121. Stanco

Sono le 23.51 di un martedì d’agosto che definire atipico sarebbe eufemistico.

Sono stanco.

Stanco perché ho trascorso la giornata a imbiancare casa (perché sì, a me vengono queste idee geniali).

Stanco perché la testa è stanca e ancora non è riuscita del tutto a staccare (e i sogni di stanotte lo dimostrano, accidenti a loro).

Sono stanco.

Stanco di vedere giornali che fanno gli avvoltoi sulla morte di una sedicenne.

Stanco di dovermi sorbire la nuova moda estiva del dare addosso agli adolescenti e, già che ci siamo, a qualunque essere umano di sesso femminile che non abbia la stessa attività sessuale di Giovanna D’Arco.

Stanco di dover vedere messaggi razzisti, sessisti, ignoranti, istigatori di odio in qualunque angolo della rete.

Stanco di vedere il medioevo dove sognavo di vedere il ventunesimo secolo.

Sono cresciuto con supereroi, fantascienza e saranno famosi.

Sono cresciuto credendo che un giorno gli essere umani si sarebbero evoluti, che la merda del passato sarebbe stata vista come tale, che l’altruismo e l’empatia fossero valori comuni o lo sarebbero diventati.

Sono cresciuto credendo in una morale che non fosse derivata e deviata da qualche religione, ma dal fatto di essere umani, vivi, empatici.

Sono cresciuto pensando che l’amore fosse amore, l’odio fosse odio, il dolore fosse dolore, ma intorno a me c’è gente che odia dicendo che gli altri non amano nel modo giusto, gente che ama e si sente dire che non può farlo e gente che infligge dolore solo perché vuole e può.

Sono cresciuto credendo che non esistesse bianco e nero, ma che giusto e sbagliato in certe occasioni fossero lampanti. Ora vedo che sono lampanti solo per chi pensa che sia giusto solo ciò che lui farebbe e sbagliato tutto ciò che non farebbe. Perché se lui non vuole nessuno deve.

Sono cresciuto credendo che dalle differenze potessero nascere non solo attriti ma anche apprendimento, comprensione ed evoluzione, ma vedo in giro che le differenze sono solo causa di odio e discriminazione

Sono cresciuto pensando dovesse aver senso essere fieri del proprio paese, ma come posso esserlo quando il mio paese mi fa vergognare?

E stasera sono stanco.

Troppo stanco.

E vorrei solo leggerezza, una spiaggia notturna, una bibita, un cielo stellato, un cuore accanto.

E non dover andarmene via a una certa ora, ma restare lì quanto mi va.

E smettere di essere stanco.

Almeno per un po’.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Plugin WordPress Cookie di Real Cookie Banner