46. (Not) Lost in London
E infine arriva, quasi senza che te ne rendessi conto, il giorno che tanto hai aspettato: l’hai aspettato da anni, anche se si è definito poco più di un mese fa.
Quel che non sapevi è che sarebbe anche stato il primo tuo viaggio da solo, qualcosa che forse fino a qualche tempo fa neanche avresti ritenuto possibile.
Ti svegli alle 4 del mattino, cosa che sei disposto a fare solo se tieni veramente a ciò che accadrà, ti metti in macchina, la lasci in aeroporto e ci sei.
Uno scorcio che rubi rappresenta ciò che senti, come se tutto stesse congiurando per rendere questo giorno importante.
Viaggi guardando un episodio sul tuo Ipad, le tue compagne di viaggio sono una coppia di ragazze molto innamorate. Sorridi.
A Gatwick ti chiedi se in realtà tu non sia atterrato a Heathrow per raggiungere la stazione a piedi, considerando il tragitto che devi fare.
Ma va bene, va bene così.
Il treno che ti porta a Victoria attraversa il West Sussex e ti sembra di essere catapultato in un libro di James Herriot.
Arrivi a Victoria. Ti fai avvolgere da immagini, suoni, odori e parti per l’albergo.
Sorridi di ciò che puoi vedere solo qui, come i cartelli che in metropolitana ricordano l’educazione ai passeggeri. Tra di loro e verso il personale.
“Urlare al personale è maleducato, offensivo e non tollereremo tale comportamento. Pensate alle conseguenze prima di farlo”.
Queensway. La stanza è già pronta, lasci le tue cose e parti all’avventura.
Forbidden, Cinema Store, quei luoghi che non puoi non raggiungere ogni volta che sei a Londra. Sei nerd e fiero di esserlo.
Pranzi con amici e pensi a quanto sia meraviglioso poter dire “sono stato a Londra per un giorno e ho pranzato al volo con alcuni amici”.
Il burrito di Chipotle ti riempie quanto neanche una costata da 2kg avrebbe fatto quando eri carnivoro.
Saluti gli amici e cammini.
Covent Garden.
Waterloo Bridge e il suo scorcio sul London Eye e sul Big Ben.
Le bancarelle di libri sotto il Waterloo.
Il National Theatre e la voglia di comprare tutto quel che vende la loro libreria.
E poi ancora il Jubilee Bridge.
Dai un pound a un ragazzo che suona Moon River con il Sax, cammini ancora un po’ e lì, a metà del Jubilee, ti fermi a guardare il Tamigi e a respirare.
E pensi che stai bene.
Nonostante i pensieri, i casini, le rincorse, i problemi, nonostante tutto stai bene.
E, soprattutto, oggi più che mai senti che stai bene con te stesso e questa è una delle conquiste più belle a cui potresti aspirare e la festeggia con un orribile selfie.
Ma non stai troppo a compiacerti.
Ancora in marcia.
Trafalgar Square e la sua enorme Waterstone.
Poi in albergo.
A scrivere questo post, dopo una doccia rigenerante, prima di uscire di nuovo.
Perché il piatto forte deve ancora arrivare.
Stasera, ma non solo.
Questo è solo l’inizio.
Ogni giorno è solo l’inizio.
Lo sai, ma è bello ricordartelo, certe volte.
Meraviglia di post!
Anche tu leggevi Herriot?
Buon inizio.
Ebbene sì, penso di averli letti tutti anche se non li ho più 🙂
Grazie per i complimenti 😉