Buonista
Una delle parole in qualche modo recenti che più detesto è “buonista”.
Anzi tutto perché è proprio brutta: lo sentite com’è cacofonica, come suona male?
Ma, oltre a questo, perché è il termine jolly usato ormai da certa gente per chiudere una conversazione che non ha la piega che vorrebbero.
Fateci caso: se iniziate a difendere una qualunque categoria che a loro sta sulle palle, diventate automaticamente buonisti.
Difendete il diritto di vivere dei rifugiati? Siete buonisti.
Sottolineate che Isis e Islam hanno in comune forse solo le due lettere iniziali? Siete buonisti.
Ribadite che un criminale non rende i suoi connazionali a loro volta criminali? Siete buonisti.
Chiedete che ci sia certezza di colpevolezza prima di procedere a una condanna? Buonisti di merda.
E uno, a quel punto, si sente punto sul vivo perché no, quella parola non gli piace.
Ed eccolo a discutere, a cercare di spiegare che no, non è buonismo, che si tratta di vivere civile, di logica, di cultura.
Niente, dall’altra parte ci si trova un muro su cui quella parola viene scritta e riscritta: buonistabuonistabuonistabuonista.
Ora, vogliamo dircelo una volta per tutte?
Non esiste il buonismo.
La parola “buonismo” se l’è inventata uno stronzo che voleva sentirsi legittimato a essere stronzo; serve a razzisti, omofobi, xenofobi, ignoranti per coprirsi di un mantello di autoassegnata verginità morale e autoincensarsi come “coloro che sono sinceri e dicono come stanno le cose”.
Già, perché sembra sia inconcepibile che ci siano persone che davvero ritengano criminale considerare i rifugiati come criminali e portatori di malattie, o che davvero ci sia chi è convinto che l’integrazione tra religioni diverse sia possibile: non è possibile, è una recita, non può accadere.
Quindi siete buonisti.
Fate finta di essere buoni.
Ecco, fateci caso: “fate finta di essere buoni”, mentre noi siamo davvero cattivi. Perché cattivo è bello. Cattivo è sincero. Non si può essere buoni e sinceri, accoglienti e veri, avere un cuore ed essere reali.
Non si può.
Chi lo dice è falso, quindi buonista.
E allora sapete cosa?
Ben venga essere buonista.
Se avere un cuore è essere buonista, allora sarò buonista.
Se essere convinti che chiunque debba amare chi vuole è buonismo, allora chiamatemi buonista.
Se provare disgusto verso chi gioisce per morti in mare o in qualunque altra forma mi rende buonista, sarò buonista.
Se sognare di avere amici di qualunque religione, colore, identità sessuale fa di me un buonista, allora me ne farò una ragione.
A me, però, rimarrà una convinzione.
Che la presenza di tutte queste cose non farà di me un buonista.
Farà di me un Uomo.
E la loro assenza non vi renderà più giusti.
Vi qualifica soltanto come degli emeriti, indegni, disgustosi pezzi di merda.