Penso
Penso. Sempre. Troppo. Forse, o forse no, ma tant’è.
Penso a dov’ero 9 anni fa in questi giorni. A com’era la vita. A ciò che sarebbe arrivato a breve, che temevo ma non osavo pensare.
Tanto poi le cose arrivino che le pensiamo o meno e le gestiamo che ne siamo capaci o meno.
O almeno ci proviamo.
Penso a quanto a volte cose dette in leggerezza possano fare più danni che altro.
Penso a quanto sia piacevole vedere un film con gente che lo apprezza e parlarne, dopo visto, con chi ha la tua stessa passione, ma anche a quanto sia deprimente leggere in giro gente che scambia film per, letteralmente, una religione. E, si sa, non è che le religioni portino sempre grandi cose.
Penso a Stitch e alla sua passione per un sacco di iuta.
Penso a quanto la gente sappia dimostrare la propria piccolezza, se gliene si lascia l’occasione.
Penso che certe volte sarebbe molto più bello avere torto che avere ragione.
Penso che ho voglia di persone belle nella mia vita. E positive. E di carica di gioia e non di amarezza.
Penso che ci sono momenti in cui siamo assenti per gli scrupoli più stupidi e sbagliati.
Penso ai ricordi che mi nascono ogni volta che esco sul balcone. Non per ciò che vedo, ma per quel freddo particolare che mi fa pensare ad altri inverni, altri luoghi, altre vite.
Penso che non finisca mai il numero di possibili pelli che si nascondono sotto quella attuale e che la maggior parte delle volte la transizione è lunga e dolorosa e che, stavolta, sta occupando quasi due anni.
Doveva essere la più piccola e inaspettata, è forse la più lunga e complicata.
Penso che si possa fingere quasi ogni cosa: interesse, orgasmi, coraggio, intelligenza, empatia. Ma non con chiunque e non per sempre. Mai per sempre.
Penso che il 2018 non ho idea di come sarà, ma di sicuro sarà interessante scoprirlo.
Penso che a volte perdoniamo troppo per troppo tempo e poi è sufficiente un ultimo poco per smettere di perdonare.
Penso che ho già tre viaggi a Londra pianificati e nessuno di questi copre l’estate, per cui rischio davvero di farmi qualche giorno di mare. Dopo anni.
Penso che mi manca New York e che probabilmente non la vedrò ancora per anni e che, nel frattempo, andarci potrebbe essere sempre meno piacevole.
Penso che adoro tornare nei posti che amo e nel frattempo ho voglia di scoprirne di nuovi e che quindi questa cosa che non sono ricco da far schifo ha rotto un po’ le palle.
Penso che andrò a letto, che di cazzate ne ho scritte abbastanza.