40. Verità (e il blocco dello scrittore)

Un anno e mezzo fa, durante la nostra prima “trasferta” insieme a Roma (per lavoro lei, per accompagnamento/cazzeggio io), Miss Sauron mi regalò questo, un “taccuino ispiratore” per chi ama scrivere.
Si tratta letteralmente di un blocco del quale ogni pagina fornisce degli spunti, divisi in cinque categorie: basi, citazioni, tips & tricks, esercizi e “scintille”.
Le scintille sono singole parole messe lì con lo scopo di far partire l’ispirazione e vedere dove porta.
Nel mio lungo periodo di fermo dalla scrittura non avevo ancora mai sfruttato questo regalo, ma stasera, complice la mancanza di un’idea su cui scrivere, ho deciso di farlo utilizzando, appunto, le scintille.
Già che ci siamo creerò una categoria apposta, “Blocco dello scrittore”, in cui finiranno post ispirati dal taccuino.
Premessa lunga, ma vado al sodo.
La scintilla di oggi è “Verità”.

Già ieri parlavo della verità, nella fattispecie dei like o followers veri e di quelli comprati.
Ciò che io non riesco e non sono mai riuscito ad accettare, è come si possa mentire per far credere qualcosa che non è.

Cerco di spiegarmi meglio e, ovviamente, da questo discorso sono escluse le costanti piccole bugie o omissioni tipiche della vita di ogni giorno e che permettono che i rapporti interpersonali non si trasformino in altrettanti scontri all’ultimo sangue.

Parlo della sostanza dei rapporti.
Delle basi.
Ogni rapporto, di amicizia, di amore, di lavoro, di parentela, si basa su delle fondamenta.
Su cose che sappiamo (o sarebbe meglio dire “riteniamo”) vere.
Su queste basi noi costruiamo tutto il resto.
Sulla sincerità della persona che stiamo scoprendo si baserà l’amore che proveremo per lei.
Sulla certezza che un amico mi dirà la verità, anche facendomi male, si rafforzerà il mio legame con lui.
Cosa succede se la verità viene a mancare?
Cosa accade se si scopre che una persona vi ha mentito, anche solo una volta, su qualcosa di sufficientemente importante?
Cosa ne è di un rapporto?

La mia domanda, quelle che mi viene e verrebbe spontaneo fare, è forse ingenua: se la base non era vera, cosa lo è?
Se mi hai mentito una volta, chi mi garantisce che tu non l’abbia fatto più volte?
Chi mi garantisce che tu non lo stia facendo anche ora?

E lì, da quel momento, lo sgretolamento è alle porte.
Non è sicuro, quello no, ma le potenzialità ci sono: se non si pone una pietra dove quella originale è stata tolta e non la si assicura in modo che non si sfili più, cementandola, sostenendola con travi o cos’altro, allora arriverà.
E più è grande ciò che si era costruito, più le fondamenta potrebbero cedere sotto quel peso.

Ecco perché la verità è così importante.
Ecco perché, pur essendo facilmente in grado di mentire e di farlo bene, non mi consento di farlo e non transigo lo si faccia nei rapporti con le altre persone, soprattutto se a me legate.
Preferisco rischiare.
Di essere frainteso, insultato, mandato via.
Ma meglio rischiare che vivere qualcosa che non è vero o non quanto vorremmo.

E sia chiaro che mi è successo.
Mi è successo di dire la verità, di permettere che quella verità venisse usata e di ricevere tante palate di merda da parte di chi non l’ha voluta credere.
Perché il rischio è anche questo: chi dice la verità può fare male e chi fa male è stronzo, perché infrange illusioni.
Poco importa se poi quelle illusioni, esplodendo, potrebbero fare ben peggio.
Lo stronzo è chi ha urlato che il re è nudo.

Pazienza.
Preferisco così.
Preferisco guardarmi allo specchio fiero.
E preferisco che chi mi sta accanto, chi mi ama come amico o come compagna, sappia che sono disposto a farmi odiare e insultare da loro.
Ma non a mentire su cose importanti.
Quello mai.
E se qualcosa si infrangerà vorrà dire che uno di questi rapporti si basava sulla menzogna e non ha retto la verità.
Farà male, ma meglio così.

E’ la classica questione della pillola rossa o blu.
C’è chi è disposto a vivere nell’inganno pur di illudersi di essere felice.
Io sono disposto a stare male, pur di non essere ingannato e non ingannare.
Perché, ricordiamocelo, prima o poi le illusioni si frantumano.
E più tardi avviene, peggiore è il danno che fanno.
Pillola azzurra, grazie.

PS: sia chiaro che questo pippone non giustifica coloro che mascherano la propria maleducazione dietro il “dire quel che penso”. Questi rientrano nel paragrafo sul vivere civile. E no, non sono sinceri. Sono arroganti maleducati. Sinceramente.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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