Nuove solitudini

Sono giorni, forse settimane, che sto mettendo a fuoco una sensazione generale che è sempre meno rumore di fondo e sempre più qualcosa di definito e reale.
La sensazione è che molto intorno a me, persone e interazioni, si stiano in qualche modo trasformando in qualcosa di più instabile e volatile.
Rapporti che per anni sono stati assodati che ormai stanno assumendo contorni completamente diversi.
Presenze diventate assenze.
Certezze diventate dubbi o, peggio, certezze contrarie.
Contatti che si affievoliscono.
Delusioni (e si sa).
Situazioni che, per stare in piedi, richiederebbero energie bilaterali o sforzo doppio da una parte che, onestamente, sono stufo di mettere.
E anche nei nuovi contatti spesso non mi capita di provare quella piacevole emozione della conoscenza e della scoperta di una nuova persona che prima erano invece dei punti fermi.
Poi, ovviamente, ci sono eccezioni.
Qualche (raro) amico che si è mostrato anche più speciale di quanto pensassi.
Qualche persona che si è dimostrata amica e presente quando non era tenuta a farlo.
Qualcuno che ancora, di suo, cerca il contatto e lo scambio e, soprattutto, dimostra piacere quando ti sente. E ti cerca pure.

Indubbiamente sono cambiato io, di nuovo: sono sempre una persona che ama interagire, ma sono probabilmente più stanco di essere il maggior investitore in qualunque dinamica; non mi basta più e inizio a non scusare più.
Mi fermo.
Non cerco più.
Osservo.
Guardo dove vanno spontaneamente le interazioni.
Traggo conclusioni.

Ne nasce una nuova solitudine, in parte cercata, in parte subita.
Cercata perché se devo passare del tempo con persone con cui non c’è (o non c’è più) feeling, preferisco passeggiare da solo o leggere con Stitch addosso.
Subita perché, comunque, io sono un animale sociale e la solitudine funziona solo se cercata, non per situazioni contingenti.
E so bene che le due frasi possono sembrare in contrapposizione, ma non lo sono, basta saperle leggere.

In alcuni momenti mi viene anche voglia di fermare l’interazione con qualunque social per un po’: mi spiacerebbe, perché qualche contatto piacevole ed esistente solo via quelle piattaforme c’è, ma la desolazione che vedo in giro mi disarma.
E le persone che interagiscono con “l’amore del periodo” pure.
E la gente di merda che riempie le varie piattaforme fa perdere fiducia nell’umanità.

Forse il riassunto più banale è che ho bisogno di interagire, ma di farlo arricchendomi emotivamente e intellettualmente e, in questo momento, capita sempre meno.

O forse non è neanche questo, chi lo sa, e questo post è un’accozzaglia di pensieri poco coerenti, ma pazienza.

Instabile e volatile anche lui.

Va bene così.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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2 risposte

  1. Primula ha detto:

    Non è affatto un insieme di pensieri incoerenti o “volatili”. Mi sono ritrovata in quanto hai scritto e non sai quante volte ho pensato di chiudere i vari account social. A dire il vero spesso mi prendo lunghe vacanze e ora compaio sempre più raramente.
    Forse cambiamo noi nel senso che non abbiamo più energia per investimenti a perdere, almeno nell’amicizia.
    Ritorneranno i tempi migliori, forse…
    Primula

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