266. Istanti

Da quando Zen non sta bene, passa molto tempo da solo, tipicamente nel trasportino lasciato aperto per lui.

Lui e Stitch sono sempre stati molto uniti e Stitch percepisce chiaramente l'anomalia di quello che succede.

È nervoso, cerca attenzioni, mangia in modo diverso.

Stasera, dopo l'ennesima pastiglia, Zen ha vomitato.

Ho cercato di coccolarlo un po' e di farlo stare su un cuscino, ma poi ha deciso di mettersi, dopo giorni in cui non lo faceva, sulla poltrona del soggiorno, la stessa su cui spesso dorme Stitch.

Poco dopo Stitch l'ha raggiunto e si sono messi a dormire vicini come non avveniva da settimane.

Poco fa ho alzato lo sguardo.

Stitch stava pulendo e leccando Zen, con la cura che solo chi ha visto due gatti legati da tempo conosce.

Zen lasciava fare, ogni tanto si stufava e lo fermava con una zampa.

Poi, dopo un po', Stitch ricominciava.

E io, che non so come starà Zen tra un'ora, che mi danno per fargli prendere le medicine e farlo mangiare, per pulire il suo vomito, li guardavo.

Sorridendo.

Gli occhi lucidi.

Ora Zen l'ha fatto smettere, nei giorni passati se ne sarebbe andato infastidito come solo chi è malato sa essere, ma stasera no, stasera sono ancora lì, a dormire uno vicino all'altro, come centinaia di notti prima di oggi.

Come nulla fosse.

Li guardo.

Continuo a sorridere.

Non asciugo gli occhi.

E registro questo momento.

Qualunque cosa accada nei prossimi giorni.

Lo registro.

 

 

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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4 risposte

  1. ziacris1 ha detto:

    Come gli umani dopo una vita assieme, che teneri

  2. Blutriskell ha detto:

    Mi hai fatto scendere una lacrima 🙁

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