Sette brevi lezioni di fisica
In un mondo che sempre più spesso si getta verso l’apologia dell’ignoranza, della mediocrità spinta verso il basso, dell’andare fieri di non sapere, circondati come siamo laureati alla scuola di wikipedia, leggere un libro come “Sette brevi lezioni di fisica” di Carlo Rovelli è quanto di più vicino al dare da bere a un assetato che possa venirmi in mente.
Partendo da articoli scritto per il supplemento domenicale del “Sole 24ore”, questo piccolo libro di divulgazione è un piccolo tesoro di chiarezza e poesia.
Sì, perché la scienza è in realtà pura poesia, nel momento in cui ci viene raccontata nel modo giusto; scoprire che dietro ogni nostra scoperta c’è un’intuizione, che quell’intuizione può rivelarsi corretta o terribilmente errata, che ci sono persone che per tutta la vita si dedicano a trovare un modo per comprendere un po’ di più la realtà che ci circonda: riuscite davvero a credere che non sia carico di poesia tutto questo?
Il libro di Rovelli è una dichiarazione d’amore verso la conoscenza e verso la scoperta, scevro da qualunque forma di snobismo intellettuale ma anzi carico della passione di chi, più di ogni altra cosa, vuole mostrare al mondo quanto sia appassionante la fisica ma anche e soprattutto il processo di scoperta.
In poco più di 80 pagine si racchiudono sette lezioni, dedicate alla relatività generale di Einstein, alla meccanica quantistica, al cosmo, alle particelle elementari, alla gravità quantistica, alla probabilità, al calore e ai buchi neri e, infine, a noi stessi quanto esseri non solo studiosi della natura, ma immersi a nostra volta nella natura stessa: contemporaneamente soggetti e oggetti del nostro studio.
Non è un libro complesso, anzi, è un libro che richiede solamente un presupposto: la curiosità; curiosità di osservare il mondo con nuovi occhi, di esplorarlo, di imparare, di guardare oltre il piccolo villaggio mentale in cui siamo cresciuti.
Un viaggio ben lungi dal finire ma che affascina immediatamente, dalle prime parole e che colpisce per quanto attraversi non solo terreni prevedibili, ma anche l’essenza stessa di ciò che percepiamo; difficile, leggendo questo libro, non pensare quanta filosofia sia presente nella fisica.
L’ho amato e penso sia difficile non amarlo se si è dotati di quel minimo di curiosità di cui parlavo sopra.
Consigliatissimo.
PS: non c’entra nulla, ma in questa giornata voglio ringraziare Giada, Barbara e, di nuovo, quanti hanno preferito rimanere anonimi. Grazie.
Mi hai fatto venire una gran voglia di leggerlo!! Grazie
Poi fammi sapere 🙂