Giusto
Ho passato anni della mia vita a cercare di fare ciò che era (ed è) giusto.
Non giusto per me, non quello che mi portasse i maggior vantaggi, ma ciò che ritenevo giusto.
Giusto pensando al vivere civile, giusto pensando al rispetto per chi mi circonda, giusto per cercare di fare il bene (o il minore male possibile) alle persone a cui voglio bene.
Ho cercato di farlo da che ne ho memoria.
Probabilmente il fatto di essere cresciuto a “Saranno Famosi” e supereroi in qualche modo ha influenzato le mie scale di valori, situazione sicuramente comune durante un’adolescenza nerd, ma che spesso si perde con l’età adulta.
O così ci dicono.
Ovviamente non sono né senza macchia, né senza paura, e negli anni questi miei tentativi non sono certo sempre andati benissimo, a volte per errori di valutazione iniziali, a volte per la difficoltà intrinseca di certe situazioni, a volte perché il giusto è il minore tra una serie di mali e non sempre la scala di valori è corretta.
Però ci ho provato.
Ci provo ogni giorno.
Un po’ per scelta, un po’ per imprinting.
L’ho fatto quando la situazione coi miei fratelli era ben diversa da ora, rimettendoci finanziariamente, ma (per fortuna) guadagnandoci umanamente.
L’ho fatto più volte quando ciò che era facile, comodo, qualcuno addirittura direbbe “di buon senso” avrebbe portato a situazioni ingiuste.
Per tutti.
L’ho fatto perché, di nuovo, ritenevo fosse giusto fare il giusto (ripetizione fastidiosa, ma voluta), perché ritengo che le nostre motivazioni siano componenti fondamentali delle nostre scelte e che una scelta giusta fatta per motivi sbagliati valga tanto quanto una scelta sbagliata fatta per i motivi giusti.
Anzi, in certi casi preferisco la seconda.
Eppure mi guardo intorno.
Le scelte facili.
Le scelte opportuniste.
Le apparenze che coprono sostanze ben diverse, come qualcuno che puzza di sudore e si immerge nel profumo.
E vedo il ritorno di certe scelte.
E vedo come molta gente preferisca essere ingannata con un sorriso che essere rispettata con un’alternanza di sorrisi e pianti e dolore.
Vedo belle persone trattate come criminali e persone di merda tenute in palmo di mano.
E so che sarebbe facile.
Facile fare certe scelte, facile fregarsene del rispetto per chi ci è intorno, facile agire secondo il mors tua vita mea, facile fingere bontà e poi fare quel che torna comodo, facile non pagare il prezzo dell’agire secondo coscienza, del decidere di fare qualcosa pur senza ritorno o, anzi, sapendo che ne verrà merda addosso, solo perché è giusto così.
Sarebbe facile e ogni giorno c’è quella tentazione, a volte più forte, altre più velata.
Facile agitare il berretto a sonagli.
Facile essere De Guiche invece di Cyrano.
Facile.
Ma non sarebbe giusto.
E per quanto mi possa far male, per me significa ancora qualcosa.