61. Di condòmini e condomìni

Ieri sera c’era riunione condominiale.
Premetto che io, dopo una traumatica esperienza datata 1992 o 1993, mi sono sempre rifiutato di presenziare, optando per una più sobria delega.
Ieri sera, però, vari fatti hanno complottato contro di me.

Anzitutto, dopo l’ennesimo furto nel palazzo, avevo contattato l’amministratore per segnalare che forse (dati gli imbecilli che aprono a chiunque) sarebbe stato il caso di attivare una videosorveglianza: la mia proposta era stata messa all’ordine del giorno, non sarebbe stato il massimo non esserci.

In realtà, poi, stavo per non andare causa lavoro, ma dato che al mio rientro era ancora in corso, mi è toccata.

Come descrivere la sensazione di teatro dell’assurdo che mi ha travolto?
Dalle sceneggiate napoletane all’ingegnere milanese settantenne che da 40 anni non vuole pagare le spese condominiali perché lui non usa certi servizi.
Dalla gente che si parla addosso a quelli che “oh, i bambini mica si possono legare, si vede che non avete figli” (e se continui così, neanche tu ne avrai più, fidati).

Ho assistito a una che continuava a urlare (letteralmente) “io non voglio fare nulla! Per 45 anni è andata bene così” per poi doversi far quasi urlare in faccia (dal sottoscritto… ehm…) che non le si stava chiedendo una fava, solo di lasciar fare ad altri le proprie cose.
“Ah, quello sì, che mi frega?”.
Dopo un’ora e passa a ripeterglielo.

Ho visto il suddetto ingegnere non seguire niente, fermarsi 10 minuti a guardare nel vuoto per un voto che non gli interessava dare (e di cui non aveva capito niente) per poi astenersi.
E ancora lui, per perorare la propria causa, a raccontare la sua attività a partire da 40 anni prima e, quando chiestogli cosa c’entrasse con le sue richieste, incazzarsi, alzarsi e andarsene.

Ho visto gente che mi conosce da quando ero bambino avvicinarsi convinti che avrei votato come loro e guardarmi come il peggior traditore quando li ho contraddetti.

Ho sentito persone della mia età o anche più giovani dire “ah, ma non serve la videosorveglianza, mettiamo solo il cartello ‘area videosorvegliata’ e siamo a posto”.
Provvederò a mettergli un cartello “Sei una testa di cazzo, ma senza videosorveglianza non saprai chi sono” davanti alla porta di casa.

Ho visto gente rompere le palle perché una sbarra di metallo messa per sicurezza al sesto piano potrebbe spezzare l’estetica di un palazzo di 40 appartamenti.

Ho visto il giovane segretario dell’amministratore guardarsi intorno disperato quando ormai la speranza che la riunione finisse si faceva sempre più labile.

Ho visto gente farsi portare la pizza a casa mentre rimaneva in assemblea e altra andarsene, far la spesa e tornare.

Ho visto la prepotenza di ultrasettantenni che in questa casa hanno sempre vissuto che non vogliono capire che i nuovi arrivati hanno gli stessi loro diritti.

Se non di più.

E in tutto questo l’unica cosa che sarebbe stata utile, la videosorveglianza, non è stata quasi valutata perché “tanto poi cosa ci vuoi fare? In polizia mica fanno nulla”.

Costava 75 euro a famiglia.

Settantacinque.

E al prossimo che rubano in casa andrò a scrivere sulla porta “ben ti sta”.

Tutto questo spalmato in totale su 4 (leggasi quattro) ore, di cui tre subite anche dal sottoscritto.

Per i prossimi vent’anni ho dato, direi.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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2 risposte

  1. La Strega ha detto:

    …. la tizia che si presenta a casa tua (ma mica per rubare, eh! Altrimenti lo dichiarerei spontaneamente) rimane basita.

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