The Flash: 4×08 Crisis on Earth-X, Part 3

Dopo un secondo episodio non perfettamente calibrato, Crisis corregge il tiro e sforna un penultimo capitolo che regala più di una soddisfazione allo spettatore.

Come previsto, aver separato gli eroi e averli portati in una situazione di pericolo reale ha sbloccato dinamiche molto più interessanti. Su Terra-X Barry, Oliver, Alex, Sarah e il duo Firestorm finiscono reclusi in un campo di sterminio, con tanto di cartello Arbeit Macht Frei in bella vista. L’ambientazione è oppressiva e oscura e sicuramente non le è stata dedicata la maggior parte del budget, ma in fin dei conti riesce a trasmettere quello che deve: nonostante si sappia benissimo che gli eroi ne verranno fuori, la curiosità di sapere come questo avverrà è forte e ottiene l’effetto sperato.

L’arrivo di un Leonard Snartin una riuscita versione doppelgänger rappresenta un primo momento di svolta, che porterà i nostri eroi a incrociare la stessa resistenza da cui senza dubbio proveniva il Guardian ucciso nel prologo. L’episodio è così un mezzo per mostrare un sempre maggior numero di versioni alternative, con Winn a capo della citata resistenza e Quentin Lance in versione nazista, ma anche di farci conoscere un nuovo personaggio che speriamo di aver modo di incrociare ancora in futuro: Ray Terrill (Russell Tovey).

Se i tanti doppelgänger finiscono per essere alla lunga prevedibili o un po’ forzati, The Ray porta invece una piacevole ventata d’aria fresca anche grazie al suo legame con Snart: sarebbe un peccato se non venisse ripescato in qualche modo dopo il cross-over.

Ben funzionanti i dialoghi tra Sarah e Alex, in cui White Canary torna a mostrare quel lato duro e deciso che tanto spesso viene dimenticato in Legends of Tomorrow, ma anche i momenti di confidenza tra Jefferson e il Dr Stein, premonitori di quel colpo di scena finale magari non tanto imprevisto, ma comunque ben inserito nelle dinamiche dell’episodio.

Mentre, quindi, i pezzi grossi sono su Terra-X e tentano di tornare a casa, su Terra-1 assistiamo a un dialogo tra Supergirl e Overgirl, con un netto scontro di valori: la Kara di Terra-X è tutto ciò che quella che conosciamo rischiava di diventare se non fosse stata cresciuta in una famiglia carica di valori e di amore. Buona la prova di Melissa Benoist, che dopo le perplessità relative al prologo sembra invece essersi ben calata nel ruolo del proprio alter-ego malvagio.

Con Kara in procinto di essere usata come donatrice involontaria d’organi e molti eroi in un’altra dimensione, sono Iris e Felicity a dover cercare di salvare la situazione a breve termine. Su questa storyline ci sono un paio di appunti da fare. Se la vediamo senza porci troppe domande, funziona e diverte molto: è piacevole vedere un ribaltamento di ruoli ogni tanto e Felicity ha già dato prova in altre occasioni di essere capace di mettersi in discussione e di rendersi utile. Solo in questo episodio è in grado di mettere in moto un piano di salvataggio – anche se non dal lieto fine – oltre all’invio di un S.O.S. alle Leggende, che ci viene finalmente spiegato essere in missione senza Sarah e Firestorm.

Però l’idea che lei e Iris, senza una vera preparazione fisica se non – al massimo – qualche nozione di autodifesa possano mettere fuori combattimento più volte dei soldati addestrati è probabilmente un po’ troppo. Vero è che in un caso gioca l’effetto sorpresa, ciò non toglie che dobbiamo costringerci a sorvolare un po’ sulla questione per goderci la parte di azione pura.

Discorso simile vale per le improvvise conoscenze relative agli S.T.A.R. Labs mostrate da Iris. Ricordiamoci che la non-ancora-signora-Allen fa parte del Team Flash da pochi mesi e, da ciò che ci è dato sapere, soprattutto come coordinatrice delle missioni anti-meta: non è ben chiaro come e perché dovrebbe aver imparato le schematiche interne della struttura dei laboratori, tanto da prendere di sorpresa anche chi quei laboratori li ha costruiti, Eobard Thawne.

Il ritorno di Thawne ci dimostra che Tom Cavanagh rende molto meglio quando interpreta ruoli di un certo spessore: era stato un dolore vederlo sprecato nei panni di HR nella scorsa stagione, mentre il suo carisma lo rende in grado di fornire interpretazioni molto più intense. Quando Crisis sarà finito speriamo – pur dubitandone – che almeno parte di questo carisma torni nel personaggio del Wells di Terra-2.

Possiamo quindi dire che gli sceneggiatori hanno cercato di concentrare in questo capitolo i momenti di crisi e oscurità in vista della necessaria rivalsa che ci aspettiamo nell’ultima parte: nonostante il mondo nazista di Terra-X sembri un po’ stereotipato e superficiale, questo non impedisce di riuscire a creare dinamiche emozionanti, avvincenti e sicuramente più convincenti di quelle viste nel capitolo precedente.

Un difetto rimane purtroppo la presenza di antagonisti molto stereotipati, con una totale assenza di sfumature: sono cattivi perché nazisti e nazisti perché cattivi; non sarebbe stato male assistere a qualche pennellata caratteriale in più, ma ci rendiamo conto che probabilmente il contesto non è adeguato.
C’è da dire, però, che invece i personaggi positivi vengono gestiti meglio. Il Winn di Terra-X ostacola gli eroi per motivi oggettivamente validi, il nuovo – e ultimo, dato che Miller ha confermato il suo abbandono – Snart ci concede un punto di vista piacevolmente diverso sul personaggio e lo stesso Ray sembra in grado di regalare molto allo spettatore. Ci aspettiamo, quanto meno, di scoprire come sia giunto su una Terra così diversa dalla sua.

La terza parte di questa minisaga si afferma quindi come il miglior tra gli episodi visti, mettendo finalmente alla prova gli eroi con minacce reali.
Resta da vedere se il colpo di scena finale sarà ciò che sembra, aprendo a conseguenze immediate e non, o se invece verrà ridimensionato nel seguito.