Out of office
Penultimo giorno di lavoro, di un anno che se non è stato il più pesante si è piazzato di certo sul podio.
Sono sfatto, mentalmente e fisicamente e tre settimane di stacco non sembrano solo necessarie, rischiano addirittura di non bastare.
Tra meno di una settimana saremo a Berlino, a scoprire una città per me totalmente nuova, come dicevo pochi giorni fa, a stancarci camminando, a esplorare e curiosare.
E quest’anno penso che farò una cosa che non ho mai fatto da quando sono dotato di smartphone: disattiverò il download della posta lavorativa; per anni mi sono detto che non lo facevo per eventuali emergenze, che non potevo non essere del tutto irraggiungibile e tante altre scuse, ma la verità è che se ci sono davvero emergenze, i clienti non si fanno problemi a chiamare e se le emergenze non sono reali, leggerle mi porterà soltanto a irritarmi inficiando il bisogno di riposo.
È un po’ come quando avevo due numeri di telefono sulla stessa Sim e, giunto agosto, ne disattivavo uno, consentendomi di non essere più raggiungibile per le settimane di ferie: ecco, ora di numero ne ho solo uno, ma posso proteggermi dalla posta.
Domani sera, finita l’ultima giornata, attiverà il risponditore automatico e poi metterò in pratica questa mia decisione.
Me lo devo.
Cosa celebri oggi?
L’aver imparato, per tentativi e nel corso di parecchi anni, a saper dire di no, a fermarmi, a dedicare il tempo solo a me stesso.
Non sempre ci riesco così bene, ma so che è importante e quindi faccio del mio meglio per metterlo in pratica.
Poche cose sono più necessarie.