Certi rari momenti

Ogni volta che faccio un post in cui cito il romanzo mi sento parecchio in imbarazzo.
Ho sempre l’idea di essere molto presuntuoso anche solo a parlarne, come se pensassi di essere chissà quale autore: la verità è che non lo sono, ovviamente; sono solo un tizio con un blog che ama scrivere e che sta provando a terminare (da anni) un romanzo. Tutto qui.

Ma questo tentativo, questa sfida con me stesso, mi permette anche di vivere alcuni momenti che non sono associabili a nient’altro che non entri nell’ambito della creatività e quando capita l’emozione è forte e il desiderio di condividerla anche ma, sopratutto, il desiderio di scriverne così da averne traccia anche un giorno.

Una lunghissima premessa perché oggi è successo qualcosa del genere.

Da un mese o due ho ripreso a scrivere, sfruttando soprattutto i week-end quando possibile: il problema di questo ritmo è che se già ricominciare è faticoso, quando poi trascorrono troppi giorni tra una volta e l’altra è come se non si riprendesse mai completamente il ritmo.

Chi nuota o corre penso possa capirmi: se stai fermo un anno e poi provi a correre anche solo pochi chilometri, ti sentirai morire; sai bene che è questione di allenamento, per cui non molli il colpo, ma la morte in faccia la vedi lo stesso. Il problema è che poi non puoi aspettare una o due settimane per fare qualche altro chilometro, perché altrimenti la morte non la vedrai in faccia solo una volta, ma si metterà una fascia e inizierà a correre con te.

Ecco, con la scrittura è la stessa cosa e ci sono giorni in cui scrivere solo due pagine è una soddisfazione paragonabile, in altri momenti, allo scriverne dieci.

Poi capitano giorni come oggi, in cui inizi a scrivere e non sei molto sicuro, procedi con cautela e finisci anche per cancellare un’intera pagina perché la senti sbagliata; all’improvviso, però, proprio quella parte sbagliata prende forma e lo fa da sola, tu le permetti solo di procedere: diventa qualcosa che ha senso perché è come se la stessi vedendo e raccontando, non la stai creando, ne stai facendo la cronaca e, alla fine, scopri che non l’avevi mai pensata così, che questa situazione fino a poche ore prima non esisteva nella tua testa e che invece ora esiste, è nero su bianco e, soprattutto, ti piace.

Capitò una cosa del genere durante la stessa della terza parte con una scena piuttosto intensa che non avevo pensato prima e che nacque scrivendo ed è successo oggi, con la chiusura di un capitolo.

Amo scrivere, è ovvio. E mi piace, nel lavoro per il romanzo, ogni aspetto: pianificare, valutare, fare ricerche, approfondire. Sono tutti momenti da cui sto imparando tanto: ma se dovessi citare una cosa e una sola che rappresenta la vera magia della scrittura, la vera gratificazione nella fase di stesura, sono i momenti come questo, quando non c’è più bisogno di pensare.

Basta scrivere.

E io so bene che l’emozione e la magia di questi momenti sono difficilmente trasmissibili.

Abbiate pazienza e fidatevi, ok?

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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