Supernatural: 13×20 Unfinished Business -13×21 Beat The Devil

Quando si decide di recuperare personaggi (dati per) morti, bisogna prestare estrema attenzione nello spiegarne il ritorno, le vicende del periodo “buio” e qualunque altro punto interrogativo che dovesse sorgere di conseguenza. Il ritorno di Gabriel negli scorsi episodi aveva reso sempre più impellente tale necessità e Unfinished Business è l’episodio che non solo chiude il cerchio dei vari punti in sospeso, ma tira ulteriormente le fila sul passato dell’Arcangelo, chiarendo punti che troppo a lungo erano stati lasciati nella zona grigia di ciò che è stato spiegato, ma neanche tanto bene.

In piena ricerca di vendetta, Gabriel va a caccia di chi l’ha venduto ad Asmodeus, niente meno che dei tre figli di Loki e del loro astuto genitore. Ma come? Loki non era semplicemente un’identità assunta dall’Arcangelo in passato? Sì e no ed è in questa rivelazione che risiede l’apprezzamento espresso poco fa: Loki e Gabriel sono a tutti gli effetti entità separate e il figlio di Odino aveva semplicemente concesso a Gabriel di prendere le sue sembianze e il suo nome nel momento in cui questi aveva chiesto aiuto per sparire dal giro celeste a cui apparteneva.

Risolto brillantemente, quindi, il mistero della doppia identità di Gabriel e chiuso il cerchio relativo alla sua presunta morte e conseguente prigionia, il personaggio è libero di essere utilizzato in modo più incisivo all’interno della serie, volontà più che evidente qui e in Beat The Devil: la sua scelta di non sparire segna uno stacco dal suo passato perfettamente giustificato non solo da ciò che ha vissuto negli ultimi anni, ma anche da quanto gli viene detto da Loki prima di essere ucciso.

Il vedere una sua versione deformata che porta alla luce le sue debolezze, essere consapevole di quanto queste l’abbiano condotto non solo a rischiare la vita ma anche a venire torturato e sfruttato da un Principe dell’Inferno, porta finalmente Gabriel a confrontarsi con le sue potenzialità e a comprendere che è giunto – forse – il momento di crescere. Questo non significa in alcun modo la perdita dello spirito più dissacrante e irriverente del personaggio che – diciamocelo – finirebbe per perdere ogni interesse altrimenti. Vuol dire, invece, permettergli di evolvere secondo un percorso non dissimile da quello di Dean nei tredici anni di vita della serie: nessuno potrà negare quanto il Winchester più anziano, pur essendo diventato un uomo complesso, abbia una dominante cazzona che non viene mai meno.

Da segnalare che Richard Speight Jr., l’attore che presta il volto a Gabriel, è anche il regista dell’episodio, mostrando così una notevole versatilità non solo nell’interpretazione di due personaggi simili eppur molto diversi, ma anche apponendo la sua firma alla direzione.

Non contento del focus su Gabriel, Unfinished Business fa avanzare anche la trama ambientata nel mondo parallelo: come già accaduto, quando ci spostiamo dall’altra parte non abbiamo mai una piena visione delle vicende, bensì ci troviamo nel bel mezzo di un’azione iniziata fuori scena; si tratta di una scelta narrativa azzeccata, che permette di portare avanti un’evoluzione dei personaggi e delle loro dinamiche lasciando allo spettatore il compito di riempire gli spazi rimasti vuoti. Quello che noi vediamo, a questo punto, è un Jack sempre più (e, dati i risultati, troppo) convinto e sicuro nel ruolo di combattente e di arma vincente contro l’armata di Michael, con Mary progressivamente più legata a lui e ben inserita nelle fila della resistenza. La fine del Kevin alternativo, pur amara, funge da promemoria della non infallibilità del Nephilim, dell’astuzia e crudeltà del fratello di Lucifer, ma anche dell’animo fondamentalmente buono di Jack, che usa istintivamente le proprie ali per difendere la sua compagna di avventure. Trappola o meno, comunque, le armate angeliche sono in movimento e la nostra Terra è sempre più a rischio.

La chiusura di Unfinished Business, poi, rappresenta un momento di chiarimento che forse non avevamo previsto, ma che comunque ben si innesta nelle ultime vicende, mostrando come non solo Dean non abbia  mai abbandonato il proprio istinto protettivo nei confronti del fratello, ma quanto Sam, invece, non sia più disposto a lasciare che si prenda un tale carico sulle spalle. Il richiamo al vecchio scontro tra Lucifer e Michael è perfetto per la chiusura di un cerchio iniziato con le prime stagioni e per mostrare il percorso fatto da allora.

– Ricordi cos’è successo l’ultima volta che abbiamo avuto i biglietti in prima fila per lo spettacolo di Lucifer e Michael? Io sì. Sei morto e finito all’inferno. Ma vedi, stavolta l’Apocalisse non sta cercando noi. Siamo noi che la stiamo cercando. Non mi importa cosa succede a me. Non mi è mai importato. Ma mi interessa cosa succede a mio fratello.
– Dean. Andremo in quel luogo e salveremo Jack e mamma. Insieme. E se qualcosa accade, lo gestiremo insieme. E se moriamo? Faremo anche quello insieme.

La primavera, nel frattempo, è arrivata e sembra esserlo anche per gli autori, che in Beat The Devil si divertono a inserire prima allusioni sessuali e poi una vera e propria scena di improbabile e divertente trasporto tra i due personaggi meno prevedibili in assoluto: un tocco forse spiazzante, ma senza dubbio divertente che, in realtà, permette anche di comprendere come Gabriel e Rowena stiano cambiando e diventando sempre più parte integrante del gruppo, un po’ come era stato per Crowley in passato.

La missione è sempre quella – tornare nel mondo parallelo e salvare Mary e Jack – ma la scarsità (ahi ahi) della grazia di Gabriel comporta il dover fronteggiare il peggior nemico e timore di tutti i presenti: Lucifer.

Un Lucifer che troviamo affranto, deluso, amareggiato, incapace di godersi il proprio ruolo in paradiso perché – sorpresa! – in quel ruolo non c’è nulla da godere e tanto, invece, da risolvere: qualcosa che al Diavolo non è mai venuto granché bene; una condizione mentale che porta a una sua facile sconfitta e all’avanzamento del piano. O almeno così sembrerebbe, dato che il buon arcangelo ben sa come manipolare chi ha ucciso in precedenza e riesce, piuttosto facilmente, a mettersi nelle condizioni di ottenere ciò che crede di volere: un incontro con suo figlio.

Molti sono i punti interessanti nello svolgimento dell’episodio: Gabriel che mostra dubbi su se stesso, prontamente dissipati da Castiel, preparando così il terreno per la (probabile?) ascesa dell’Arcangelo in Paradiso; Rowena volta esplicitamente le spalle alla se stessa passata, concludendo il proprio percorso di transizione; Sam muore – dando vita alla peggior paura di Dean – ma, per fortuna, l’improbabilità della persistenza di tale stato viene risolta nel giro di pochi minuti, spezzando (si spera per sempre) una delle ormai trite routine di morte e resurrezione dei fratelli Winchester.

Ma, soprattutto, le carte ora sono veramente distribuite ed è difficile immaginare quale sarà la dinamica degli ultimi due episodi di stagione, anche se ci è possibile intuire qualcosa. Allo stato dei fatti abbiamo il gruppo formato da Sam, Dean, Jack, Mary, Gabriel e Castiel riuniti, con l’aggiunta di Lucifer e l’arrivo (a breve, di certo) di Bobby. Non sappiamo dove siano Ketch e Charlie. Non sappiamo neanche dove effettivamente sia Michael.

Quali saranno le fazioni finali? Gli angeli dell’altro mondo finiranno nel paradiso del nostro? Gabriel diventerà il nuovo capo? Tornerà Dio? O niente di tutto questo?

Dopo tredici stagioni, Supernatural sta riuscendo a reinventarsi in modo avvincente e coerente nonostante i fill-in e qualche piccolo svarione di trama e siamo felici di poter dire che siamo estremamente curiosi di vedere dove andranno a parare.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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