The Gifted: 1×02 rX – 1×03 eXodus

Dopo la première, che ci aveva fatto conoscere la famiglia Strucker e scoprire le difficoltà dei mutanti in un mondo in cui X-Men sono spariti senza lasciare traccia, The Gifted torna in due episodi che ci accompagnano nella lotta personale di chi è costretto ad abbandonare da un momento all’altro la propria vita e di chi non ne ha una vera ormai da tempo.

rX

Riprendendo esattamente da dove ci aveva lasciatirX porta lo spettatore a seguire tre storyline distinte. Il destino di Reed Strucker è l’elemento centrale della prima: l’ormai ex procuratore è in mano ai Sentinel Services e deve confrontarsi con la privazione di fatto dei suoi diritti; lo scontro verbale con l’agente Turner, per quanto all’inizio apparentemente in favore di Reed, finisce per essere alla lunga vinto dal suo carceriere, che ha la possibilità di giocare sporco e la volontà di farlo. I Sentinel Services non si fanno problemi a usare qualunque leva, inclusi interrogatori minacciosi alla madre di Strucker e minacce estese a tutti i suoi cari, pur di ottenere collaborazione. L’opposizione di Reed finisce per soccombere al desiderio di proteggere la propria famiglia, portandolo a concludere il classico patto col diavolo: in cambio di protezione per moglie e figli, Reed aiuterà i Services a scovare e catturare i membri della rete mutante.

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La seconda e meno approfondita storyline è quella relativa a Lorna. In prigione, Polaris mostra la propria forza di carattere, ribellandosi a tentativi di soprusi dalle altre prigioniere, ma anche non accettando passivamente alcuna costrizione del personale di sicurezza. La sua forza, morale e fisica, esplode sotto stress e riesce a mettere a dura prova il collare inibitore indossato: una dimostrazione che la porterà in cella d’isolamento.

Il filone narrativo più importante segue, invece, gli eventi nella sede della rete mutante. Clarice, dopo aver portato in salvo i compagni e la famiglia Strucker, collassa distrutta e i suoi poteri impazziscono, generando un numero sempre più ampio di portali più o meno casuali all’interno dell’intera struttura clandestina: uno di questi, in particolare, si apre a tempi regolari sulla stessa strada, attirando attenzioni indesiderate e mettendo a rischio la sicurezza di tutti i presenti. Sarà Caitlin, che è – molto opportunamente – un’infermiera, a fornire una via di salvezza, su spinta dei suoi stessi figli: in missione con Marcos recupera in un ospedale i medicinali necessari e salva la vita di Clarice, mettendo al sicuro gli ospiti del rifugio, oltre a Andy e Lauren, che nel frattempo hanno dimostrato il proprio valore rendendosi indispensabili durante la crisi.

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Mentre, come si diceva, la linea narrativa dedicata a Polaris non offre molti spunti, le altre due permettono di arricchire la conoscenza che dei personaggi e, cosa non secondaria, portano gli stessi ad ampliare il proprio bagaglio di informazioni.

Il titolo, rX, fa riferimento ai raggi X e propone l’idea della scoperta di qualcosa che altrimenti sarebbe nascosto. Reed, prigioniero, si rende conto di quanto quella legge che ha aiutato ad applicare per anni sia usata per perseguitare piuttosto che per proteggere: con la scusa della sicurezza i primi a cadere sono i diritti e la differenza tra colpevoli e vittime si fa sempre più sottile.
Emblematica, anche se piuttosto prevedibile, la figura dell’agente Turner: scopriamo nell’episodio che nello stesso incidente in cui sono spariti gli X-Men, lui ha perso la figlia. Ecco, quindi, che il doverenon è più il vero movente, sostituito in modo evidente – e di certo non proprio sottile –  dalla vendetta. Non importa più che i mutanti siano colpevoli, basta che esistano per essere trattati come tali. Una chiave di lettura che sarà fondamentale nell’episodio successivo.

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Lo sguardo sulla gente comune, invece, ci arriva da Caitlin e Marcos. Durante il tragitto, la donna cerca di comprendere la situazione mutante e ciò che scopre la stravolge: convinta, protetta com’era dalla bolla della sua vita perfetta, che i soli perseguitati fossero i criminali, scopre che nessun mutante è al sicuro e che lo stesso ricorso alle cure mediche è spesso un rischio per la sicurezza di chi ha poteri.

– Ciò che è successo all’ospedale… è sempre così difficile per i mutanti?
– Pensi che quello sia stato difficile? Quel medico almeno mi ha ricucito prima di chiamare i poliziotti. È servizio sanitario mutante di prima classe, questo.

Lo scontro tra illusione e realtà, tra bolla e mondo reale, è un parallelo costante di questi primi episodi, che serve a mostrare soprattutto quanto anche persone fondamentalmente brave come gli Strucker possano guardare dall’altra parte finché non provano sulla propria pelle l’abominio delle ingiustizie.

Buoni gli effetti speciali, che danno il meglio soprattutto durante le manifestazioni del potere di Blink. Se le scelte di trama non possono dirsi sempre particolarmente originali, sono comunque ben funzionali all’evolvere della storia e sono supportate da dialoghi ben scritti e ritmati.


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Nel terzo episodio, l’utilizzo di Polaris è ancora estremamente ridotto. Bella la sequenza iniziale in flashback dove assistiamo ai primi approcci tra LornaMarcos, con la giovane che lo porta ad ammettere che avere poteri mutanti è un dono e non solo una condanna. La scena del contatto tra le loro mani e l’aurora boreale generata in miniatura dalla fusione dei loro poteri non sarà la metafora dell’innamoramento più sottile che si sia mai vista, ma di certo è efficace e visivamente ben resa.

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Nel tempo presente, però, Lorna compare poco o nulla, rinchiusa in una cella d’isolamento dalla quale tenta di evadere portando all’estremo i propri poteri soggiogati dal collare inibitore. Un po’ poco per un personaggio così affascinante, ma Polaris è anche idealmente il più potente tra quelli in gioco e darle libera azione troppo presto non aiuterebbe di sicuro lo sviluppo della trama: difatti, la prigionia di Lorna è alla base dei passi successivi della rete mutante e della famiglia Strucker.

Marcos, come prevedibile, vuole fare di tutto per liberare la sua ragazza, ma i poteri di Blink sembrano danneggiati, impedendo così la soluzione più semplice.

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Mentre John viene convinto a cercare di addestrare Clarice, Caitlin decide di allontanarsi per cercare di farsi dare una mano dal fratello Daniel nonostante le raccomandazioni contrarie di John e Marcos, che la avvisano sui rischi a cui va incontro. Convinta in buona fede di potersi rendere utile e accompagnata da AndyLauren, decisi a non lasciarla sola, Caitlin è costretta a scontrarsi con una realtà molto meno rassicurante di quanto avrebbe sperato: Daniel non è disposto ad aiutarla se non ospitandola per una notte, preoccupato di dover proteggere la propria famiglia.

Un peccato di leggerezza del figlio adolescente di Daniel porta la situazione a precipitare velocemente, con la casa circondata da vicini inferociti pronti a catturare, o peggio, i due giovani mutanti: si noti come il cugino di Andy e Lauren non ha alcun problema ad accettare la nuova condizione dei ragazzi e, anzi, è solo entusiasta del vedere i loro poteri in azione. Le conseguenze delle sue azioni sono ancora più drammatiche, proprio perché non previste e non desiderate dal ragazzo.

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Questa ennesima doccia fredda mostra allo spettatore, attraverso gli occhi della disperata Caitlin, come l’odio verso l’esistenza stessa dei mutanti sia ormai tanto radicato da non fare eccezioni: amici d’infanzia, ragazzini, bambini, nessuno è al sicuro, se c’è il dubbio o la certezza che sia un mutante. L’intervento provvidenziale di John e Marcos fa sì che nessuno esca ferito, ma le cicatrici emotive dell’evento porteranno di certo conseguenze.

Da sottolineare, al riguardo, l’evoluzione di Andy: i poteri del ragazzo si manifestano in modo violento quando è sotto stress, il che sembra una trasposizione del suo carattere, molto meno equilibrato di quello della sorella; costretto a nascondersi, inseguito, minacciato, Andy è sempre più pronto a ricorrere alla violenza per difendersi e per ottenere ciò che desidera: una deriva che, in altre situazioni, l’avrebbe facilmente portato nella Confraternita di Magneto e che rischia di essere fonte di futuri problemi per l’intera rete mutante, se non gestita per tempo.

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Che neanche un bambino sia al sicuro è una scoperta amara che si trova a fare anche Reed. Il piano di Carter prevede la liberazione di Strucker e il suo contatto con un mutante di sua conoscenza al fine di essere portato nella sede della rete sotterranea. Costantemente frustrato dalla sua decisione, Reed affronta l’esame finale per la sua coscienza quando si trova fianco a fianco con una madre e la figlia, anch’esse in fuga: la bambina, che ancora non ha manifestato poteri, è ricercata dai Services in quanto potenziale minaccia futura, dopo l’arresto del padre. Cade così, come fosse necessario, l’ultimo mattone del muro di menzogne dietro cui si era protetto più o meno inconsapevolmente Strucker: la legge contro i poteri mutanti è ormai una mera scusa per la sistematica cattura di ogni individuo speciale, sia esso una reale minaccia o meno.

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È questa consapevolezza a portarlo a mandare all’aria l’accordo, lasciando fuggire la madre, la figlia e il mutante che li stava aiutando: Reed ha dovuto decidere se il prezzo della propria coscienza fosse accettabile per provare a garantire la salvezza della propria famiglia e la risposta è stata un violento no.

– Ha appena fatto il peggior errore della sua vita
– No. Ma ci sono andato dannatamente vicino.
– Avevamo un accordo, sig. Strucker.
– E può ficcarsi quell’accordo su per il culo

Mentre quindi l’episodio precedente era un guardare sotto la superficie, l’esodo evocato da questo è il passaggio dall’illusione alla realtà, dalla convinzione di poter in qualche modo rimanere ancora legati al passato e l’accettare consapevolmente la nuova situazione, pronti ad adeguarsi e a lottare di conseguenza.

Volutamente emblematica, anche dal punto di vista visivo, la scena finale: Caitlin ha la possibilità di fuggire, rassegnandosi a non vedere più Reed, che ha scoperto essere in fase di trasferimento – assieme probabilmente a Lorna – in un’area detentiva segreta. Daniel la esorta a farlo, ad andare via, dimenticare il marito, proteggersi, ma lei rifiuta: Caitlin ha terminato il suo esodo ed è pronta a lottare per riavere ciò che le spetta di diritto e, possiamo solo supporre, aiutare i suoi nuovi compagni di viaggio.

Da tenere d’occhio, infine, Roderick Campbell: introdotto verso fine episodio, è già evidente che lo scienziato ha uno spiccato interesse per la sperimentazione mutante; pur congedato velocemente da Carter, che sembra avere ancora una minima soglia morale, non sarà di sicuro l’ultima volta che lo vedremo. Per i più curiosi: Campbell, nei fumetti, è a sua volta un mutante del futuro e uno spietato cacciatore di mutanti; inutile dire che non ci aspettiamo nulla di buono da lui.

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Un episodio, quindi,  che risulta nell’insieme più prevedibile rispetto ai precedenti, con scelte narrative un po’ preannunciate, sebbene funzionali: l’effetto sorpresa relativo ai comportamenti dei personaggi e all’evoluzione della storia è quasi assente ma, di contro, i dialoghi si confermano un punto di forza e la non originalità si fa perdonare da un buon storytelling.

Una visione nel complesso piacevole, appurato come già detto in precedenza che non siamo certo di fronte a un capolavoro.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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