147. Linee
Mi capita di pensarci ogni volta che viaggio, tipo stasera mentre tornavo da Bologna in treno.
Ho guardato fuori dal finestro del treno e, quasi a portata di mano, c’era l’autostrada.
Viaggiare con l’alta velocità significa vedere quelle auto come lentissime, quasi ferme, vuol dire superarne parecchie nel giro di pochi istanti.
Ed è in quei momenti che mi soffermo.
E penso che lì, in quel momento, non ci sono auto, non solo almeno.
Ci sono vite.
Dieci, cento, mille vite che hanno fatto il proprio percorso, più o meno accidentato, più o meno gradevole, più o meno ricco, per arrivare in quell’istante a condividere quei chilometri di asfalto con altre vite uguali eppure così diverse.
E con altrettante vite a osservarle da un treno in corsa.
E loro, magari, a guardare quel treno con pensieri simili.
E mi capita quando alzo gli occhi e vedo un aereo in decollo o in atterraggio.
E di nuovo qualche centinaio di vite con cui probabilmente non entrerò mai in contatto mi sfiorano in quell’istante.
Qualcuno, lì sopra, sarà innamorato, qualcuno starà soffrendo, ridendo, sperando, disperando.
Ci saranno persone meravigliose e vermi della peggior specie, gente che ha tradito o è stata tradita, qualcuno che ha fatto da poco l’amore, qualcuno che spera di farlo al suo atterraggio, qualcuno che non l’ha mai fatto o non lo farà mai più.
Ci saranno amori iniziati o finiti, bambini, anziani, vite future e vite passate.
E sono lì, in quel preciso istante, davanti ai miei occhi.
Per un momento che condividiamo pur non sapendone nulla.
E le immagino, con molta banalità, come tanti fili sottili, ognuno di un colore e di una sfumatura diversa.
Fili che si rincorrono, si dipanano lontani, poi si sfiorano, a volte si annodano o si intrecciano più volte.
Un enorme gomitolo arcobaleno di vita talmente complicato che immaginarlo nel suo insieme sarebbe impossibile.
Eppure lo viviamo.
Ogni momento che camminiamo per strada, quando prendiamo un mezzo pubblico, quando siamo a un concerto.
Lo viviamo e lo svalutiamo tanto, totalmente disillusi da ciò che la parte peggiore dei nostri simili fa, da non renderci conto di quanto sia in realtà meraviglioso.
Di quanto la ricchezza di questi scambi possa potenzialmente arricchirci tutti.
Vedo una ragazza in metropolitana sorridere guardando il cellulare e penso a quanta speranza o gioco ci sia dietro quel sorriso.
Vedo lacrime in un paio di occhi e mi domando quale sofferenza le abbia generate.
E c’è così tanta vita e così poco tempo per arricchirsene che il solo pensiero è meraviglioso e sconsolante allo stesso tempo.
Ed è anche uno dei motivi per cui a differenza di molti non smetterò mai di vedere il buono della rete.
Perché con newsgroup, forum, blog, social mi ha permesso e mi permetterà di sfiorerà vite che probabilmente non avrei avuto modo di incrociare altrimenti.
Amicizie.
Amori.
Anche “inimicizie”, se vogliamo.
Ma sono diventato pù ricco grazie a questo.
Se sono ciò che sono è anche perché mi sono arricchito dello scambio con quelle vite.
La mia linea poteva essere di un solo colore.
Ma volete mettere la bellezza di uno o più arcobaleni?
Buongiorno Aries.
Perchè non riesco a vedere la foto o il disegno?
Sono molto curiosa
Ciao, sembra ci fosse un problema col link. Ora dovresti vederlo. 🙂