Flashback
Rimettere a posto lo studio (sì, in un giorno di festa mi sono messo a lavorare in casa, no comment) può avere effetti collaterali piuttosto strani.
Non mi riferisco (solo) al mal di schiena a fine giornata, dopo aver assunto per ore le peggiori posizioni possibili e neanche alla quantità di sacchetti di roba da buttare che verranno a breve smistati.
No, l’effetto più particolare è quello dei viaggi imprevisti nel passato.
Lo scopo di oggi era di buttare i documenti più vecchi e non più necessari, ma questo ha implicato spulciare una marea di cartellette e raccoglitori per riorganizzare tutto.
Avete idea di quanto dicano del passato vecchie bollette e comunicazioni?
Ad esempio ho trovato bollette infostrada ben più recenti di quanto pensassi, come se avessi voluto cancellare il periodo in cui sono stato loro cliente.
Ma ho anche trovato una vecchia bolletta Telecom da 400.000 lire. Che, anche indicata in euro, sono parecchie! Per una linea fissa, poi. Incredibile pensare a come le tariffe siano cambiate, anche se siamo sempre pronti a lamentarci di come va ora.
E poi una comunicazione di Omnitel: vi ricordate quando Vodafone era Omnitel, il suo colore era verde e andava a braccetto con infostrada? Ecco, in quella comunicazione presentavano un servizio innovativo di telefonate all’estero via internet al costo di sole (sic) 500 lire al minuto.
Confesso di non avere mai provato il servizio, ma leggerne oggi mi fa sorridere pensando ai vari Facetime e chiamate vocali via app varie, ma mi incuriosisce anche pensando a quanto avanti fossero per i tempi.
E poi vari fax (sigh) in cui mi lamento di disservizi vari di Telecom o Infostrada, registrazioni di fornitori che, probabilmente, neanche esistono più, vecchi progetti universitari.
Di uno di questi ho trovato i listati stampati su modulo continuo, qualcosa che mi fa dividere tra il sentirmi parecchio vecchio e la tenerezza per quei tempi andati; non ricordavo neanche di aver fatto il progetto con una mia compagna dei tempi, tu pensa la memoria.
E poi i moduli di registrazione dei domini, quando per averne uno dovevi compilare un foglio, mandarlo via fax (sigh, di nuovo) a Pisa al gestore italiano e poi aspettare alcuni giorni.
Sembra di parlare di molti decenni, ma sono tutte cose di poco più di dieci anni fa.
E il mio vecchio passaporto, con una foto che definire imbarazzante è dir poco: pesavo oltre 15kg in più, non avevo la barba, i capelli erano più lunghi (e, soprattutto, ce n’erano) e avevo occhiali che neanche mio zio. Un figo incredibile, non c’è che dire.
E i cd.
Decine di cd.
Cd di riviste, cd di software che non installerò mai più.
Cd di installazione divisi su 4, 5 o più dischi.
Codici seriali appiccicati per non renderli inutilizzabili.
Software che neanche vengono più prodotti o hanno cambiato marchio.
Dico io, ma qualcuno di voi si ricorda Microsoft Works? O Frontpage? O Schedule+, l’antenato di Outlook?
Ma la chicca è stata trovare, nascosti sotto un cumulo di altre cose, alcuni disegni (anzi, “dipinti”, visto che sono fatti a tempera) fatti quando avrò avuto non più di quattro o cinque anni.
I soggetti?
Goldrake e Mazinga.
Che io le cose importanti le ho imparate subito.