5. Daredevil

Quando ho saputo che Netflix avrebbe prodotto quattro serie (e una miniserie) ambientate nell’universo cinematografico Marvel, la curiosità e l’attesa si sono subito fatte notevoli, andando a crescere ogni volta che giungevano nuove notizie.
Prima i nomi delle serie (Daredevil, Jessica Jones, Luke Cage, Iron Fist, tutte a confluire in The Defenders), poi il casting, poi anticipazioni varie.
Tutto lasciava auspicare qualcosa di notevole, per lo meno se rapportato ai prodotti ai quali andavano a confrontarsi.

Ebbene, mi sbagliavo.
Daredevil, prima delle serie in questione, non è  notevole se rapportata ai prodotti di genere. E’ notevole e basta.

Magari qualcuno ricorderà il film di parecchi anni fa con Ben Affleck. Ecco, scordatevelo. Scordatevelo immediatamente.
Qui siamo su un altro pianeta per qualunque aspetto possiate immaginare.

Anzitutto l’ambientazione. Sebbene si svolga nello stesso universo di Avengers, Thor, ecc… (e qualche citazione ce lo ricorda), qui i personaggi sono più umani o meglio più mortali: certo, Matt Murdock ha dei sensi super sviluppati, ma questi servono a compensare la vista e poco più; per il resto è un essere umano ben allenato che cerca di salvare la propria città.
Matt si ferisce, sanguina, rischia di morire e tutto intorno a lui è reale.

Hell’s Kitchen, quartiere in decadenza di New York, è reale, sporca difficile.
Ed è un personaggio della serie al pari degli attori.
Anzi, è forse uno dei personaggi più importanti, quello che ha definito un po’ tutti gli altri, quello che li avvolge, li minaccia, li sorregge.

Raramente ho visto scorci di New York tanto reali e vivi, raramente l’ho vista rappresentata così com’è e non come piacerebbe che fosse.

I personaggi.
Se l’intero cast è assolutamente perfetto (avevo seri dubbi su Elden Henson nel ruolo di Foggy prima di vederlo in azione), la menzione d’onore va a protagonista e antagonista, assolutamente a pari merito.

Charlie Cox è Matt Murdock. Senza se e senza ma. Ammetto che quando sentii che sarebbe stato lui a interpretare l’avvocato cieco fui entusiasta: me lo ricordavo giovincello in Stardust e sapevo che sarebbe stato adatto. Ma adatto è un conto, perfetto un altro.
Cox ha studiato, ha letto una marea di fumetti di Daredevil ed è entrato nello spirito del personaggio. Ogni parola, ogni gesto, ogni azione sono esattamente come chiunque abbia letto un ciclo di Miller si è immaginato dovesse essere dal vivo.
Ma poi c’è Vincent D’Onofrio. Un Wilson Fisk/Kingpin enorme (e non sto parlando solo della stazza): la tridimensionalità del personaggio, la sua fragilità, il suo essere capace solo di amore profondo o odio devastante, sono resi in modo tale da far inquietare ogni qual volta compare sullo schermo.
Dicevamo con Miss Sauron che probabilmente D’Onofrio è pazzo di suo e quindi questi personaggi gli vengono un gran bene (un po’ come Jack Nicholson, aggiungerei io): beh, ben vengano certi pazzi, se i risultati sono questi.
Non sto a menzionare il resto del cast di supporto, da Rosario Dawson a Scott Glenn, ma rimane il fatto che ognuno sembra avere cucita la parte addosso.

La storia.
Il vantaggio di Netflix è che non deve accattivare gli spettatori, non deve fare pilot che in qualche modo strizzino l’occhio. Netflix ha bisogno soltanto di raccontare una storia di 13 ore. E lo fa alla perfezione. D’altronde avevamo già visto con House Of Cards quali fossero le potenzialità di una serie autoprodotta e autogestita.
Niente episodio di origini verbose, quindi, niente tempi morti, niente fill-in: la storia evolve episodio dopo episodio, con flashback ben posizionati che ci permettono di conoscere il background sia di Murdock che di Fisk.

Le scene di lotta, poi, sono un vero gioiello: realistiche, vive, ben coreografate e ben girate.

Potrei sembrare fin troppo entusiasta, ma è difficile rendere la qualità di una serie del genere che ha le potenzialità di appassionare chiunque: non è una serie di supereroi, è un thriller/noir di 13 ore in cui un personaggio ha dei poteri.

Chi non conosce Daredevil si farà portare via dalla storia, chi ama il personaggio da una vita godrà per la storia e per i mille richiami alle storie originali: dal costume nero indossato per quasi tutto il tempo da Cox, che richiama la storia delle origini rinarrata da Miller e Romita Jr., al nome di alcuni personaggi. Dall’adattamento di alcuni personaggi di contorno (qualcuno ha detto Melvin Potter?) alla fotografia che sembra presa da vignette di Miller, Mazzucchelli o Joe Quesada.
Personalmente ho avuto un momento in cui ho potuto quasi urlare “è lui”: quando, in uno degli ultimi episodi, Murdock insegue una macchina correndo per i tetti di Hell’s Kitchen. La mimica, la gestualità, la resa, erano esattamente quel che avrei voluto vedere.

Purtroppo in Italia non abbiamo ancora Netflix e Daredevil è visibile tramite altri mezzi, ma esclusivamente in lingua.
Spero per chi non mastica l’inglese che Sky o chi per lui si decida presto a comprarla e trasmetterla.

E guardatela, fatevi questo favore.

Intanto io soffrirò per l’astinenza in attesa di A.K.A. Jessica Jones.

Aries

Finché potrò continuerò ad osservare. Finché osserverò continuerò ad imparare. Finché imparerò continuerò a crescere. Finché crescerò continuerò a vivere.

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4 risposte

  1. Mìgola ha detto:

    Eh????!!!
    Se scrivevi in finlandese per me era la stessa cosa…ma ti credo.
    Vado ad informarmi.
    Buona giornata.

    ps.
    Ma le domandine trabocchetto per lasciare un commento le inventi tu?

  2. La Strega ha detto:

    D’Onofrio é sicuramente pazzo di suo!
    Io sono arrivata alla fine di un dolorosissimo episodio 10 e non posso che concordare con tutto quello che hai scritto. Cox é stupendo nella parte, amo la resa che ha saputo dare al suo personaggio e soprattutto alla sua lotta per mantenere “integra” un’anima che eufemisticamente diremmo in pericolo.
    Prima di questa serie, avrei detto che la Marvel cominciava ad annoiarmi. 🙂

  3. 4p ha detto:

    Vincent D’Onofrio mi piace un sacco, dalla vecchia “palla di lardo” ne ha fatta di strada. Criminal Intent è una serie che seguo e il ruolo che lui riveste e il suo modo di indagare lo trovo affascinante, intrigante e intelligentissimo.
    4p

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