Tomaeto, Tomato

Non so quanti di voi abbiano mai raccolto dei pomodori o lo facciano regolarmente.
A me è successo, saltuariamente, anni fa.
Erano le estati della mia infanzia/adolescenza, quando, a parte le due o più settimane al mare, si stava per tutta l’estate in quella casa in campagna dove poi, più avanti, mio padre decise di andare a vivere.

Lì mio padre aveva un orto che era la sua passione principale: ci seminava di tutto, zucchine, fagiolini, basilico, prezzemolo, peperoncini, una volta anche zafferano.
E pomodori, quelli non mancavano mai.

D’estate era tutto un annaffiare, prendersi cura, lavorare quei metri quadrati di terra; era talmente naturale, per me, che fosse così, che mi resi conto solo dopo molto tempo che i miei coetanei, ad esempio, non sapevano distinguere tra una pianta di basilico e una di prezzemolo o di sedano: rimasi parecchio stupito quando lo scoprii, devo ammetterlo.

Da come la racconto può sembrare che anch’io dessi una mano nell’orto, ma la verità è che io proprio non ci pensavo: quello era la passione di mio padre e io mi annoiavo, oltre a non amare particolarmente trovarmi la terra tra i piedi o gli insetti addosso; sono sempre stato un cittadino per natura, che ai miei piacesse o no.
Per di più ai tempi non mangiavo praticamente verdure, per cui non avevo neanche l’attrattiva di assaporare i frutti di quegli sforzi.

Però capitava che mio padre mi chiedesse (modo garbato per intendere una certa esortazione piuttosto intensa) di aiutarlo o, più facilmente, che mia madre mi mandasse nell’orto a raccogliere dei pomodori per il pranzo o la cena.

Ecco, chi non li ha mai raccolti probabilmente non lo so, ma la pianta di pomodori, il ramo verde che tiene ogni suo frutto, ha un odore unico e riconoscibile, molto aromatico, pungente ma non fastidioso.
Per me quello è uno degli odori dell’estate o, meglio, uno degli odori di una fase dell’estate.

Se comprate i pomodori al supermercato sarà difficile che lo sentiate, perché di solito il ramo è già stato tolto, a meno che vi capiti, com’è successo ormai un paio di volte a me, di comprarne una tipologia venduta col ramo, tipo quelli di pachino.
Stasera li ho ripreso e, appena aperti per metterli in frigorifero, l’odore dei loro ramoscelli mi è arrivato nelle narici.

Ed è stato subito sole al tramonto mentre raccoglievo i pomodori per l’insalata.
Il trascorrere giornate in shorts, ciabatte e canotta (bell’immagine, lo so).
La brezza di fine giornata che puliva il caldo del giorno passato.
Il silenzio dell’ora di cena nel cortile della cascina.
I pipistrelli che iniziavano a uscire a caccia.
L’odore dell’acqua spruzzata nel cortile per togliere un po’ di polvere.
Le partite a bocce su un cortile pieno di buche.
Portare Lupo a fare una passeggiata o, anni dopo, litigare con Funi per l’amaca.
Il non riuscire più a distinguere volti e dettagli ma mano che il crepuscolo avanzava.

Odiavo andare a raccogliere pomodori anche solo per la cena.
Ora sono felice di averlo fatto.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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