Pensieri in 9 minuti
00.14 – formalmente sarebbe già martedì, ma io mi sento ancora a lunedì.
Un lunedì che è iniziato con l’acqua che mancava, che poi è tornata, con la pressione che ha fatto saltare il sifone del WC, col pagamento dell’iva, con gente che ti chiede risposta a una mail mai inviata, con tanto lavoro, con fornitori di servizi che ti prendono per i fondelli, con la stanchezza che queste giornate portano con sé.
Un martedì che si porterà dietro una riunione di tutto il giorno, seguito da una pizza con un amico, da un gelato, dalla voglia di chiacchierare e cazzeggiare.
E intanto il pensiero va al desiderio di scambio, di arricchimento, di serate di parole e scoperte, di passeggiate, di profumi, di suoni, di sguardi su qualcosa di nuovo, che siano città, opere d’arte, luoghi, persone, visi.
Va a concerti, mostre, cinema all’aperto, laghi, mare, aerei, treni.
Va alla voglia di assaporare ciò che si sa essere buono o scoprire nuovi sapori per decidere se ci piacciono o meno.
Va alla cena di martedì scorso, al film di Gundam di questo mercoledì, alla fiera del libro di giovedì, alla realtà virtuale di dieci giorni fa, al volo per Berlino del 9 agosto, a Lucca a novembre, a un matrimonio speciale che arriverà poco dopo.
Va a ciò che di bello c’è stato, a ciò che di bello sicuramente verrà, a ciò che di bello potrebbe arrivare ma non lo sappiamo.
Va a quell’incapacità innata di centellinare quando si desidera o si ha qualcosa di bello, perché i contagocce non sono fatti per gli umani.
Cerca di non andare al 23 e ai giorni che seguiranno, perché di nuvole ne hai piene le scatole e tanto non serve a nulla.
Va alla sete di vita.
Quella che si infila tra un sorriso e l’altro, tra un battito e il successivo, tra parole dette o da dire.
Va al fatto che alle 00.23 scrivo a ruota libera senza aver ben chiaro cosa sto scrivendo.
E forse il segreto è tutto qui.