Attori troppo poco conosciuti

Sono reduce dalla visione del quarto episodio della terza stagione di Penny Dreadful.
Per chi non la conoscesse, si tratta di una serie televisiva ambientata in epoca vittoriana incentrata su personaggi più o meno classici dell’horror classico, da Dracula ai Lupi Mannari, da Frankenstein a Dorian Gray e via dicendo.
L’idea è che questi personaggi vivano tutti in contemporanea e interagiscano, in un affascinante riadattamento che si ispira, appunto, ai Penny Dreadful, i fascicoli di avventure e horror tanto diffusi nel diciannovesimo secolo ma anche, come concetto, alla Lega degli Straondinari Gentlemen di Alan Moore.

Anche se il genere può non ispirarvi (non è il mio caso, ma comprendo possa essere così), Penny Dreadful vanta un cast che, di per sé, meriterebbe la visione.
Soprassedendo sulla sopravvalutatissima Billie Piper e sull’appena sufficiente Josh Hartnet, soltanto la presenza di Timothy Dalton e Patti LuPone dovrebbe far venire voglia di vederlo, ma la verità è che la ribalta spetta senza ombra di dubbio a Eva Green e Rory Kinnear.

E dato che il mio amore per Eva Green è ormai ben evidente, vorrei soffermarmi su Rory Kinnear.

Kinnear, in Penny Dreadful, è stato scelto coraggiosamente per interpretare la creatura di Frankenstein; attenzione, però: qui non si parla di quel mostro con le viti sul collo che a lungo andare si è infilato nell’immaginario collettivo; qui ci stiamo riferendo alla creatura vera, quella pensata da Mary Shelley: intelligente, colta, sola, bisognosa d’amore.
Rory Kinnear la interpreta con un taglio shakespeariano non solo geniale ma altrettanto perfetto nella resa della dicotomia della creatura.

Perché Kinnear è un attore di razza, uno di quegli interpreti che, internazionalmente, non sono famosi quanto dovrebbero perché manca loro sia la partecipazione più o meno continuata a grandi successi televisivi o cinematografici che, diciamocelo, quell’estetica atta a procurargli la schiera di fan che possono avere un Hiddleston o un Cumberbatch; perché, sia chiaro, il livello di recitazione del buon Rory è in tutto e per tutto paragonabile (o, in certi casi, anche superiore, in base a gusti e punti di vista) a quello dei suoi due famosissimi colleghi.

Io spero che voi siate tra i suoi estimatori, ma in caso contrario vi state perdendo qualcosa di veramente bello.
Provate a procurarvi il suo Hamlet o l’Othello in cui ha interpretato Iago, entrambi per il National Theatre.
L’Amleto di Kinnear è rabbioso e dolorante, è forse meno fisico di quello di Cumberbatch eppure in grado di travolgere con le sue emozioni e il suo dolore.
E Iago.
Iago, signori.
Il suo Iago è viltà e freddezza, è sadismo e debolezza, è odio puro trasmesso e proiettato.
Non si può uscire dalla visione di quell’Othello senza odiare Iago e, al contempo, ammirarne esecuzione, metodo e gelo.

Ecco, questo grandissimo attore prestato (è il caso di dirlo) dal teatro, porta il suo talento e il suo bagaglio in una serie tv dimostrando quanto la narrazione di qualità vada oltre il mezzo in cui viene creata e trasmessa.

Cos’ha quindi di così incredibile questo episodio appena visto, tanto da portarmi a tessere le lodi di un attore che troppo pochi non conoscono?

A dirla tutta nulla.
Nulla se non una stanza e due persone che interagiscono per 55 minuti.

Una è Eva Green, l’altra Rory Kinnear.

In questi casi non c’è veramente bisogno d’altro.

Fidatevi.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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2 risposte

  1. La Strega ha detto:

    Ho aspettato di essere davanti al computer per commentare il tuo post, perché Rory merita più di un paio di righe che concordano entusiasticamente con quanto hai detto. 🙂

    Come sai, adoro Rory Kinnear: il suo tono di voce particolarissimo prima di tutto, e poi il suo innegabile talento! Verissimo è quanto hai detto dei suoi ultimi ruolo a teatro, non solo nelle opere di Shakespeare (per dire, a breve sarà in scena con L’Opera da Tre Soldi), splendida è la sua resa della Creatura in Penny Dreadful.

    Non è proprio che non sia stato presente in film/ tv show di successo, soprattutto ultimamente (cito, ad esempio, gli ultimi James Bond o Imitation Game, in cui è protagonista di un dialogo con Cumberbatch che è un programma!), è che purtroppo il nostro buon Rory non è semplicemente attraente quanto Hiddleston o Cumberbatch, proprio come hai detto tu! Che dire, per vedere Kinnear tocca andare a teatro a Londra, o cominciare Penny Dreadful: due cose di cui difficilmente ci si potrebbe pentire, che ne pensi? 😉

    • Aries ha detto:

      Mi sembrava strano non leggerti 😛
      Sul discorso “estetico” ribadisco che concordo anche se, diciamocelo, non è Cumberbatch sia esattamente nei canoni di figaggine più comuni: indubbiamente, però, è riuscito a entrare nei cuori delle fan anche grazie alla presenza più evidente da Sherlock in poi. Di cose ne aveva fatte anche prima, ma il fandom è nato pesantemente dopo. Kinnear ha sì interpretato anche ruoli in qualcosa più mainstream, ma mai in modo da sfondare il muro del comprimario: penso anche solo a The imitation game, per dirne uno recente, in cui ha un ruolo non secondario, ma di sicuro non principale.
      C’è da dire che, in proporzione, è evidente la sua preferenza per “poche cose, ma buone”, comunque spostata verso il palcoscenico.
      Ecco, andare a teatro a vederlo, ora, potrebbe essere un interessante obiettivo futuro, assolutamente sì. 😉

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