Counterpart: 1×07 The Sincerest Form of Flattery – 1×08 Love the Lie
Con una scelta coraggiosa e vincente, Counterpart giunge al settimo episodio fornendo una parte di quelle risposte di cui lo spettatore ha sete e lo fa focalizzandosi su un personaggio che, fino a poco prima, era sembrato poco più che una comparsa nel grande gioco in atto: quella Clare rivelatasi come la talpa all’interno dell’organizzazione.
Raccontandoci in vari flashback i momenti salienti della vita della donna, l’episodio diventa così al contempo il modo per mostrare e raccontare numerosi dettagli su Terra-Prime e sulla società segreta il cui piano minaccia la nostra realtà. Scoprire la vita di Clare e, con lei, dei tanti bambini-ombra getta una luce nuova sul personaggio, trasformandola dal cattivo che macchinava alle spalle di un mondo ignaro all’ennesima vittima di una guerra in cui, sempre più, facciamo fatica a trovare una fazione pulita. Clare era una ragazzina ignara che perse i genitori a causa della terribile epidemia influenzale. Fu portata nella scuola senza sapere perché, convinta che fosse un orfanotrofio e fu privata col tempo di un’esistenza propria. Clare-Prime non esisteva più, non poteva avere sogni, sentimenti o desideri che non fossero la vendetta. La scena relativa alle gambe rotte e quella della misteriosa scomparsa di Spencer sono pugni nello stomaco che rivelano il livello di fanatismo e di indottrinamento dell’organizzazione segreta e della scuola.
Bambini-ombra, abbiamo detto. Perché ombra non è solo il nome in codice di Clare, è anche e soprattutto la definizione di questi innocenti traviati per diventare una fotocopia delle loro controparti in un piano che va avanti da decenni. Le similitudini con serie e film di spionaggio più classici sono evidenti e il richiamo alla Guerra Fredda ben più che accidentale.
Abbiamo usato il termine indottrinamento, ma Lavaggio del cervello, per quanto sia un’espressione desueta e forte, rende forse meglio l’idea, soprattutto considerando il suicidio di massa visto durante l’ottavo episodio.
A margine ci vengono anche date, in entrambe le puntate, nuove informazioni sulle differenze tra i mondi e, se si volesse, si potrebbero analizzare alcuni fotogrammi per andare a fondo di ognuna di queste: superficialmente, però, veniamo a sapere che un certo tipo di tecnologia – cellulari in primis – è più arretrata su Terra-Prime e che non sembra mai esserci stato un 11/9, non almeno nei termini da noi conosciuti.
Per quanto riguarda le nostre speculazioni sul quando è avvenuta la sostituzione della controparte di Claire, possiamo dire di esserci sbagliati per ottimismo: il piano era in atto da ben più tempo di quanto potessimo pensare, al punto che Clare-Prime è in effetti la donna che ha sposato Peter e con cui ha avuto una bambina, un dato molto meno di contorno di quanto si potrebbe pensare inizialmente.
Peter, visto che lo abbiamo appena nominato, è il personaggio che in questi due episodi risalta in peggio. Ingannato spudoratamente dalla moglie e incapace di seguire le istruzioni di Howard-Prime, finisce per confrontarsi con Clare e mettersi così in condizione di essere ulteriormente manipolato. Peter Quayle è un burocrate, Clare una spia addestrata per buona parte della sua vita e, in quest’ottica, la frase finale relativa alla figlia è, per quanto struggente, da prendersi adeguatamente con le pinze: la donna ha già dimostrato di sapere agire con estrema freddezza nonostante gli scrupoli che può provare o aver provato e nulla garantisce non agisca così in futuro.
D’altronde, le sue stesse menzogne a Peter relative alla fine di Clare-Alfa durante l’ottavo episodio indicano quanto il suo gioco abbia ben più di due facce. A chi è leale Clare? Alla causa? A Peter? A sua figlia Spencer? A se stessa? O a nessuno di questi? E, soprattutto, lei è consapevole di dove risieda la sua lealtà?
La trama secondaria di The Sincerest Form sfocia ed esplode in Love the Lie. La scuola è stata scoperta. Pope ha dato l’ordine di pulizia e le conseguenze di tale ordine sono ulteriore dimostrazione del fanatismo di questa società segreta. La necessità di avvisare Howard-Prime della presenza di agenti infiltrati porta a quello che è, a oggi, il momento migliore della serie: il confronto/scontro tra Prime e Alfa.
Con un voluto e azzeccato effetto di deja-vu che va a sottolineare la strada fatta in otto episodi, nella stessa Interfaccia che conosciamo dal primo episodio, quella che ha scandito per anni la vita di Howard-Alfa, i due uomini abbandonano velocemente i binari della semplice comunicazione d’urgenza ed esplodono in un confronto che fa necessariamente il punto sugli elementi comuni, sulle differenze e sui cambiamenti. Se inizialmente e prevedibilmente è Prime a fare la parte del leone e a investire Alfa di disprezzo e astio, sarà invece quest’ultimo – con la sua reazione rabbiosa – a mostrare quanto sia stato costantemente sottovalutato da tutti – controparte in primis: Alfa non è un debole, ha scelto di mostrarsi come tale perché consapevole delle proprie priorità, quelle priorità che gli hanno permesso di avvicinare in breve tempo Emily-Prime e Anna e che ora gli permettono di mostrare a Prime ciò che lui non è e non potrà mai essere, avendo scelto altre strade troppo tempo prima.
La amo per tutto ciò che è e per tutto ciò che non è. E alla fine, questa capacità, l’abilità di amare qualcuno disinteressatamente, è l’unica cosa che mi distingue da te.
Una prova d’attore eccellente da parte di J.K. Simmons, nella sua capacità di mostrare con lo stesso viso emozioni e sentimenti agli antipodi. Alfa e Prime sono la stessa persona e al contempo immagini speculari, e Simmons riesce a rendere meravigliosamente questa dicotomia.
Nel frattempo, la trama di Baldwin procede in parallelo pur se col contagocce e la donna cerca di far avanzare la propria missione originale uccidendo la prima delle vittime designate rimaste. Non tutto, però, va per il verso giusto, e le sue interazioni con la giovane barista la stanno segnando più di quanto voglia ammettere: la giovane è il sapore di una vita normale e, una volta sperimentato, tornare a uccidere comporta sentire tutto lo sporco che in passato era stato facile accettare. Da questo punto di vista, Sara Serraiocco riesce a trasmettere bene la lotta interiore della donna, come si vede dal fugace sorriso che, verso la fine di Love the Lie, si permette di concedersi guardando il volto della ignara Greta, che si sta rendendo pian piano conto di che grossa gatta da pelare si è portata in casa.
La conclusione ci porta velocemente verso i due episodi finali: Quayle ha dimostrato di essere il debole burocrate e l’ancora più fragile essere umano che aveva sempre negato di essere e la sua scelta di cercare di incastrare Howard, al contempo vile e disperata, di certo non avrà conseguenze da poco nelle ultime due ore di questa stagione.
Poche sono le certezze, in vista del finale: quasi nessuno è vittima innocente in un gioco al massacro in cui l’ombra di quella maledetta influenza e della sua diffusione opprime le vite di due universi.