Quel fottuto tarlo
Pensieri.
Scelte potenziali, che magari saranno da fare e magari no, ma la pulce si insinua nell’orecchio, si fa strada nel cervello e poi mettitici a toglierla da lì, provaci, dai.
Che poi valli a spiegare questi pensieri a buona parte delle persone: ti prenderebbero per pazzo, nel migliore dei casi, per idiota viziato mai soddisfatto negli altri.
Forse è così.
O forse no.
Forse semplicemente ciò che basterebbe a tutti gli altri non basterebbe a te.
Però non vorresti neanche tornare all’insicurezza di anni fa.
E quindi la pulce, ormai tarlo, scava e cerchi di zittirla, che tanto ora non serve a nulla, non ha basi, non ha materiale e lui, nel frattempo, ride di te, ti guarda come a chiederti da quando ti risulta abbia bisogno di basi e materiale per scavare.
Lui scava, poi si vede, lo sai, no?
Tu sai cosa vorresti. Ma se quello che vorresti, così come lo vorresti, non è disponibile a cosa sei disposto a rinunciare?
Alla serenità materiale o al benessere morale?
Che la scelta sembra facile, ma nel tempo hai rinunciato a entrambi ed entrambe le situazioni sono meno che appetibili: però solo la seconda ti ha fatto morire un po’ dentro.
E quindi la risposta forse già la sapresti, ma ti spaventa un po’ e speri di non dover fare quella scelta.
Cose così, in un venerdì 13 di fine ottobre.
Lasciamo accantonare, poi si vedrà.
Sempre che il tarlo smetta di scavare.