Legion: 2×02 Chapter 10
“La realtà è ciò che rimane quando smetti di crederci“. Molto adeguato il fatto che la citazione che fa da leitmotiv dell’episodio (e, con tutta probabilità, dell’intera stagione) provenga da Philip K. Dick, il cui viaggio nella realtà ne ha fatto il mito che ben conosciamo – e che sta alla base di alcune produzioni televisive degli ultimi anni.
Cos’è reale? Il decimo capitolo di Legion gioca con questa domanda su vari livelli e, per farlo, rende ancora più sottili le pareti tra ciò che avviene nella mente dei personaggi e ciò che accade nel mondo fisico (e usiamo “fisico” invece di “reale” per ovvie ragioni).
Abituati come siamo, ormai, agli scenari da piano astrale che David e gli altri personaggi hanno attraversato fin dalla stagione precedente, vedere comparire lo stand dell’indovino nel mondo fisico ha comportato il chiedersi dove, realmente, ci si trovasse: era davvero la nostra realtà? Si trattava del piano astrale in cui i personaggi erano inconsapevolmente intrappolati? O stiamo assistendo a qualcosa di nuovo, alla fusione tra il mondo fisico e la percezione di esso manipolata da una fonte esterna?
Non abbiamo vere risposte al riguardo, ma molto punta a spingere in quest’ultima direzione e, così fosse, la possibilità di avere certezze sparisce del tutto.
Ecco quindi il non rendersi conto, da subito, che la missione di Oliver e Lenny si sta svolgendo realmente (di nuovo questa parola, mai così stretta) e, una volta compreso, il rabbrividire per l’immenso potere sfoggiato in questa situazione: nella forma di una meravigliosa quanto – tipicamente – estemporanea esibizione, scopriamo che il Re delle Ombre è in grado di manipolare il mondo fisico a livelli terrorizzanti. Considerando che nella prima stagione appariva solo come forma di un parassita mentale, per quanto possente, la domanda necessaria è: come ha fatto a evolvere in questo modo? È forse il controllo sulla mente e il corpo di Oliver? Quello sulla mente di Lenny? O qualcosa che ci sta solo venendo suggerita, ma ancora non mostrata?
Già, perché i lati in ombra (gioco di parole non cercato, ma adeguato) del passato e del presente di David non aiutano certo. Il ragazzo ha ricordato il messaggio della Syd futura di un anno prima e siamo consapevoli di suoi incontri e alleanze con Shadowking a esso conseguenti, ma dato che il corpo fisico di Farouk non è stato ancora trovato, perché tornare e perché farlo senza memoria? Il doppio gioco in corso è evidente e proprio perché tale possiamo star certi che non è ciò che sembra.
Che nella mente di David ci siano già varie personalità che agiscono è assodato, ma queste personalità hanno tutte lo stesso scopo? I dubbi di Fukyama e di Clark sembrano essere ben più che ragionevoli, il che ci fa pensare che ci sta venendo nascosto qualcosa, come accade quando ci si abitua al fatto che nulla è come sembra.
E poi l’abbiamo detto, cosa definisce la realtà?
Ad esempio, è reale e ben fondata la fiducia tra David e le due versioni di Syd? La Syd presente crede ciecamente nell’uomo che ama, al punto da credergli quando lui le rivela la verità su quella futura, ma quest’ultima controparte sembra molto meno trasparente e c’è qualcosa di non detto che difficilmente chi avrà visto l’episodio potrà non aver pensato: e se la piaga assassina fosse David stesso in un non improbabile passaggio al lato oscuro? Troppo facile? Forse, eppure…
– Lui ha ucciso…
– Lui ha ucciso alcune persone. Questa cosa ha ucciso tutti.
Se ci fermiamo strettamente al progredire della caccia al corpo di Farouk, Chapter 10 aggiunge ben poco, ma su tutti gli altri fronti abbiamo davanti un episodio talmente carico di informazioni evidenti e nascoste, di impressioni e di suggerimenti, che facciamo fatica a elencare tutto.
Di certo dobbiamo sottolineare il geniale primo confronto esplicito tra il Re delle Ombre e David, su un piano astrale in cui la lotta mentale diventa fisica e i due contendenti sono prima lottatori greco-romani, poi samurai, poi addirittura un carro armato. Farouk – la cui estetica ricorda un criminale uscito da un film poliziesco italiano degli anni ’70 – è un essere viscido e manipolatore, il cui scopo continua a non essere ben chiaro, a parte l’ovvia volontà di recuperare il suo corpo fisico: l’esortazione nei confronti di David di lasciare il tavolo dei bambini sarebbe controproducente se vedesse il ragazzo come un ostacolo o un avversario, ben diverso è il caso in cui abbia intenzione di manipolarlo o, peggio, lo stia già facendo.
Scopriamo anche che Lenny non è solo un volto di cui Shadowking ha preso possesso: la sua mente è imprigionata in quella di Farouk che, evidentemente, la sfrutta per alimentarsi. Viene da chiedersi, a questo punto, quante volte, finora, abbiamo visto lei e quante, invece, il suo carceriere.
D’altronde, quali certezze possiamo avere? Non sappiamo neanche se la Syd del futuro è davvero lei, e il gioco di colori (fate caso all’uso di blu, rosso e porpora nelle varie scene) potrebbe essere meramente stilistico o significare qualcosa di più sottile e inquietante.
Ci avete capito poco?
Bene, allora vuol dire che state seguendo alla perfezione, perché una cosa è certa: se ci è tutto chiaro, vuol dire che ci stiamo perdendo qualcosa.
Un’ultima nota: nell’episodio vengono citati en-passant gli Shi’ar. Si tratta di una razza aliena incredibilmente evoluta che, nei fumetti degli X-Men, ha avuto contatti ripetuti e anche molto intimi (letteralmente) coi mutanti di Charles Xavier. Interessante come, in una serie che mantiene legami superficiali col media di provenienza e con le sue sorelle, sia stato inserito un cameo del genere: si tratta di un divertissement o è un’anticipazione di qualcosa che dobbiamo aspettarci prima o poi?