10. Remando
Fino a qualche ora fa ero intenzionato a fare un post chiarificatore a seguito di un paio di commenti ricevuti al post precedente.
Non lo farò.
Un po’ perché penso di aver già espresso in risposta ai commenti in base a ciò che sono e ciò sento e se avete voglia potete andare a leggere direttamente.
Un po’ perché sono stanco.
Oggi avrebbe dovuto essere una giornata non dico positiva, ma sicuramente di sblocco.
Lo è stata, ma solo in parte.
Il problema è che, nel frattempo, arrivano nuovi pensieri.
Non altrettanto gravi, certo, e forse in questo momento li vedo più grandi di quanto in realtà si riveleranno essere.
Ma è il non poter tirare il fiato a straziarmi, il non poter dire “ok, bene. C’è un istante di stabilità emotiva e situazionale. Partiamo da qui”.
Un po’ come navigare in una barca in cui periodicamente si apre un buco.
Il buco è più o meno grande e si riesce quasi sempre a ripararlo e a buttare fuori l’acqua entrata.
Ma nel frattempo tu ti sei stancato e infradiciato e hai molte meno energie per poter remare come vorresti.
Ecco, non dico avere un motoscafo, neanche una barca a vela con vento in poppa (nonostante l’idea non mi faccia schifo, eh?), ma se mi fosse permesso di remare senza continuare a tappare buchi, ecco, non mi dispiacerebbe.
Tutto qui.