Ricchezza
Una delle cose che è cresciuta in me negli ultimi anni è la gioia del donare.
Amo fare regali, anche minimi, alle persone a cui tengo, amo pensare a qualcosa che possa far loro piacere, farli sorridere, migliorare un po’ la vita.
Trovo che l’unico tipo di regalo accettabile, fatto o ricevuto, sia quello nato dalla spontaneità, dal desiderio del donante, non di sicuro da superficialità, obblighi o convenzioni sociali: gli stessi regali di Natale, per quanto mi riguarda, vengono fatto solo a chi desidero e solo se ho qualcosa da donare che non sia superficiale o poco sentito.
Quello che ho imparato in questi giorni è che è bello donare anche privandosi di qualcosa. Non come sacrificio vero e proprio, non nel senso più profondo del termine, ma semplicemente come rinuncia a favore del sorriso di qualcun altro.
Ecco, mettere sui due piatti della bilancia la propria perdita contrapposta alla gioia dell’altra persona, vederli pendere più sul lato della seconda e vedere poi quella gioia diventare realtà, sono conquiste che arricchiscono chi le raggiunge.
Io, stasera, mi sento un minimo più ricco.
Adoro poterlo dire.