Nulla

Sono giorni, anzi, settimane che mi chiedo se valga la pena fare questo post, ma già chiederselo è un errore oggi, in questo preciso momento storico.

Nel giro di pochi giorni siamo stati testimoni di notizie che, lette su un libro o mostrate in un film o serie tv, ci avrebbero portato a dire “possibile non se ne siano accorti? Che non abbiamo compreso cosa stava accadendo?”.

Ecco, questa è la domanda che continuo a farmi: possibile che non ce ne stiamo accorgendo?

Non parlo di tutti, ovviamente.

Parlo di coloro che “facciamoli provare”. Parlo di chi ha sottovalutato il potere delle forze politiche ora al governo, soprattutto di chi, col solo 17%, sta di fatto decidendo le sorti del restante 83%.

Abbiamo assistito al gioco di potere sulla pelle di 630 persone.

Abbiamo assistito all’intimidazione di giornalisti, alla schedatura di manifestanti, al divieto di manifestazione con cartelli contro il governo.

Questo non è cambiamento naturale, non si tratta di normale alternanza tra destra e sinistra, non si tratta di democrazia. È qualcosa che torna dalle fogne dov’era stato scacciato poco più di settant’anni fa e, come tale, si porta dietro il proprio seguito di sporcizia.

Di codardi che minacciano di morte chi difende i diritti degli omosessuali, in primis, come accade da settimane a membri dei Sentinelli di Milano e com’è accaduto ieri a Cathy La Torre.

Perché nel momento in cui si sdogana l’odio, nell’istante in cui si passa il messaggio che tutto vale, che discriminare è legittimo, che il diverso va schiacciato e/o scacciato, questo è il risultato: le iene tornano allo scoperto e minacciano tutti. Tutti. Anche coloro che ora potrebbero sentirsi al sicuro, perché nel momento in cui qualcosa del genere diventa la norma è solo questione di tempo prima che se ne diventi vittime.

Non è “se”, è “quando” e anche non fosse così sarebbe comunque abominevole.

Io non voglio credere che la maggioranza degli italiani stia assistendo a tutto questo e pensi sia giusto: lo temo. Lo temo davvero, ma non voglio crederlo, perché se lo credessi finirei per pensare che non c’è più speranza e io, alla speranza, rinuncerò solo da morto.

Ma ciò non toglie che se non facciamo qualcosa, il futuro sarò oscuro, che se non combattiamo ora, la storia si ripeterà, perché non serve essere in maggioranza assoluta per essere pericolosi, se la maggioranza rimane impassibile.

Non sto facendo iperboli, non sto esagerando, è sotto gli occhi di tutti, basta voler vedere.

Il problema è il come.

Mettiamoci in testa che ridere dell’ignoranza di chi ha votato non è servito (anzi) e non servirà (anzi al quadrato).

Mettiamoci in testa che salire su un piedistallo alimenterà solo coloro che quel piedistallo lo odiano da sempre.

Mettiamoci in testa che se non condividiamo bellezza, cultura e tolleranza non usciremo mai da questa situazione, perché a odiare loro sono molto più bravi. Molto.

Questo non significa non denunciare. Bisogna denunciare, bisogna tenere alta la guardia, bisogna ricordare che tutto ciò è sbagliato, ma bisogna anche dare l’esempio del bello. Celebrare la vita. Accogliere.

Aiutare chi soffre ed è discriminato.

Celebrare e combattere per uguali diritti per tutti.

Non pensare mai che una cosa non ci tocchi.

Non ridicolizzare, ma rendersi conto del pericolo effettivo che esiste.

E non lo sto dicendo da un piedistallo, perché è una cosa che devo imparare io stesso.

Non è facile.

Non è neanche sicuro.

Ma dobbiamo provarci, perché io non voglio, tra venti o trent’anni, ammettendo di essere ancora vivo, dover rispondere alla domanda “cosa stavate facendo mentre succedeva” con “nulla”.

Questa è l’unica certezza che ho.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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