169. H2O (più qualche sale)
Sembra che questo sia un anno d’oro per ciò che sono sempre state le mie passioni di sempre. In particolare l’astronomia e qualunque cosa avesse a che fare con l’esplorazione dello spazio.
Dopo essere atterrati su una cometa, dopo aver avuto un’italiana sulla ISS battendo il record femminile di permanenza, dopo le meravigliose foto di Plutone e l’idea che ora la nostra sonda sarà là nel vuoto più totale, oggi la Nasa ha dato il colpo di grazia.
È ufficiale, su Marte c’è acqua.
Ripeto, su Marte c’è acqua.
Niente, non penso le parole riescano a rendere a sufficienza l’enormità e l’emozione di una notizia del genere.
Marte.
In qualche modo il nostro fratello più vicino, se escludiamo la Luna.
Fratello come tipologia, fratello come distanza dal Sole: Mercurio e Venere così vicini da avere temperature assurde, Giove e Saturno giganti gassosi, gli altri (Plutone incluso) tanto lontani da essere a malapena visibile.
Ma Marte è lì.
Un po’ più piccolo di noi, ma non troppo.
Un po’ più lontano, ma non troppo.
Con un’atmosfera troppo rarefatta per ospitare, oggi, la vita sviluppata come la conosciamo, tanto che l’acqua in superficie evapora in pochi minuti.
Ecco, nella mia scelta di parole c’è l’enormità della scoperta.
“La vita sviluppata”.
Non “la vita” in ogni suo aspetto.
Perché sotto la crosta marziana esiste acqua (salata, almeno quella di cui si è parlato oggi) e in ambienti del genere, sulla Terra, si sviluppa vita microbica.
Il che significa che oggi potrebbe essercene.
Una forma di vita aliena, per quanto microscopica, quasi a portata di mano.
E la fantasia ora potrebbe correre. Dal primo romanzo di fantascienza che abbia mai letto, quel Lucky Starr di Asimov ambientato proprio su Marte, alle Guerre dei Mondi di H.G. Wells.
In passato dicevamo “marziano” per dire extraterrestre.
E ora sappiamo che sì, lassù c’è l’acqua. E chissà quante altre cose potremo scoprire. Chissà quanto ancora ci aspetta lì fuori.
E di nuovo io sono lì.
A guardare in alto.
A sognare, immaginare, viaggiare.
E, di nuovo, a rimpiangere il fatto che non vivrò abbastanza per vedere tutto quello che potremmo.
Ma oggi mi hanno regalato l’acqua di Marte.
Oggi il me stesso decenne saltella di gioia.