279. Vuoto
Il vuoto.
Stasera, nella testa, c'è il vuoto.
Niente su cui mi venga voglia di scrivere o approfondire.
Non la mostra di Mucha a Palazzo Reale (bella, consigliata, davvero).
Non le decine di ragazzine in mezzo alla strada a inseguire un modello, sembra, apprezzato sui social: un modello. Non un attore, non un cantante.
Non i vari giri in auto elettrica, sempre divertenti.
Non il pranzo, non la cena, non l'ikea alle otto di sera.
Non la stanchezza nel tenere dietro a Zen, al suo non star bene in vari momenti, al suo chiedere cibi sempre diversi in altri.
Non il tornare ogni volta a casa sperando di non dover pulire altro vomito.
Non l'aver cambiato la cinghia della tapparella squartandomi un dito.
Non le splendide amicizie che mi cercano per sapere come sto.
Niente.
Non c'è nulla, stasera, che riesca a farmi venire voglia di scrivere più di una frase.
Vuoto, dicevo.
Poi rientro a casa, scorro twitter e vedo che buona parte delle persone sta guardando e commentando “C'è posta per te”.
Commentando “c'è posta per te”, sì.
E all'improvviso il mio vuoto mi sembra molto meno tale.