Porta un droide in viaggio
Ieri, Disney Store.
Alla cassa noto, in una cesta, alcuni giocattoli a molla, tipo il Wall-E di qualche settimana fa. Tra questi spicca BB-8.
Impiego circa un secondo a decidere che devo averlo (quello figo radiocomandato costa 100 euro scontato e, per ora, rimane lì).
Pago, metto nel sacchetto.
E scopro che BB-8, oltre che essere a molla, parla e lo fa tendenzialmente a ogni movimento.
Il che significa che quando torniamo in macchina e ci spostiamo per andare verso altri lidi, lui partecipa alla conversazione dal bagagliaio.
Costantemente.
Ed è anche petulante.
La situazione risulta alquanto divertente, perché i sensori usati non so se rispondano solo al movimento o anche al rumore, ma sembra effettivamente che risponda alle cose che diciamo, tanto che a un certo punto gli urlo “Stai zitto. Vuoi che venga lì?” e lui risponde “weeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee”.
Sì, la cosa è diventata alquanto ridicola.
Ma poi, la sera, ho avuto il treno da prendere e BB-8 doveva tornare con me.
In un sacchetto.
In un treno che viaggia a 300 km/h.
E vibra.
Ora, indovinate quanto può essersi espresso il droide durante il viaggio.
E, alla vostra ipotesi, aggiungete un buon 50%.
Non starò a raccontare gli sguardi perplessi nel vagone.
Non starò a dettagliare quanto ogni tanto raggiungessero me, nonostante avessi furbescamente messo il sacchetto nel portabagagli lievemente spostato.
Non starò a dire di essermi messo le cuffie nelle orecchie e, nonostante la musica, di riuscire a sentirlo parlare.
O a spiegare di come fingessi di essere molto rapito dal panorama circostante al crepuscolo.
Quello che posso dire è che ormai penso di conoscere l’intero tratto casa per casa, albero per albero.
E che quando, arrivato a Milano, mi sono alzato a recuperare il sacchetto, mi sono poi mosso con estrema nonchalance verso l’uscita, mentre dallo stesso arrivavano suoni scoppiettanti di ogni tipo, con la stessa espressione di qualcuno che non sa cosa stia succedendo, ma di certo non lo riguarda.
E, per la cronaca, a casa ho scoperto che c’era un interruttore per spegnerlo.
Già.