vederlo sostituito da un male peggiore. Il cenno ironico di poco fa relativo al re dell’inferno è comunque un punto aperto: sono ormai diversi anni che va avanti il leit-motiv dei ruoli reggenti al Paradiso e all’Inferno e questa stagione potrebbe essere quella giusta per chiudere definitivamente il discorso. Se poi pensiamo che Supernatural iniziò con lo scontro tra Lucifer e Michael che avrebbe dovuto avvenire attraverso Sam e Dean, le possibilità per chiudere il cerchio sono molte. E probabilmente rimarranno tali.
Non ci resta che attendere.