Tanto per cambiare (davvero)

Oggi era una giornata con potenziale negativo piuttosto alto.

Ovviamente partendo dall’anniversario della morte di mio padre che rimane un pensiero, in questo giorno, impossibile da scansare.

E la mattinata non sembrava andare per il meglio, con qualcosa come dieci telefonate di fila dallo stesso cliente che stava facendo una dimostrazione e aveva bisogno di correzioni al volo: legittimo, assolutamente, ma sono condizioni di lavoro che tendo a non gradire; comunque è andata ed è andata talmente bene che la prima notizia/svolta della giornata è stato il prolungamento del lavoro insieme da gennaio fino a tutto giugno.

Il che significa che, unito all’altro cliente, non avrò giorni lavorativi liberi per i primi sei mesi del 2017: penso che sia da quando ero fisso dal mio precedente cliente importante, quasi quattro anni fa, che non mi succedeva.

Ci voleva e, per festeggiare, mi sono ripromesso di farmi un regalo prima di fine anno.

Poi è arrivata una seconda notizia: la persona che qualche giorno fa è stata molto male è finalmente uscita dalla terapia intensiva; il percorso, ovviamente, non sarà breve, ma è un piccolo passo enorme e una novità che mi ha reso felice.

E ancora l’ultimo passo (formale ma comunque da fare) per le vecchie questioni è in dirittura e un altro avvicinamento è stato fatto oggi.

E infine, stasera, un omaggio ormai inaspettato di 23 euro da spendere su Amazon, cosa che farò con piacere subito Natale.

Onestamente faccio fatica a ricordare un altro giorno con tante notizie buone, più o meno grandi, tutte insieme: da un lato sono diffidente, come un gatto picchiato varie volte che poi vede avvicinarsi una mano per carezzarlo (e pronto a reagire allo stesso modo), ma dall’altro me le godo appieno perché mi dico che, diciamocelo, magari me le merito pure, eh?

Per cui cheers e venga domani, grazie.

 

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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2 risposte

  1. Fiorella ha detto:

    Sai, nel ’93 il 22, ho perso mia madre che aveva solo 58 anni, il giorno dopo mio figlio compiva 6 anni, perciò, capisco come tu ti possa sentire.
    Ho passato piu’ giorni e notti nelle corsie degli ospedali che a casa…
    E i Natali non sono stati piu’ gli stessi…un po’ per volta tutti i miei cari mi hanno lasciata, ho solo mio figlio.
    Scusami…

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