314. Dal vostro inviato al Comiccon

L'occasione, mesi fa, era stata ghiotta: scoprire che a febbraio ci sarebbe stato il Super ComicCon a Londra, vedere i biglietti ancora disponibili (e non eccessivamente cari) e comprarli erano stati passi consecutivi immediati.

Così eccoci arrivati al giorno da tempo fissato, con la curiosità di partecipare per la prima volta a una fiera fumettistica fuori dai nostri confini, con similitudini e differenze da scoprire.

Location: lo stesso Excell che già avevo ospitato l'evento del 50nnale di Doctor Who, una struttura enorme e perfetta per eventi del genere, tanto da accogliere (nella giornata di oggi), non solo il ComicCon, ma anche una manifestazione legata alle automobili classiche e una riguardante i bambini.

Prima di arrivarci, però, piccola deviazione per sperimentare il passaggio sopra il Tamigi tramite la Emirates Air Cab, a 90 metri di altezza. Se vi capita provatela almeno una volta: la vista di Londra da quell'altezza, anche se non esattamente in centro, merita parecchio.

Ma bando alle distrazioni, com'è questo Comiccon?

Se dovessimo badare esclusivamente alle dimensioni, quella che viene definito come la più grande convention del Regno Unito viene pesantemente stracciata dalla nostra Lucca, ma finisce per essere più piccola anche di Cartoomics.

Le differenze sono comunque parecchie: mentre nelle nostre fiere si trovano tantissimi padiglioni, cosplayer ed eventi legati non solo al mondo del fumetto, ma anche a telefilm e games, qui i fumetti occupano oltre il 90% dell'attenzione non solo degli espositori, ma anche dei cosplayer.

Il capitolo cosplayer è il secondo a notarsi: ce ne sono sicuramente, ma meno di quanti mi sarei aspettato (anche se, lo ammetto, non siamo andati ad assistere alla loro gara) e soprattutto accanto a certi riusciti veramente bene ne “brillano” diversi definibili come “vorrei ma non dovrei”.

Quindi? Deludente?

Per niente.

Quelli che ho citato sono i punti deboli, ma di forti ce ne sono.

Partendo dagli espositori: i materiali acquistabili sono innumerevoli e quello che colpisce è la fantasia e la qualità; stampe, magliette, quadri, tele, oggettistica; se in Italia si può trovare qualcosa di sfizioso, qui si può trovare veramente di tutto e, spesso, di estrema qualità intrinseca e nerdistica.

Degno di nota, ad esempio, lo stand di gente che vendeva prime pagine fittizie di giornali ispirate a vari film e serie tv: una copertina dedicata a Tony Stark, una sull'invasione di New York sventata dai Ghostbusters, una sul ritorno di Oliver Queen e così via. Idee forse semplici, ma realizzate tanto bene da volerle avere tutte.

Il secondo punto di forza: gli artisti. La artist alley è veramente gremita di autori più o meno noti, di sicuro tutti meritevoli: dalle nostre Laura Braga, Sara Pichelli, Mirka Andolfo o Emanuela Lupacchino ad Adi Granov e David Lynch, ma anche Tom Palmer, Alex Saviuk, Mike Zeck, Steve Dillon, Jill Thompson e tanti tanti altri; in una situazione del genere si penserebbe di non poter aver accesso semplice, ma la realtà non potrebbe essere più diversa. Comprare stampe (o disegni, per chi può permetterseli) e ottenere autografi richiede, nel peggiore dei casi, qualche decina di minuti di coda e dona la possibilità di incontrare un autore con cui magari si è cresciuti e scambiare, a volte, quattro chiacchiere.

E nel nostro caso le quattro chiacchiere sono state col fantastico (e gentilissimo) Frank Cho, che scopertoci italiani ci ha detto che sarà a Lucca 2016 e ci ha chiesto un po' di informazioni.

Personalmente mi sono portato a casa autografi (e, in certi casi, stampe) di Mike Zeck, Jill Thompson, Frank Cho e Alex Saviuk: qualcosa che, a Lucca, sarebbe impensabile se non con ore di coda.

Un'esperienza divertente, magari da ripetere, con la speranza che in futuro i panel aumentino e, magari, anche la presenza di editori vari con stand propri.

E stasera chiudere il post non è difficile: mi basta lasciare spazio alla miglior Harley Quinn cinematografica incrociata oggi.

Alla prossima.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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