151. Le volte in cui mi piacerebbe sbagliarmi

Domani (oddio, volendo è già oggi, ma ok) sarà l'11 settembre. 14 anni da quella famosa data.

Ogni anno, o quasi, ho scritto qualcosa al riguardo e stare a ribadire cose che ho già scritto non mi va.

Però posso fare una previsione.

Prevedo che oggi ci saranno gli alternativi per forza che citeranno l'11 settembre 1973 in Cile.

Di solito sono gli stessi che prima del 2001 all'11 settembre 1974 pensavano per niente o di sfuggita.

E poi ci saranno quelli che diranno “certo, ricordate quella data, e allora i morti in Medio Oriente? E la guerra in Siria?”.

E, ovviamente, ci saranno tante variazioni sul tema.

Ora, vorrei dare una notizia a chiunque ricadrà in una di queste categorie.

Il cuore, se allenato, ha una capienza illimitata. Più si provano sentimenti e più è in grado di contenerne e, al contempo, meno lo si riempie e più si contrae.

L'empatia, il ricordare, il sentire una tragedia non esclude sentirne altre.

Lo so che sembra assurdo per chi vive su una monorotaia, ma fidatevi di me.

Ci si riesce.

Si può soffrire per le morti delle Torri Gemelle, pensare al colpo di stato in Cile, alla guerra in Siria e, vi sconvolgerà, riuscire ad amare anche animali e, per chi non fa parte del team Erode, bambini allo stesso tempo.

Davvero, non è fantascienza.

Si può.

E se voi non ci riuscite il problema è vostro.

Se voi non riuscite a provare dolore per delle morti perché ritenete siano “troppo di moda”, allora avete un serio problema di umanità (e di moda, dato che anche “andare contro” ormai lo è, sorry).

Per cui fateci e fatevi un favore.

Non volete ricordare il 2001?

Liberissimi.

Ma non rompete i coglioni a chi invece può fare quello e altro.

Grazie.

PS: ah, sì, ci saranno anche quelli che parleranno di complotto e cose del genere. Ma scusate, ho cose più importanti da fare che rispondere a quelli. Devo cambiare la sabbia ai gatti.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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2 risposte

  1. Mìgola ha detto:

    Domani sui social ci sarà di tutto! Io, se mi permetti, ti lascio il mio ricordo…ero a NY l’11 agosto 2001, proprio sulla torre…

    Io, quella mattina, guardavo l’azzurro.
    Il cielo era limpido e i gabbiani, che arrivavano dal porto, erano puntini in movimento sotto di noi.
    I bambini erano silenziosi.
    Prima di salire avevano le faccine incollate verso il cielo, adesso, che il cielo lo sfioravano, tenevano gli occhi puntati verso il basso cercando di vedere dove erano stati prima, quanto erano piccole le formichine che si affollavano intorno alla fontana, quattrocento metri più in basso.
    Il piccolo si era installato subito nella passerella di vetro che lo teneva sollevato direttamente sul vuoto. Anche il più grande si era sistemato sul vetro ma, prima, si era fatto rassicurare da dati tecnici di spessore e solidità.
    Adesso, insieme, volavano sopra la città, sopra i gabbiani, sopra la gente piccola, piccola.
    Vieni mamma, vieni anche tu!
    Io, quella mattina, non guardavo verso il basso ma ero affascinata dalla percezione di spazio intorno, dalla sensazione di potere che ti dava lo sguardo abbandonato lontano, ancora più lontano.
    La città, immensa, era azzurra, azzurri i palazzi, azzurro il fiume che la solleticava strusciandosi contro le rive immobili, azzurro il cielo, azzurro il mare che immaginavi oltre la baia, oltre…
    Io, quella mattina, guardavo lontano.
    Era l’undici Agosto 2001.
    Se fossi stata lassù un mese dopo lo avrei visto arrivare e forse lo avrei scambiato, per un istante, per un gabbiano deciso, alla ricerca di un posto per posarsi e riposare.
    Io, quella mattina,come ultima cosa avrei visto l’azzurro.

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