Crescere

Fallen Angel è una serie a fumetti scritta tempo fa da Peter David, uno dei miei autori preferiti, pubblicata prima dalla DC e poi dalla IDW.
Il personaggio principale è esattamente ciò che il titolo dice, un Angelo Caduto o, meglio ancora, un Angelo Custode Caduto che si trova a diventare una sorta di vendicatore (anzi, vendicatrice, dato che l’angelo è una donna) con un senso della morale quanto meno discutibile, in una città, Bete Noire, che è fulcro planetario del bene e del male.
Temi che, se vogliamo, ricordano sia Buffy che Supernatural, ma che si staccano notevolmente da entrambi (senza contare che Fallen Angel precede Supernatural di un paio di anni).

Non mi interessa in questa sede scrivere una recensione dell’intera serie, anche perché la devo ancora terminare, quanto soffermarmi su un dialogo letto qualche giorno fa e che esprime un concetto che ho trovato molto intrigante.

In questo dialogo Lee, il nome usato dall’angelo, si confronta col figlio perduto per anni che, nel frattempo (ironia della sorte), si è fatto prete e, scoperta la natura della madre, le chiede di Dio, del perché della sofferenza, del male.
In sostanza la domanda che molti credenti si pongono.
Lei, titubante, gli chiede se davvero vuole conoscere una risposta che sicuramente non gli piacerà e lui insiste.
Di seguito lo scambio:

– Vuoi davvero saperlo? Ok. Detta semplicemente, il capo vuole tirarsene fuori.
– Vuole… cosa?
– Tirarsene fuori
– Da… da cosa?
– Da questo. Da tutto.
– La creazione della terra e delle creature che ci strisciano sopra doveva essere il suo momento, l’incoronazione, l’apice di un’esistenza che risale a ben prima di quanto tu possa comprendere. La somma di tutto ciò che aveva imparato, il suo “esame finale” e una volta che tutto si fosse stabilizzato… una volta che fosse stato sicuro che l’umanità avrebbe potuto reggersi sulle sue gambe… si sarebbe abbandonato alla dolce resa del nulla. Esatto, Jude. Il capo era stufo di essere l’Alfa ed era pronto all’Omega. Anelava il riposo finale. Lo chiameresti “oblio”, immagino.
– Mi stai dicendo. Stai dicendo che… Dio vuole morire?
– Più o meno. Ma non può. Non può perché voi non glielo permettete. Continuate a pregarlo, a chiedergli cose… come bambini adulti che chiedono soldi a papino.
– Ma… noi non chiediamo solo cose. Celebriamo il suo nome. Lo glorifichiamo e lo ringraziamo per ciò che ci ha dato. 
– L’avete ringraziato per la stessa cosa da secoli. Messaggio ricevuto. Andate avanti.
– Lo preghiamo nei più alti..
– (LEE SCOPPIA A RIDERE)
– Cosa c’è di divertente? Cosa c’è di così dannatamente divertente?
– Pensi che lui abbia bisogno che voi lo facciate? Il creatore di ogni cosa ha bisogno che gli diciate quanto meraviglioso sia? È come… come se delle formiche cantassero osanna a un leone. Lui non ha bisogno di voi, ma voi avete ancora bisogno di lui. Come parassiti, tutti voi. Ogni altra specie del pianeta si appoggia a se stessa per sopravvivere, ma voi ancora succhiate la tetta del capo per supporto morale. E inizia a esserne davvero stufo. Così sta usando le maniere forti, da secoli, ormai. Manda disastri su disastri, un atto dopo l’altro, sperando che smettiate di venerarlo. Che lo lasciate finalmente in pace così che possa andare oltre. Perché quali creature razionali potrebbero davvero venerare un essere che continua a distruggerli a migliaia? Ma come una moglie che rimane legata al marito violento, sperando che guarisca, voi continuate a tenervi aggrappati a lui. Lui vi getta disastri addosso e voi tornate per averne di più. Vi aggrappate all’idea di un piano divino e non vi viene mai in mente che il piano divino sia semplice. Vuole fottutamente che vi decidiate a crescere. E voi continuate fottutamente a non farlo. E a causa di questo gli è negata la pace che desidera più di ogni altra cosa.
– Non ti credo.
– Non pensavo l’avresti fatto.
– Se è vero… se davvero lo stiamo trattenendo qui… perché non ci distrugge e basta e la fa finita con noi?
– Perché non vuol ammettere di aver fallito il suo esame finale. Ma non è superiore all’idea, sai? Distruggere tutta la vita umana, così da poter finalmente raggiungere pace e quiete. Non sarà in una notte… ma se non lo lasciate andare, alla fine vi terminerà tutti… Voglio dire… Cosa pensi che sia il riscaldamento globale? Una lettera d’amore?

Lo so, è molto lungo, ma non me la sentivo di tagliarlo. E spero di non aver ferito la sensibilità di nessuno. Si tratta di narrativa, anche se a fumetti, e come tale venga letta.
Però trovo l’idea affascinante.
Io sono agnostico, si sa, ho una mia spiritualità che di sicuro non è legata ad alcuna religione: questo, di certo, mi rende più “divertente” mettere in discussione dogmi e certezze o, forse, dovrei dire “stimolante”.
Ecco, a me sembra che questo monologo possa aiutare a far riflettere: io non so se esiste un dio, non so se esistano infinite divinità, non so se ci sia davvero una ragione o se siamo tutti gruppi di cellule comparsi per caso su una sfera che gravita attorno a una stella gialla.
Non lo so.
Però questa immagine di un dio che sperava di poter lasciare andare una volta creato, questa figura di un padre che spera di vedere crescere il proprio figlio che invece non si decide a uscire di casa, ecco, a me non dispiace.
Fosse anche solo per dirci tutti, come razza umana, guardando ciò che sta succedendo ora, nel 2017: signori, non è il caso che davvero iniziamo a crescere?

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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