343. Daredevil (o anche “il ritorno del Diavolo di Hell’s Kitchen”)

– Fa sempre così male? Essere buoni?
– Sì. Fa sempre così male.

Quando attendi tanto qualcosa, sia esso un film, un libro, un disco, una serie tv, c’è sempre un certo mix di emozioni d’accompagnamento: da un lato la speranza che sia all’altezza delle aspettative, ovviamente, dall’altro la paura che invece queste siano tanto alte da essere irraggiungibili.

Quando si aspetta una serie Marvel targata Netflix si potrebbe tranquillamente decidere di non considerare il mix e andare avanti sicuri sulla fiducia.

Questa è la prima cosa che mi sento di dire dopo aver fatto una maratona (il famoso binge watching) di visione della nuova stagione di Daredevil: Netflix e Marvel insieme conoscono le aspettative, ci sghignazzano sopra e poi le alzano a proprio piacimento.

La prima stagione, un anno fa, era arrivata come una sorpresa travolgente: tutti i fan ricordavano ancora il film con Ben Affleck e nessuno aveva idea di come sarebbe stato reso il personaggio; fu un trionfo: attori, sceneggiatura, regia, scene d’azione, realismo, nulla era stato lasciato al caso e, da quel momento, Daredevil era diventato il punto di confronto da battere per ogni serie tv tratta da fumetti (ma, diciamocelo, anche per molte originali).

Dopo, poi, che Jessica Jones aveva dimostrato che il livello qualitativo era da considerarsi standard, la seconda stagione di DD era ancora più attesa.

Ed eccoci.

Cosa dire, senza fare spoiler? Che nonostante il cambio di showrunner, DD ha proseguito sulla sua strada: non dovendo più presentare il protagonista ha potuto permettersi non solo di approfondire ciò in cui crede e ciò che lo muove, ma anche di dare maggior spazio ai comprimari, sia quelli della stagione precedente, che i nuovi.

Così abbiamo un Foggy che mostra tutto il suo potenziale e una Karen che evolve sulla strada già intrapresa nella prima stagione (io continuo a non sopportarla, ma questa è una questione mia), oltre ad alcuni cameo o ritorni che forniscono tocchi di pennello che vanno a completare un quadro sempre più ricco.

Ma parliamo di Jon Bernthal.
Frank Castle, il Punitore, è un personaggio che ha avuto veramente sfortuna dal punto di vista cinematografico: tre adattamenti non sono mai riusciti a rendergli giustizia (a partire dall’orrido film interpretato da quell’attorone di Dolph Lundgren negli anni ottanta) pur avendo il potenziale per essere un gran personaggio, così come avviene da decenni nei fumetti.
Ecco, Jon Bernthal è Frank Castle tanto quanto Charlie Cox è Matt Murdock o Robert Downey Jr. è Tony Stark. Non parlo solo di fisico (assolutamente perfetto), ma di un’interpretazione che riesce a rendere ogni aspetto psicologico di un eroe di guerra a cui è stata uccisa la famiglia: onore, disperazione, rabbia, rassegnazione, dolore, sono tutte emozioni che Bernthal inietta nel suo Punisher facendo subito chiedere, anzi, esigere una serie su di lui.
Poi abbiamo Elodie Yung nei panni di Elektra.
Elektra è sempre stata uno dei miei personaggi preferiti e la sua storia d’amore con Matt una delle più drammatiche e avvincenti che abbia letto; ho talmente amato il personaggio da farmi andare bene anche la ben misera resa che aveva ottenuto nel film, col volto di Jennifer Garner (ma devo ammettere che il suo film in solitaria fu troppo anche per me), ma ovviamente stavolta volevo qualcosa di più.
L’ho ottenuta.
Sicuramente Elektra è stata il personaggio che ha subito più rimaneggiamenti per permettere di darle un background che innestasse bene nella storia, ma tali correzioni sono state assolutamente funzionali, tanto da non permettere di storcere il naso ma, anzi, da aver voglia di averne di più: l’Elektra portata sullo schermo prende spunto sicuramente da quella del suo creatore Frank Miller, ma non tanto dalle prime storie in cui comparve, quanto dall’approfondimento di molto successivo, quel Man Without Fear che è stato d’ispirazione anche per molti aspetti della prima stagione di DD.
Elektra parte come una donna drogata di adrenalina, viziata, ricca e poco altro, ma negli episodi in cui compare si finisce pian piano per scoprire quanto di più ci sia.
Anche in questo caso casting perfetto, Elodie Yung ha il fisico giusto per rendere Elektra credibile.

Tornando alla storia, il rischio enorme di una seconda stagione era nel confronto con la prima e con l’antagonista di quella: il Wilson Fisk di Vincent D’Onofrio era a livelli talmente elevati che cercare di replicarlo sarebbe stata una missione persa in partenza; gli sceneggiatori lo sapevano e hanno agito di conseguenza.
In questa seconda stagione non c’è un antagonista, non in modo evidente: ci sono diversi contrasti, molti fili da tirare (e il Punisher non è certo il più grande, a dirla tutta) e un certo numero di sottotrame che vengono portate avanti in parallelo fino a una fusione negli ultimi episodi che non presenta alcun tipo di forzatura evidente.

Come dicevo, il rischio di fallire da questo punto di vista era enorme, ma la scelta si è rivelata azzeccata e vincente.

Una scelta che porta con sé anche la possibilità di approfondire i punti di vista dei vari personaggi: cos’è un eroe e cosa lo rende tale? Chi è un eroe? Daredevil? Punisher? Elektra? Tutti loro? O forse nessuno di loro? Fino a quando le azioni di chi agisce fuori dalla legge sono giustificate? E chi le giustifica? E come può un uomo che crede nella legge agire anche al di fuori della stessa?

Nulla da dire, anzi, tanto da elogiare per quanto riguarda le scene d’azione, già fiore all’occhiello della stagione precedente. Ogni personaggio ha il suo modo di occupare la scena, lottare, reagire e viene reso alla perfezione: i combattimenti in cui sono presenti sia Elektra che Daredevil sono delle vere e proprie danze marziali, ma quando invece lo scontro include Punisher ci si trova davanti alla lotta più dura, fisica e sporca.

Esattamente come deve essere.

Un ultimo aspetto da sottolineare. Come già si sa Daredevil, Jessica Jones e i futuri Luke Cage e Iron Fist fanno parte di un progetto a lunga gittata che porterà i quattro personaggi a confluire in una serie denominata Defenders. Sebbene, quindi, tutti questi personaggi si muovano nello stesso universo di Iron Man, Avengers, ma anche Agents of Shield, le interazioni tra di loro dovranno per forza essere più dirette: anche di questo Netflix è conscio e quindi ci troviamo a sentir nominare Jessica Jones in un episodio di questa stagione ma anche a vedere un cameo (di non scarsa importanza) di un personaggio di quella serie in uno degli ultimi episodi di questa.
D’altronde Jessica Jones e Daredevil vivono entrambi a Hell’s Kitchen, no? E l’infermiera Claire, interpretata da Rosario Dawson, compare in entrambe le serie citando come nulla fosse in una gli eventi dell’altra e viceversa.

Il risultato è che quando si vedono i personaggi muoversi per strada o essere in pericolo durante uno scontro ci si chiede quanto ci vorrà perché compaiano Jessica o Luke a dare una mano a Matt.

Ma per questo dovremo, purtroppo, ancora aspettare.

Ho scritto tantissimo e forse non sono stato neanche particolarmente ordinato o dettagliato: quel che è certo è che questa serie va vista. Vale la pena pagare Netflix anche solo per lei.

Prossimo appuntamento: 30 settembre, con Luke Cage.

E, ovviamente, attendiamo l’annuncio della terza stagione. Vero, Netflix?

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Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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6 risposte

  1. La Strega ha detto:

    Sai che pensavo ai combattimenti proprio dieci minuti fa?? Mi chiedevo se sarebbero stati in grado di riprodurre quelli plasticissimi della seconda metà della prima serie, ed evidentemente dalla tua recensione è così. ^^

    …Tocca cominciare a guardarla. 😉

  2. Psylocke_Alex ha detto:

    Per fortuna non sono l’unica che non sopporta Karen Page…
    Per il resto, visione in corso, ti saprò dire, grazie della recensione. Per le poche puntate che ho visto sono entusiasta.

  3. Psylocke_Alex ha detto:

    Uh, dimenticavo… Spero i rimaneggiamenti su Elektra non mi diano troppo fastidio. Sai che è una delle mie predilette

    • Aries ha detto:

      Io posso dirti che amo Elektra quanto te e non me ne hanno dato. Soprattutto, se consideri Elektra anche prendendo in considerazione Man without fear e non solo la prima run su Daredevil, allora non sono così forti. Ed Elodie Yung si farà amare, secondo me 😉

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