Ozio

Ieri sera sono praticamente crollato mentre leggevo, per cui il post è saltato.

Il che, assieme ad alcuni ragionamenti fatti con Miss Sauron sul nostro continuo correre, ha fatto sì che oggi prendessi una decisione piuttosto anomale per me: non fare assolutamente nulla.

E per non fare assolutamente nulla intendo che, a parte averla accompagnata al corso, aver pranzato e aver steso due lavatrici, la mia giornata si è risolta nel mio stare sul letto a leggere.

E basta.

“Ma come? Ti lamenti sempre che devi scrivere il romanzo e oggi avresti avuto il tempo per farlo e lo sprechi così?”.

Questa potrebbe essere la voce di molti che leggono, ma è soprattutto la voce che mi segue costantemente, ma è una voce dannosa e pericolosa: il fatto è che è vero che al romanzo devo dare più continuità, ma è altrettanto (e forse anche di più) vero che sono mesi in cui non stacco e che, in genere, staccare non mi viene benissimo; anche quando sono in ferie, anche quando devo rilassarmi, trovo sempre mille cose da fare, al punto quasi da sovraccaricarmi: pensate semplicemente al “sacro fuoco” di settimana scorsa, ma anche semplicemente al fatto che ieri sono stato a casa due ore in tutto il giorno a furia di inserire commissioni su commissioni.

Il problema è che così le energie si esauriscono, anche se le si usano per fare cose per noi o necessarie: non sono infinite, checché si voglia pensare, e vanno gestite bene e recuperate.

Io, a recuperare, non sono bravo: ho sempre la sindrome del “perdere tempo prezioso invece di fare altro”, che mi porto dietro da una vita, figlia di quella colpevolizzazione dell’ozio che ha senso (forse) solo se diventa cronico e non periodico.

Stavolta no.

Stavolta mi sono praticamente costretto a fermarmi e a concedermi quell’ozio, a permettermi di non pensare alle tante cose che vorrei fare, a cui tengo, ma di focalizzarmi su ciò di cui ho bisogno.

E la scrittura del romanzo ha bisogno anche che la mia mente abbia recuperato energie, altrimenti scrivere diventa esclusivamente frustrazione.

Oggi è andata così, ne sono felice e non escludo ricapiti.

Perché me lo merito.

Perché mi fa bene.

Perché devo imparare.

E tanto basta.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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