Marvel’s Runaways: 1×06 Metamorphosis – 1×07 Refraction

Superato il giro di boa, possiamo tranquillamente affermare che una delle caratteristiche salienti di Runaways sta nel prendersi i propri tempi, il che può venire letto sia con accezione positiva che negativa a seconda di chi guarda e dei risultati che si ottengono. La lentezza delle vicende è spesso un grosso rischio, perché pur permettendo un potenziale approfondimento delle psicologie e delle dinamiche, basta poco perché l’equilibrio si spezzi e lo spettatore si inizi a stancare.

Se, fino a oggi, il rischio è stato ben gestito da parte degli autori della serie, in Metamorphosis la bilancia ha rischiato di pendere dal lato negativo, salvandosi sul filo di lana: considerando però i due episodi, il citato Metamorphosis e il successivo Refraction, come un unico blocco narrativo, l’effetto è molto diverso e denota uno sviluppo in due fasi, una preparatoria e una di messa in atto. Non ci troviamo sicuramente ancora nel momento della “fuga” vera e propria che dà il titolo alla serie e che, ormai possiamo esserne ragionevolmente certi, rappresenterà il culmine del season finale, ma comunque molto si scopre, molto accade e, sopratutto, molto si prepara.

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Jonah

Quella che può essere considerata uno dei principali game-changer di questa coppia di episodi è l’introduzione di Jonah e la lenta scoperta di quanto la sua rete e i suoi piani siano ampi, radicati e risalgano a molti decenni (se non secoli) prima.

Il flashback di Metamorphosis ci porta indietro di quindici anni, alla prima cerimonia di Pride: incontriamo così i partecipanti che ben conosciamo, con in aggiunta i genitori di MollyTutto apparentemente già visto eppure tutto diverso. Davanti a noi ci sono individui che, per un motivo o per l’altro, si sono ingenuamente e stupidamente fidati di Jonah accettandone aiuti e doni e sottovalutando il prezzo che avrebbero dovuto pagare in seguito. Un prezzo terribile e i cui pezzi vano pian piano mettendosi insieme: se prima eravamo a conoscenza dei sacrifici periodici, ora sappiamo che la loro funzione – prettamente pseudo-scientifica – è trasformare la materia in energia e usarla per consentire a un corpo umano (ma lo sarà davvero?) di vivere potenzialmente per sempre, dove il corpo in questione è quello – ovviamente – del nostro Jonah.

La condizione dei membri di Pride, fatta esclusione per Leslie e – forse – Victor è riassumibile nelle parole, ciniche ma pragmatiche, di Tina.

– Sentite, mi spiace per quel ragazzo che è appena diventato eterno o qualunque altra cosa, ma se Jonah è pronto a farlo a lui, sarà pronto a farlo anche a noi. O ai nostri figli.
– Quindi siamo….
– In trappola. Abbiamo fatto un patto col diavolo e il diavolo dovrà avere ciò che gli spetta.

Pride, quindi, è iniziato con aiuti troppo belli per essere veri trasformati in un ricatto da cui non ci si può liberare: i suoi membri non avevano intenzione di diventare assassini seriali; ciò rende la loro posizione meno grave? Di certo no, ma di sicuro fornisce un quadro più ampio delle loro motivazioni.

Ma Pride, ormai è evidente, è un’enorme pedina nelle mani di Jonah, di cui sappiamo poco e male: sappiamo che potenzialmente è vecchissimo, che si nutre delle energie di altri essere umani, che sta lavorando a un progetto segreto da decenni e che questo progetto richiede che Pride esista e sia completo; la stessa chiesa di Gibborim, praticamente costruita sulle sue spalle, è stata esclusivamente funzionale alle sue esigenze e finirà, probabilmente, per esplodere addosso all’ingenuo e incauto Frank.

Anche la relazione con Leslie si tinge di troppe domande, a partire dal motivo per cui Jonah sembri averla scelta quando ancora era una bambina (sì, la cosa è estremamente disturbante anche per noi) e con la quale ha generato Karolina: l’impressione è che mentre la chiesa sia stata funzionale a certe parti del suo progetto, Karolina e i poteri che ha ereditato possano essere una chiave di qualcos’altro.

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Pride

Pride è sempre più allo sbando, tanto da richiedere più volte più volte l’intervento diretto o meno di Jonah. Rapporti extra-coniugali, violenza, tumori al cervello che vengono curati con droghe sperimentali, di certo i genitori dei nostri protagonisti si trovano ad affrontare più problemi di quanti vorrebbero, provenienti dal loro interno ma anche, e qui la verità sta venendo a galla, da un esterno sottovalutato.

Se le dinamiche tra Tina e Robert servono soprattutto a dare maggiore tridimensionalità alla madre di Nico, Victor è il fulcro di una serie di eventi personali e non con portata catastrofica.
È lui a svelare la tresca tra Robert e Janet, causando la crisi di Tina, ma è anche lui che, crollato a causa del tumore, riceve la cura miracolosa di Jonah subendo un repentino cambio di personalità, non definitivo ma sufficientemente lungo da illudere moglie e figlio di un potenziale futuro migliore in arrivo.
Quando, però, una droga che genera euforia termina i propri effetti, le conseguenze possono essere drammatiche e, nel caso di Victor, potenzialmente letali in più di un senso.

Quello che viene da domandarsi è: chi è il vero Stein? Il padre amorevole visto nel flashback alla nascita di Chase? L’uomo duro e distaccato di pochi anni dopo? L’autore di abusi familiari di cui abbiamo avuto più di una testimonianza? Inutile illudersi, troppi indizi dicono che il tumore fosse solo una scusa e che l’origine della violenza dell’uomo risieda ben altrove.

Per la seconda volta, in Refraction, incrociamo poi il televisore puntato sul futuro che, dopo averci mostrato una Los Angeles in macerie, stavolta si trasforma in un ricevitore per un messaggio dal Chase futuro, a significare quanto le scene finali dell’episodio siano fondamentali per la definizione di ciò che verrà: un messaggio tristemente rimasto inascoltato, purtroppo.

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I non ancora fuggitivi

Dopo che il gruppo dei protagonisti sembrava ormai aver preso forma, nuove dinamiche spingono verso separazioni, asti e allontanamenti. La necessaria attesa dovuta al piano dei ragazzi diventa l’elemento più frustrante del sesto episodio e causa, al suo interno, non pochi problemi nel momento in cui le personalità e i desideri personali tornano momentaneamente a galla.

Karolina, come già detto più volte, è sicuramente il personaggio più sottoposto a cambiamenti, morali e fisici. Il rendersi conto di aver vissuto sostanzialmente in una menzogna per tutta la sua vita la porta a non soffocare più i propri sentimenti, permettendo in questo modo alla sua omosessualità di venire lentamente a galla, un’omosessualità alla quale Chase è prevedibilmente cieco, tanto da spingerlo a fare la sua mossa dopo aver cercato di salvarle la vita (e averne scoperto i poteri di levitazione, per inciso).

La dinamica triangolare Karolina/Chase/Gert causa nuovi attriti tra le due ragazze, grazie a un comportamento vagamente opportunista della seconda: Gert, che ha sempre mascherato il proprio sentirsi inadatta dietro sarcasmo e lotte, è sempre più frustrata dalla situazione sentimentale e finisce per porsi in modo fastidioso e inopportuno nei confronti di chi dovrebbe esserle amica.

Anche tra Alex Nico non sono rose: la ragazza, ben lontana dall’essere disposta a farsi più prendere in giro da chicchessia, capisce velocemente che Alex le sta nascondendo qualcosa. Come era a conoscenza della password di Tina? E perché mentire a riguardo? Attenderemo la risposta nel prossimo episodio.

Come Victor è fulcro dei problemi di Pride, Molly è catalizzatore del crollo per i ragazzi. A causa della giovane età, la ragazza finisce per rivelare troppoCatherine nella speranza di scoprire qualcosa sui propri genitori: quel troppo scatena la certezza che la ragazzina abbia visto la cerimonia e il dubbio che anche gli altri ragazzi sappiano qualcosa.
Un evento di tale portata non può non avere conseguenze e diventa nuovo motivo di scontro nel gruppo, portando Molly a prendere le distanze per la frustrazione di essere isolata e incompresa: solo Karolina, che può comprenderne la diversità, mostrerà una sufficiente empatia nei suoi confronti.

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Figli vs. Genitori

Avevamo lasciato Nico in riavvicinamento con Tina, ma la magia finisce per spezzarsi quando la donna perde l’occasione di rivelare la verità sulla morte di Amy. Il perché lo faccia è solo supposizione, ma ci sentiamo ragionevolmente sicuri di poter affermare che non sia per mero opportunismo: Tina aveva già dimostrato il proprio pragmatismo quindi anni prima e possiamo solo supporre che sia quello a guidarla anche nel presente. Mente se ritiene sia necessario per preservare ciò a cui tiene, Nico inclusa. Rimane da capire cosa davvero sia successo a Amye quale sia stato il suo ruolo in merito.

Il rapporto tra Alex e i genitori è sostanzialmente basato su continue frecciate del ragazzo: una sequenza forse eccessiva di battute ben poco velate che mostra quanto il giovane – di certo non stupido – certe volte finisca per assumere comportamenti poco furbi dettati dall’emotività, tanto da portare i genitori a sospettare anche di lui dopo la scoperta relativa a Molly.

Karolina ha pochi sviluppi su questo fronte: la vediamo interagire poco o nulla con Leslie ed è oggetto di un’inquietante incontro col padre biologico Jonah; l’unico rapporto valido è potenzialmente quello con Frank, anche data la sua estraneità a Pride, ma l’uomo non sembra al momento sufficientemente autonomo e forte da darle il sostegno di cui la ragazza avrebbe bisogno.

Di Chase abbiamo già praticamente detto: il giovane è in costante bisogno di amore e approvazione da parte del padre e questo lo porta, nella fase positiva dell’uomo, a prenderne le parti contro una madre rea di aver voluto cercare conforto altrove. Un voltafaccia triste ma tipico per un ragazzo che considera l’amore paterno il premio più grande e quello materno una mera consolazione. Tipico che sia però proprio la madre a salvarne la vita di fronte alla cieca violenza di un Victor in pieno furore omicida.

Gert e Molly fanno discorso a parte. La rivelazione sulla seconda spinge i Wilder a confrontare gli Yorkes e ad escogitare un modo per allontanarla: di nuovo vediamo, quindi, che potendo scegliere molti dei membri di Pride cercano di proteggere i propri figli e quelli dei loro compagni di gruppo; significativo che venga per l’ennesima volta citato Jonah come spauracchio. L’ovvio rifiuto di Molly viene tamponato da Gert, che la convince ad accettare momentaneamente, dimostrando il legame profondo che lega le due ragazze.

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E ora?

A tre episodi dal finale di stagione ci troviamo quindi in una situazione in cui i Runaways non sono ancora tali, il piano di Jonah è lungi dall’essere definito e Pride è allo sbando. Il sesto e il settimo hanno però posto le basi per un’accelerazione della trama che già abbiamo potuto intravedere in Refraction e che ci auspichiamo possa portare a un buon culmine nel season finale di gennaio. E vogliamo vedere di più il dinosauro, per inciso.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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