155. Transizione
Oggi è uno di quei giorni strani.
Una sorta di limbo tra quel che è stato e quel che sarà, in cui non è ben chiaro quali siano gli elementi costanti e quelli in mutamento.
Una giornata sospesa.
Progetti che stanno per partire, ma ancora nessuno ufficialmente partito.
Uno stesso progetto confermato oggi (e che non pensavo partisse), ma che si sbloccherà ufficialmente tra due settimane.
L'essere piacevolmente a Bologna stasera perché un cliente ha deciso di volermi alle 9.30 a Ravenna e, quindi, trovarmi a guidare in A1 dopo non so quanto.
Rivoltare un fastidio in un piacere.
E lo stesso essere qui per andare a Ravenna dà alla giornata il gusto di una vigilia, peccato non sia per una festa.
Sapere che tra due settimane sarò di nuovo a Londra per qualcosa di deciso un anno e mezzo fa, con quella tipica sensazione di irrealtà di un qualcosa atteso da tanto di quel tempo da non sembrare più vero.
Pensare che ai primi di ottobre c'è il Comicon a New York e fremere per quanto mi piacerebbe essere lì in quei giorni.
Per il Comicon.
Per New York.
Per me stesso.
E ancora commenti al romanzo che, per fortuna, arrivano, ma al momento da una sola persona (e una che ha già finito): stimolanti, che mi fanno felice, ma di nuovo l'attesa per quando altri leggeranno.
Attesa.
Transizione.
Samahin a un mese e mezzo.
E la mia incapacità di attendere, soprattutto quando non so cosa.