35. 17 maggio.
17 maggio.
Giornata mondiale contro l'omofobia.
Qualche giorno fa una coppia di amici dello stesso sesso si è sposata. In Norvegia, perché in Italia non è possibile. Sono innamorati da 13 anni, ma in Italia non possono sposarsi. Non possono essere riconosciuti legalmente come coppia. Possono in alcuni comuni fare gesti simbolici, ma niente di più.
Tredici anni.
Io non ho avuto storie così lunghe.
Mai, nella mia vita.
Mi sono potuto sposare due volte.
Io.
Solo perché ho amato e amo qualcuno di sesso opposto.
Fra tre mesi saremo a Londra per un matrimonio.
Di nuovo, due amici dello stesso sesso, di nuovo un matrimonio all'estero.
In questo caso loro, per fortuna, a Londra ci vivono e il loro matrimonio, finché saranno lì, sarà valido a tutti gli effetti.
D'altronde ci sono paesi civili e paesi di merda.
Come il nostro.
Dove si giustifica un settantenne che si scopa minorenni ma si prova schifo se due uomini si baciano.
In cui si dice “ah, non sono omofobo, ma mi fanno senso/schifo/impressione/non voglio vederli/si facciano curare”.
Un paese in cui si possono leggere questi commenti:
17 maggio.
E io ancora devo vergognarmi del mio paese.
Io ancora devo leggere certa merda.
Io ancora devo sentire persone che mascherano le loro intolleranze con una religione scordando che colui di cui portano il nome proverebbe schifo per ciò che sono e fanno.
17 maggio.
No, non siete omofobi. Siete merde ignoranti. E se qualcuno, chiunque, pensa il contrario. Se chiunque passi di qui o legga su Facebook o su Twitter quel che sto scrivendo e pensa che non ci debba essere eguaglianza di diritti, per favore, sparisca.
Non commenti qui sopra, mi deamicizzi su Facebook, mi blocchi su Twitter.
Mi risparmiate la fatica di scovarvi e il fastidio di pulire il vostro odio.
17 maggio.
Fatemi un favore.
Fateci un favore.
Sparite.
Condivido ogni singola parola e ogni pensiero – vero, sensato, civile – che la sostiene.
Chiara
Eh
Quante cose che si perdono senza un account facebook! Mi sento quasi fortunata.
Nella giornata di oggi ho pensato spesso (leggasi, più spesso del solito) a quanto purtroppo il paese in cui viviamo sia profondamente incivile e non se ne renda nemmeno conto.
Deve essere splendido riuscire ad andare a messa ogni domenica, giudicare tutti dall’alto del proprio piedistallo (certo, quella trave nell’occhio da un po’ fastidio, ma ci si fa l’abitudine) e sentirsi in pace col mondo. Io non ne sono in grado.
Ma questo genere di ignoranza non rientra nelle benedizioni che mi sono state conferite.
Le fortune tutte agli altri, vero?
No, ma dai sono finti i commenti sul Corriere! Secondo me c’è qualcuno che come lavoro ha un centinaio di profili fasulli e scrive commenti demenziali …mi rifiuto di credere che possano esistere in natura idioti simili.
Non credo sia necessario che ti dica che il tuo post non fa una piega, vero?
Solo su un dettaglio non sono in sintonia con te, non siamo un paese di merda, siamo solo ancora “giovani” e abbiamo avuto una storia particolare…sai come una signorina di buona famiglia che ha studiato dalle suore e deve scoprire il mondo che è fuori.
Abbiamo bisogno di crescere, ci riusciremo ma ci vuole tempo. L’importante è continuare a lavorare sulla cultura, sull’informazione e non mollare mai. Un giorno la nostra signorina diventerà una donna di mondo. Vedrai.
Non sai quanto spero che tu abbia ragione.
Ho una voglia pazza di poter dire quanto sono fiero delle leggi del mio paese, del suo rispetto per la diversità.
Quel che mi fa essere pessimista è ricordare il ruolo del vaticano nelle nostre decisioni.
Mai come questa volta spero tu abbia ragione e io torto.
Davvero.
Concordo persino sulle virgole e sui punti.
4p
🙂