53. Credo (mio, stavolta)
Ieri ho postato il credo recitato da Neil Gaiman. L’istinto di farne uno mio è stato forte e una delle cose che mi fermavano è che, a dire il vero, già lo avevo fatto tanti anni fa.
Però sono passati quasi nove anni. Una vita, letteralmente, in mezzo. Io sono una persona diversa, forse non completamente, ma sicuramente cambiata rispetto ad allora.
Per cui lo riscrivo.
Senza rileggere quello originale, perché non voglio che ciò che avevo scritto anni fa influenzi ciò che scrivo oggi.
A chi leggerà, se ne avrà voglia, vedere le differenze, le somiglianze o quel che gli pare.
Credo non si finisca mai di sognare, così come di cadere.
Credo anche non si finisca mai di rialzarsi, se davvero lo si vuole.
Credo che le delusioni siano necessarie.
Il saperle riconoscere anche.
Credo le illusioni, invece, siano da estirpare. Anche quando sono fondamenta. Soprattutto quando sono fondamenta.
Credo che avere un lavoro sia una fortuna, ma credo anche che nessuno dovrebbe accontentarsi di dire “almeno ho un lavoro”.
Credo che la gente non sia davvero peggiore di dieci anni fa, ma è tanto tanto tanto più rumorosa.
Credo che il rispetto per le idee (e le imbecillità altrui) sia importante, ma credo anche di non essere un santo e che il vaffanculo mi venga facile.
Credo di avere troppo da vedere, leggere e scrivere, ma senza non riuscirei a vivere.
Credo che la passione sia fondamentale. Passione in ciò che facciamo, passione nella vita, passione nei rapporti. Credo anche che sia naturale possa affievolirsi, ma ciò non significa che bisogna arrendersi al fatto che avvenga.
Credo che potrei passare mesi a Londra e New York senza stancarmene, ma che vorrei mantenessero la magia di chi non si scorda di vederne la bellezza.
Credo che Milano sia una delle città più belle d’Italia, alla faccia di chi non sa riconoscerne la bellezza.
Credo di aver fatto tante cazzate nella mia vita e penso che il solo limite a quelle che farò in futuro sarà il numero di anni che ho davanti. Credo anche che da tante di quelle cazzate sono uscite parti fondamentali di me stesso.
Credo che se la mia vita avesse seguito la strada che pensavo a vent’anni sarei una persona molto diversa. Una persona che non penso mi piacerebbe essere.
Credo mi manchi il mare.
Credo che in certi casi sia schifosamente ingiusto doversi accordare.
Credo nell’amicizia. In quella vera, leale, sincera. Credo anche che sia rara tanto quanto il vero amore.
Credo nell’amore e non credo la sua qualità si misuri in base alla sua durata.
Credo nell’amore, indipendentemente dal sesso di chi lo prova.
Credo che ci sono persone che accusano altri di ciò che farebbero loro stessi. O magari hanno già fatto.
Credo che chiunque cerchi di vietare a qualcun altro un diritto dovrebbe essere privato del proprio.
Credo che se questo stato fosse davvero laico staremmo tutti molto meglio. Anche i sedicenti cristiani.
Credo che molti uomini dovrebbero farsi la domanda “e se lo dicessero a mia sorella o a mia madre?” prima di dire qualcosa a una donna.
Credo che ogni religione abbia diritto di essere rispettata finché detta condizioni per chi la pratica e non per il resto del mondo.
Credo che il giorno in cui i giornali non sentiranno più la necessità di specificare la nazionalità di chi ha commesso un crimine (se straniero) Salvini inizierà a vincere un po’ meno.
Credo che il giornalismo visto in The Newsroom sia l’unico accettabile. Ma anche l’unico quasi inesistente.
Credo nel rispetto. Credo anche di essere rimasto uno dei pochi.
Credo che mentire possa essere a volte necessario e che a volte ci raccontiamo che lo è.
Credo che mentire se non è necessario sia grave. Farlo con chi ci vuole bene può essere quasi irreparabile.
Credo che “scusa” sia una parola fondamentale. Sempre che chi la dice ne conosca il significato.
Credo che anche “grazie” non sia male.
Credo di essere fortunato ad avere la stima di certe persone e altrettanto fortunato ad averne perse per strada altre. Credo sia una strana fortuna quando poi qualcuno ritorna.
Credo che una seconda possibilità la meritino tutti, ma mi perdonerai se la seconda volta ti tengo d’occhio.
Credo che la terza non esista.
Credo che piacere ad alcune persone sia uno splendido complimento, piacere ad altre una terribile offesa.
Credo che la consolazione di “aver fatto la cosa giusta” certe volte lasci la bocca amara. Troppe volte. Troppo amara.
Credo però che mi sarebbe impossibile fare altrimenti.
Credo che in un mondo giusto certe merde verrebbero sputtanate. In questo mondo ottengono quel che vogliono con tanto di applausi. Agli altri rimane la cosa giusta.
Credo che il sesso senza amore esista ma dev’essere veramente buono per valerne la pena, l’amore senza sesso mi lascia perplesso, i due insieme sono auspicabili.
Credo di non aver mai conquistato qualcuna per il mio aspetto fisico. Devo ancora capire se andarne fiero o meno.
Credo mi manchi già New York. E Londra, ma quella la vedo di nuovo tra poco. Di Parigi faccio a meno.
Credo di aver voglia di scoprire, viaggiare, emozionarmi.
Credo di voler finire il romanzo entro l’anno, ma sarei fortunato a finire questa parte entro settembre. Molto fortunato.
Credo che qualunque attività svolta tra adulti maturi e consenzienti sia lecita, finché non danneggia altre persone.
Credo di amare Dumas.
Credo non esista più o quasi cultura politica. Ci sono solo le squadre e il tifo. E i danni che ne conseguono.
Credo nella scienza e credo anche che la scienza abbia ancora tanto da scoprire.
Credo che il matrimonio sia un diritto per tutti e che preferisco le mie tasse vadano a pagare la reversibilità di una coppia gay che la pensione della Meloni o di chi per lei.
Credo che avere una ditta individuale sia la situazione fiscalmente più sfigata in questo paese. E nonostante tutto vado avanti.
Credo che alle cricche preferisco le poche persone pensanti.
Credo che Pucca e Ronney mi vogliano bene. Pucca anche ai pezzi che mi ha tolto.
Credo che Zen sia psicopatico. Ma è il mio psicopatico.
Credo che Stitch sia il gatto più coccolone che abbia mai avuto. Ed è qui, accanto, mentre scrivo.
Credo mi manchi Lupo. Anche Lucky, certo, ma Lupo…
Credo che se questa casa avesse un terrazzino sarebbe perfetta.
Credo che se i miei genitori fossero vivi litigheremmo ogni giorno. Credo anche che pagherei per litigarci ogni giorno.
Credo che visto da fuori io possa sembrare pieno di certezze, quando non passa giorno che non mi faccia domande.
Credo che le ferite peggiori non mi siano arrivate dall’amore ma dalle amicizie.
Credo di essere monotono e forse banale, ma mi accontento di ciò che sono.
Credo di essere amato, secondo le varie accezioni del termine, e spero di dimostrare abbastanza gratitudine per questo. Spero di essere stimato da chi stimo.
Credo di aver scritto pure troppo.
Credo di fare del mio meglio.
O almeno spero.
Credo che sia proprio bello leggerti e con questa storia del post al giorno mi stai creando dipendenza e non credo sia cosa buona… 😉
Dai, ci sono dipendenze peggiori 😉
E poi hai la garanzia che per almeno altri 311 giorni non avrai astinenza, se vinco la sfida 😉
(Grazie, davvero)