L’avanzare del nulla

Ieri, all’auditorium Parco della Musica di Roma, si è tenuto un concerto per bambini legato basato su Frozen.
Alla fine del concerto, sembra per l’irritazione nel vedere la gente alzarsi prima del dovuto, il direttore ha ben pensato di esprimere il proprio fastidio comunicando al microfono che Babbo Natale non esiste.

Esattamente, un uomo adulto, punto sul proprio orgoglio, ha ben pensato di vendicarsi in stile Grinch verso i bambini presenti che erano lì per trascorrere una serata magica in pieno stile Disney.
Ora, in seguito agli insulti e alle proteste di molta gente indignata, il direttore è stato rimosso dal suo incarico.

In tutto questo tanta, tantissima gente ha riso. Si è divertita. L’ha definito un mito, qualcuno che non le manda a dire, e chi più ne ha più ne metta.
E c’è gente, come il solito fumettista che più volte mi sono trovato a ritenere ben più che irritante, che ci ha messo il carico, che ha ribadito che la cattiveria gratuita è la cosa più bella e pura che esista (non sto parafrasando), a prendere per i fondelli tutti coloro che hanno osato esprimersi diversamente.

Perché ormai ci siamo ridotti a questo. Essere cattivi vuol dire essere fighi. Ferire, attaccare, calpestare sono arti che vanno coltivate: più si è crudeli, meglio è. Non importa chi si tocca, non più. La crudeltà è cool.

E no, mi spiace, ma non sto esagerando. A quel concerto c’erano bambini di 7/8 anni. Bambini che, magari, hanno un loro mondo di fantasia, lo coltivano, ci si sentono al sicuro. Ieri sera un adulto, uno di quelli che dovrebbe proteggerli, è entrato in quel mondo e gli ha detto che no, mi spiace, è tutto finto. Ci ha pisciato sopra.
Non lo concepisco. 
Si fa il possibile per permettere ai bambini di sognare, di coltivare la propria fantasia e poi, dall’altra parte, ci si sbellica per un fesso che sfoga la propria frustrazione sui più deboli.

Perché è questo che è stato fatto, ve ne rendete conto? È stato prendersela con chi, in quell’auditorium, non aveva difese, con gli unici che non avevano colpe (anche la maleducazione non è mai colpa dei bambini, ricordiamocelo), con gli unici che potevano essere feriti.

Davvero lo trovate divertente? Sul serio?

E non importa se ritenete che un bambino di 7 anni non debba credere a Babbo Natale, non sta comunque a voi decidere per quei bambini: lo farete coi vostri figli se avremo la disgrazia di vedervi riprodurre.

Chi mi conosce sa che io non ho certo l’istinto paterno più sviluppato. Sono il primo che, in molte occasioni, vorrei carrozze del treno e sale cinematografiche children-free. Ma so distinguere tra giusto e sbagliato. Un conto è fare una battuta tra amici. Un conto è vedere un film o un telefilm o un cartone. Tutt’altro è la vita reale. Prendersela con chi non può difendersi è vile e immorale. E ridere se qualcuno lo fa rende se stessi assimilabili.

Vedete, la cattiveria usata per far ridere è un’arte sottile, ma la qualità si definisce nella scelta del bersaglio. I bulli scelgono vittime facili. Più semplice di così…

E, giusto per ribadire l’ovvio, sempre il fumettista di cui sopra (e immagino altra gente) ha obiettato a qualcuno dicendo che “i bambini che muoiono ad Aleppo sono le cose per cui indignarsi, non queste”: davvero usiamo questa dialettica da quattro soldi per mostrare quanto siamo superiori? Dai, su, forse solo Trump è degno di farlo.  È la stessa tecnica di chi dice a chi ama gli animali “e i bambini, allora?”.
Si chiama benaltrismo.
O, se vogliamo dirla in modo più forbito, significa cercare di spostare l’attenzione su un altro obiettivo e, nel contempo, ergersi a moralizzatori giocando sul senso di colpa del proprio antagonista.
Becero, banale, triste.
Cerchiamo di capirci: di cose per cui indignarsi ce ne sono milioni, in questo schifo di mondo, e la morte di bambini e adulti nei paesi devastati è un dramma inimmaginabile.
Paragonarlo a chi si incazza per il direttore d’orchestra è svilire quel dramma. È mettere sullo stesso piano cose che, su quel piano, proprio non sono. E, sembrerà incredibile, ma le persone dotate di cuore e cervello sono in grado di gestire non solo più “indignazioni” contemporaneamente, ma anche livelli di problematiche diverse. Incredibile, vero?
Per cui sì, nonostante io abbia a cuore ciò che accade lontano da noi, continuo a trovare riprovevole quanto fatto dal direttore d’orchestra e mi fa paura che ci sia tanta gente che trova divertente una cosa del genere.

Mi spiace, non ci sto.

Io, sogni e fantasie, non li distruggo. Sogni e fantasie sono la porta della creazione. Non si toccano.

Non ai bambini e non agli adulti.

Tranne a certi stronzi che si credono fighi.

E andate a rivedervi la storia infinita.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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